Siamo al dunque e le liste di chi si è candidato ancora una volta a “salvare” l’Italia e gli Italiani alle prossime elezioni politiche  non sono state pulite.

Sono liste indecenti, dicono voci autorevoli, e si auspica che siano i partiti stessi a ripulirle.

Resta difficile capire come possano fare i partiti a ripulire le liste perché l’impressione che si ha è che nei partiti sia scoppiata una epidemia di nuova peste denominata malaffare, e un problema da qualche parte ci deve essere perché nelle liste i nomi sono sempre gli stessi.

Del resto con la legge elettorale in essere nessuno sceglie nessuno se non le segreterie dei partiti stessi, infatti, anche con tutta la buona volontà che è stata messa nelle primarie, la democratica scelta degli elettori è pura utopia.

Quindi va da se che la maggior parte di noi, non tutti certo, che abbiamo patito tutto l’inferno che la politica ci ha fatto preparare con quasi 1000 chili di tritolo in meno di un anno, dal maggio ’93 all’aprile ’94,ebbene non andremo a votare, perché le condizioni per recarci alle urne non le vediamo proprio.

Coloro però che andranno a votare una cosa possono farla: possono non votare quelle liste dove compaiono nomi non solo di condannati, indagati, o sotto processo in attesa di giudizio finale, perché lo ripetiamo da sempre: la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto, figuriamoci coloro che andranno in Parlamento a fare le leggi.

Infatti come potranno certi soggetti avere la pretesa di andare a fare leggi per il bene della collettività se la loro esigenza primaria è quella di non andare in galera? 

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