“Spero che questo mese non sia indicativo. Altrimenti, lo dico chiaro: io me ne torno in Sicilia, non mi conviene stare qui”. Francesco Campanella, senatore Cinque Stelle, lo ammette candidamente: qui, se si continua a tagliare l’indennità, fare il parlamentare diventa un problema. Lo hanno spiegato anche a Beppe Grillo, nel conclave di venerdì scorso. Tra affitti, viaggi e collaboratori da assumere, i soldi finiscono in fretta. Lui, ha risposto che non vuole affamare nessuno: l’unica regola è il rendiconto, ovvero saper dimostrare come si è speso fino all’ultimo euro.

Senatore, com’è andato il primo mese?
Se va avanti così siamo finiti. Non siamo riusciti a cercare casa, quindi siamo stati sempre in albergo. A cena siamo andati sempre qui nei dintorni di palazzo Madama. Diciamo la verità, ci hanno fatto penare. E poi ci mancava il Papa. Tra dimissioni, conclave e nuovo Pontefice, i prezzi sono schizzati a livelli assurdi.

Il primo stipendio non è ancora arrivato.
Infatti stiamo anticipando tutto di tasca nostra.

La vostra indennità sarà dimezzata mentre la diaria dovrà essere rendi-contata. È d’accordo?
Io credo che dobbiamo studiare un metodo organizzativo. I pizzini sono una iattura.

Sarebbe a dire?
Mi ricordo quando andavo in missione per lavoro, sono un funzionario della regione Sicilia. Gli scontrini me li perdevo sempre.

Quindi come si fa?
Per esempio si potrebbe stabilire un forfait da non rendicontare. Che so, un tetto fisso per vitto e alloggio. Tutto quello che si spende in più, invece, andrebbe giustificato.

E quello che avanza?
Quello andrebbe restituito.

Non tutti sono d’accordo, però.
Parlare di soldi è sempre un argomento scivoloso.

Ha in mente altre soluzioni?
Dovremo discuterne in gruppo, però un’altra ipotesi potrebbe essere quella di prendere il Cud dell’anno precedente ed aggiungere un 2, un 5 per cento…certo, per chi era precario o disoccupato andrebbe stabilito un fisso.

Lei ha un buon lavoro.
Ho calcolato che in dodicesimi prendevo 2732 euro. Francamente, non vorrei rimetterci.

da Il Fatto Quotidiano del 9 aprile 2013

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