Le chiamano “agreed Conclusions”, “conclusioni condivise”, il documento finale risultato di 2 settimane di tensioni politiche, ideologiche e religiose, mescolate ai negoziati tra Stati e agenzie delle Nazioni Unite che hanno partecipato alla 57° Commission on Status of Women dal 4 al 14 Marzo a New York. Noi di Fondazione Pangea eravamo presenti e riportiamo quanto segue:

Viene così riconfermato l’impegno della comunità internazionale nel promuovere l’eliminazione della violenza nei confronti di donne e bambine. Ecco il documento pubblico in una versione quasi completa.

Che poi le “agreed Conclusions” rappresentino o meno il meglio che si potesse ottenere a favore dei diritti delle donne è altra questione. E infatti di progressista, in questo documento, non c’è niente, per esempio nessuna apertura al riconoscimento verso tutti i generi relativamente al contrasto alla violenza. Però poteva andare peggio, l’attuale documento non torna indietro rispetto a quanto già acquisito in termini di diritto e di linguaggio nei documenti passati. Per esempio si sollecitano gli Stati a condannare fermamente ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine e ad astenersi dall’invocare qualunque tradizione, costume e credenza religiosa per giustificare inottemperanze e carenze rispetto al loro obbligo di prevenire e proteggere dalle violenze. Nonché si fa l’ennesimo richiamo agli Stati, perché adottino “ogni mezzo appropriato per promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali di ogni donna” adottando  “la dovuta diligenza per prevenire, indagare, perseguire e punire i responsabili delle violenze e garantire protezione e un adeguato risarcimento a chi ha subito maltrattamenti”.

Accanto al lavoro dei governi, va sottolineato invece  l’instancabile impegno e la partecipazione di tutte quelle associazioni della società civile, come Fondazione Pangea, rappresentate da quasi 6.000 persone che sono confluite a New York da tutti i Paesi del mondo! C’era un tale fermento di idee, attività e  partecipazione che ha impressionato anche gli “addetti ai lavori”. Donne e uomini per tentare di dare una scossa ai tempi e ai modi delle istituzioni Internazionali si sono riuniti per confrontarsi e scambiarsi esperienze, per far conoscere  le ingiustizie che stanno vivendo, per far pressione sui governi affinché un altro mondo, basato sul diritto per e di tutti, sia possibile.

Oggi, con le “agreed Conclusions” della 57° Csw abbiamo un altro strumento su cui poter costruire anche in Italia, strumenti che permettono di tradurre i contenuti internazionali in politiche concrete nazionali. Continuiamo a tracciare la strada con la determinazione di sempre con i network che Fondazione Pangea promuove, come la Convenzione NoMore, e riprendiamo il nostro lavoro in Italia aspettando il nuovo governo. Sapendo che insieme a noi c’è quell’incredibile forza e sostegno di donne e di uomini che malgrado la crisi, costruiscono quotidianamente un pezzetto di un mondo più giusto e libero da violenze.

 

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