lisbona manifestazione
- 14:27 - Fondazione Gi Group e Valore D, ecco l’effetto della maternità sul lavoro delle donne
(Adnkronos) - L’effetto della maternità allarga ulteriormente il divario occupazionale con gli uomini e segna una frattura, a volte temporanea, a volte definitiva, nel percorso professionale di molte lavoratrici. È un fenomeno comune a livello europeo ma con un impatto particolarmente negativo in un Paese come il nostro, all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e con uno fra i più bassi tassi di fecondità. Se guardiamo infatti i dati (al 2022), da noi solo il 51,1% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora, contro una media UE27 del 64,9%, e il numero medio di figli per donna è 1,24, un valore molto al di sotto di Paesi come la Francia (1,79), la Svezia (1,53) e l’Olanda (1,49).
La posizione del nostro Paese non cambia se si considera l’occupazione femminile nella fascia di età 25-49 – il periodo della vita in cui tendenzialmente si entra nel mercato nel lavoro e si costruisce una famiglia – che vede le donne svantaggiate di circa 20 punti percentuali sugli uomini e di 14,6 sulla media UE.
L’effetto della maternità allarga ulteriormente il divario occupazionale con gli uomini e segna una frattura, a volte temporanea, a volte definitiva, nel percorso professionale di molte lavoratrici. È un fenomeno comune a livello europeo ma con un impatto particolarmente negativo in un Paese come il nostro, all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e con uno fra i più bassi tassi di fecondità. Se guardiamo infatti i dati (al 2022), da noi solo il 51,1% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora, contro una media UE27 del 64,9%, e il numero medio di figli per donna è 1,24, un valore molto al di sotto di Paesi come la Francia (1,79), la Svezia (1,53) e l’Olanda (1,49).
La posizione del nostro Paese non cambia se si considera l’occupazione femminile nella fascia di età 25-49 – il periodo della vita in cui tendenzialmente si entra nel mercato nel lavoro e si costruisce una famiglia – che vede le donne svantaggiate di circa 20 punti percentuali sugli uomini e di 14,6 sulla media UE.
La forte penalizzazione delle madri nel mercato del lavoro ha alle spalle un concorso di fattori sociali, demografici, culturali, normativi e legislativi che fa sì che da noi i carichi di cura siano ancora fortemente sbilanciati sulle donne, impegnate in media per 4,9 ore al giorno in questo tipo di attività rispetto alle 2 degli uomini, secondo gli ultimi dati pubblicati (2023), per un totale di 43,5 giorni in più all’anno.
L’effetto della maternità allarga ulteriormente il divario occupazionale con gli uomini e segna una frattura, a volte temporanea, a volte definitiva, nel percorso professionale di molte lavoratrici. È un fenomeno comune a livello europeo ma con un impatto particolarmente negativo in un Paese come il nostro, all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e con uno fra i più bassi tassi di fecondità. Se guardiamo infatti i dati (al 2022), da noi solo il 51,1% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora, contro una media UE27 del 64,9%, e il numero medio di figli per donna è 1,24, un valore molto al di sotto di Paesi come la Francia (1,79), la Svezia (1,53) e l’Olanda (1,49).
La posizione del nostro Paese non cambia se si considera l’occupazione femminile nella fascia di età 25-49 – il periodo della vita in cui tendenzialmente si entra nel mercato nel lavoro e si costruisce una famiglia – che vede le donne svantaggiate di circa 20 punti percentuali sugli uomini e di 14,6 sulla media UE.
La forte penalizzazione delle madri nel mercato del lavoro ha alle spalle un concorso di fattori sociali, demografici, culturali, normativi e legislativi che fa sì che da noi i carichi di cura siano ancora fortemente sbilanciati sulle donne, impegnate in media per 4,9 ore al giorno in questo tipo di attività rispetto alle 2 degli uomini, secondo gli ultimi dati pubblicati (2023), per un totale di 43,5 giorni in più all’anno.
Invertire la rotta, per correggere uno dei principali fattori di insostenibilità del mercato del lavoro e dell’intero sistema Paese, è necessario e urgente. Una direzione la traccia lo studio di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D “Donne, Lavoro e Sfide Demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità”, che sarà presentato il prossimo 14 maggio a Milano nel Convegno organizzato all’Auditorium del Palazzo del Lavoro in Piazza IV novembre 5.
Il rapporto è unico nel suo genere perché combina, in un approccio multidisciplinare e multistakeholder, l’analisi della letteratura internazionale, uno sguardo comparato su sei Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia) e l’ascolto della voce diretta delle imprese, PMI, grandi aziende e multinazionali.
Attraverso un corposo lavoro di analisi che ha visto la collaborazione di alcuni fra i massimi esperti italiani di temi di genere, demografici e occupazionali, lo studio evidenzia una serie di possibili soluzioni capaci concretamente di favorire occupazione, sviluppo professionale delle donne e genitorialità, coinvolgendo, in un’ottica di sistema, tutti gli attori: istituzioni, imprese, parti sociali, terzo settore.
Il Convegno, con avvio in streaming alle ore 10.30, sarà moderato da Fabio Insenga, Vicedirettore di Adnkronos, e introdotto da Chiara Violini, Presidente di Fondazione Gi Group e Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D. A loro seguirà l’intervento dello scrittore Alessandro D’Avenia, che rifletterà sul valore della genitorialità in un talk ispirazionale dal titolo “Generare o degenerare? Questo è il problema”.
L’effetto della maternità allarga ulteriormente il divario occupazionale con gli uomini e segna una frattura, a volte temporanea, a volte definitiva, nel percorso professionale di molte lavoratrici. È un fenomeno comune a livello europeo ma con un impatto particolarmente negativo in un Paese come il nostro, all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e con uno fra i più bassi tassi di fecondità. Se guardiamo infatti i dati (al 2022), da noi solo il 51,1% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora, contro una media UE27 del 64,9%, e il numero medio di figli per donna è 1,24, un valore molto al di sotto di Paesi come la Francia (1,79), la Svezia (1,53) e l’Olanda (1,49).
La posizione del nostro Paese non cambia se si considera l’occupazione femminile nella fascia di età 25-49 – il periodo della vita in cui tendenzialmente si entra nel mercato nel lavoro e si costruisce una famiglia – che vede le donne svantaggiate di circa 20 punti percentuali sugli uomini e di 14,6 sulla media UE.
La forte penalizzazione delle madri nel mercato del lavoro ha alle spalle un concorso di fattori sociali, demografici, culturali, normativi e legislativi che fa sì che da noi i carichi di cura siano ancora fortemente sbilanciati sulle donne, impegnate in media per 4,9 ore al giorno in questo tipo di attività rispetto alle 2 degli uomini, secondo gli ultimi dati pubblicati (2023), per un totale di 43,5 giorni in più all’anno.
Invertire la rotta, per correggere uno dei principali fattori di insostenibilità del mercato del lavoro e dell’intero sistema Paese, è necessario e urgente. Una direzione la traccia lo studio di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D “Donne, Lavoro e Sfide Demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità”, che sarà presentato il prossimo 14 maggio a Milano nel Convegno organizzato all’Auditorium del Palazzo del Lavoro in Piazza IV novembre 5.
Il rapporto è unico nel suo genere perché combina, in un approccio multidisciplinare e multistakeholder, l’analisi della letteratura internazionale, uno sguardo comparato su sei Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia) e l’ascolto della voce diretta delle imprese, PMI, grandi aziende e multinazionali.
Attraverso un corposo lavoro di analisi che ha visto la collaborazione di alcuni fra i massimi esperti italiani di temi di genere, demografici e occupazionali, lo studio evidenzia una serie di possibili soluzioni capaci concretamente di favorire occupazione, sviluppo professionale delle donne e genitorialità, coinvolgendo, in un’ottica di sistema, tutti gli attori: istituzioni, imprese, parti sociali, terzo settore.
Il Convegno, con avvio in streaming alle ore 10.30, sarà moderato da Fabio Insenga, Vicedirettore di Adnkronos, e introdotto da Chiara Violini, Presidente di Fondazione Gi Group e Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D. A loro seguirà l’intervento dello scrittore Alessandro D’Avenia, che rifletterà sul valore della genitorialità in un talk ispirazionale dal titolo “Generare o degenerare? Questo è il problema”.
I lavori proseguiranno con la presentazione dei principali risultati dello studio, a cura di Rossella Riccò, Responsabile Area Studi e Ricerche di Fondazione Gi Group e Ulrike Sauerwald, Responsabile del Centro Studi di Valore D. Interverranno inoltre Alessandro Rosina, Professore Ordinario di Demografia e Statistica Sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano e Dirigente del “Center for Applied Statistics in Business and Economics” e Francesco Seghezzi, Presidente ADAPT, che approfondiranno le principali evidenze demografiche e occupazionali della ricerca.
Spazio poi all’esperienza delle aziende in una tavola rotonda dedicata al racconto di alcune best practices. Interverranno: Annibale Baldari, Executive Director HR Transformation and Strategic Operation and DEI Champion Italy Hub di Eli Lilly, Donatella De Vita, Global Head of Engagement and Welfare and DEI di Pirelli, Valentina Pirrò, Recruiting, Employer Branding, Culture & Inclusion Manager di Vodafone, Stefano Fasani, Founder and Program Manager di Open-es.
Adnkronos Demografica sarà media partner dell’evento, che sarà trasmesso anche in live streaming su: https://youtube.com/live/XqroV7UFeoI?feature=share
- 14:15 - Quote Europei calcio, Spalletti fa la spesa in casa dell'Inter
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - La Serie A si avvia a concludere il suo percorso stagionale e, di conseguenza, sta crescendo, giorno dopo giorno, l’attesa per i prossimi Europei. L’Italia torna in Germania, da campione in carica, per tornare a Berlino a distanza di 18 anni dal trionfo Mondiale. Luciano Spalletti, il giorno dopo la conclusione del massimo campionato di calcio, diramerà la lista dei convocati che difenderanno il titolo conquistato a Wembley nell’estate del 2021. Il ct della Nazionale, molto probabilmente, farà la “spesa” ad Appiano Gentile perché, secondo gli esperti Sisal, sarà l’Inter la squadra che darà più convocati all’Italia per la kermesse continentale. I campioni d’Italia, dati a 1,16, si preparano così a vestirsi d’azzurro per provare ad aggiungere un altro trofeo al loro palmares stagionale. Il blocco italiano ad Appiano, in questi tre anni, è cresciuto tantissimo, basti pensare che, nella squadra campione d’Europa, c’erano solo due nerazzurri, Nicolò Barella e Alessandro Bastoni, i quali hanno grandi chance di volare in Germania.
Alle spalle dell’Inter si fa largo la Roma, offerta a 6,00, che potrebbe portare diversi suoi rappresentati a Euro 2024. Il gruppo nel giro azzurro, anche a Trigoria, è aumentato tantissimo anche a Trigoria visto che, al pari dei nerazzurri, anche i capitolini, tre anni fa, parteciparono alla campagna europea con i soli Leonardo Spinazzola e Bryan Cristante.
Il podio delle squadre che daranno più convocati all’Italia si completa con Juventus e Napoli che partono però decisamente staccate rispetto a Inter e Roma. Un dato che conferma un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi Europei quando bianconeri e partenopei avevano fornito, al CT Mancini, più giocatori di tutte le altre squadre del campionato. Uno scenario difficilmente ripetibile vista la quota di 16 per entrambe.
Rischia invece di non volare in Germania il Milan. Il Diavolo, a Euro 2020, era rappresentato dal solo Gigio Donnarumma, oggi passato al PSG, e rischia seriamente di non avere giocatori chiamati da Spalletti. Vedere una nazionale, a forti tinte rossonere, pagherebbe 100 volte la posta.
- 14:05 - Riforme: Boccia, 'invece di fare convegni maggioranza si confronti in Parlamento'
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - "Anziché partecipare a convegni di propaganda come quello di oggi alla Camera, la maggioranza di Giorgia Meloni farebbe meglio a confrontarsi in Parlamento dove, invece, iscrivono solo 9 senatori in discussione generale. La verità è una sola: rischiamo di dire addio alla nostra Repubblica parlamentare per mettere tutto il potere nelle mani di Giorgia". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia all'assemblea del gruppo a palazzo Madama con Elly Schlein.
- 14:02 - **Nato: Meloni vede Stoltenberg, 'decisioni adeguate a sfide fianco sud'**
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - Al centro del colloquio tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, oggi a Palazzo Chigi, "i temi di attualità dell'agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice NATO di Washington in luglio". Meloni ha "in particolare ribadito l'aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l'approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato", rende noto P.Chigi.
- 13:45 - Tpl, Agens Anav e Asstra: "Urgente revisione dei finanziamenti al settore"
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - "Il quadro finanziario del trasporto pubblico nazionale è preoccupante. C’è uno sbilancio di 1,7 miliardi, dovuto anche all’inflazione, che non solo mette in allarme l’intero settore ma rischia di non far centrare l’obiettivo indicato dal Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che indica uno shift modale, dalla mobilità privata a quella collettiva, del 10%". Così le associazioni che rappresentano le imprese pubbliche e private del comparto in occasione di un convegno organizzato a Milano a Nme, la fiera internazionale dedicata al trasporto pubblico.
"Le analisi di esperti – segnalano le associazioni commentando uno studio del Politecnico di Milano – confermano un pericoloso sbilancio finanziario, dovuto sia alla carenza annuale del Fondo nazionale di finanziamento del tpl, si tratta di quasi 800 milioni di euro, sia alle risorse che servirebbero a far fronte ai futuri costi di rinnovo del Ccnl di categoria, scaduto nel 2023, e che le organizzazioni sindacali hanno quantificato in circa 900 milioni di euro aggiuntivi a regime".
Il sistema industriale del tpl, concludono le associazioni delle imprese, "non può reggere senza una revisione del quadro delle risorse funzionali. Il rischio è una crescente riduzione dell’offerta che andrà a scoraggiare la domanda di mobilità pubblica, allontanando così il Paese dagli obiettivi di sostenibilità ambientale e di crescita economica".
- 13:43 - Bergamo, scontro frontale tra auto: morta bambina di 8 anni
Milano, 8 mag. (Adnkronos) - Uno scontro frontale alle 23 di ieri tra due auto a Clusone sulla ex strada statale 671 ha causato la morte di una bambina di 8 anni. Sull'incidente i carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica ancora non chiara. Lo schianto è avvenuto tra una Seat con a bordo una nonna e due nipoti e una Bmw con a bordo una coppia, un uomo del '76 e una donna del '64. Le persone coinvolte ferite sono state portate in ospedale.
- 13:42 - C.sinistra: Bettini, 'Schlein ha ricollocato bene il Pd, alleanza con M5S oggettiva'
Roma, 8 mag (Adnkronos) - "Se si può essere comunisti e democratici? Certo. Per tutta una parte fondamentale della mia vita le due cose hanno coinciso. Quando dicono: "posso dirmi antifascista se tu ti dichiari anticomunista"? Non è la stessa cosa. I comunisti italiani hanno costruito la democrazia di questo Paese, hanno dato la libertà e pensavano più agli interessi nazionali che a quelli della Russia. Invece il fascismo ha distrutto l'Italia". Lo ha detto Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, durante l'intervista con Giovanni Floris a Di Martedì andata in onda ieri sera su La7 in occasione dell'uscita del nuovo libro del dirigente dem.
"Do un giudizio molto positivo dell'azione che Elly Schlein ha svolto in questo anno di segreteria. Perché ha ricollocato bene il Pd, l'ha messo sui temi più urgenti del Paese, gli ha dato un profilo più sicuro", ha aggiunto Bettini.
"Per quanto riguarda Conte, sono un sostenitore dell'alleanza tra Pd e M5s per ragioni oggettive: alle ultime elezioni, se non avessimo rotto, avremmo potuto pareggiare, o persino vincere. Invece abbiamo perso tutti i collegi del Sud perché ci siamo divisi. Di fronte al pericolo di una destra illiberale, o addirittura come si dice, di un ritorno di un carattere "fascistico" del nostro governo, ci vuole l'unità. È il minimo. Però l'unità si fa mettendo in rilievo le cose che ci uniscono e non quelle che ci dividono. Questo è il mio sforzo. Poi le cose che ci dividono nel corso del tempo si potranno risolvere", ha spiegato Bettini.