Cinquanta disegnatori italiani per il Komikazen 2012, l’ottavo festival internazionale del fumetto di realtà che si articolerà tra l’11 e il 14 ottobre a Ravenna con articolazioni tra Bologna, dove l’evento viene presentato in anteprima, e Faenza, che ospiterà il finale della manifestazione. Venti giovani e trenta artisti già affermati, tra cui Riccardo Mannelli, Giuseppe Palumbo e Paolo Bacilieri. Inoltre ospite straniero di quest’anno è Carlos Latuff, 44 anni il prossimo 30 novembre, che si è fatto conoscere a livello internazionale per la satira politica con una connotazione “anti”.

Ricordato in Italia per aver realizzato un fumetto sull’omicidio dell’attivista Vittorio Arrigoni, assassinato a Gaza dopo essere stato rapito il 14 aprile 2011, l’autore di origine libanese e nazionalità brasiliana si schiera contro le politiche imperialiste (a iniziare da quelle degli Stati Uniti) e contro la globalizzazione mentre esalta fenomeni di massa come le primavere arabe raccontando con le sue vignette anche i conflitti in corso, in primis quello tra israeliani e arabi con una particolare preminenza.

Sul suo sito compare infatti in evidenza un banner alla sezione #Support-Gaza-Aqsa che contiene produzioni contro l’“olocausto” e l’“apartheid” israeliani e a favore dei “prigionieri” palestinesi. E per la sua militanza è stato anche oggetto di critiche antisemite per quanto un suo lavoro si sia piazzato secondo all’Holocoaust Cartoon Competition dalla House of Cartoon di Tehran. Inoltre Twitter è la una delle sue prime interfacce sul mondo e attraverso la piattaforma di microblogging riceve gli input che poi elabora per trasformarli nelle sue strisce.

Così facendo è diventato il protagonista di un fumetto contro l’ex dittatore egiziano Hosni Mubarak. “Mi conoscevano per le mie vignette in difesa della causa palestinese”, ha spiegato Latuff a Wired ricordando quando il 25 gennaio 2011 è stato contattato da alcuni attivisti di piazza Tahir e poi ha realizzato cinque tavole esposte un mese dopo in Egitto. “Continuai a disegnare vignette di satira politica contro il regime egiziano fino alle dimissioni di Mubarak”, ha aggiunto. “A quel punto anche gli attivisti di Bahrein, Libia e Yemen avevano iniziato a scrivermi”.

Tornando alla manifestazione emiliano-romagnola e alla sua essenza che trasforma il reportage giornalistico in un combinato di testi, immagini e suoni, la rassegna sarà affiancata (e seguita fino all’11 novembre prossimo) dalla “Nuova Storia d’Italia a fumetti – Dal Risorgimento al berlusconismo in 150 tavole”, ispirata al quasi omonimo lavoro di Enzo Biagi che risale alla fine degli anni Settanta ed esposta al Mar di Ravenna, il Museo d’arte della città. In questo caso, a essere presentate al pubblico, saranno le illustrazioni che negli ultimi 10 anni meglio hanno raccontato l’Italia, la sua politica, gli stili e le loro interpretazioni attraverso il fumetto contemporaneo.

Il disastro del Vajont del 1963, il caso di Roberto Calvi, il presidente del Banco Ambrosiano ritrovato “suicidato” nelle prime ore del 18 giugno 1982, la strage bresciana di piazza della Loggia con la bomba esplosa il 28 maggio 1974 e il ritratto di Peppino Impastato, ammazzato il 9 maggio 1979 per essersi opposto pubblicamente alla mafia anche dalle frequenze di Radio Aut, sono solo alcune delle storie rievocato dalla storia d’Italia a fumetti. E accanto sfileranno a Ravenna fino all’11 novembre vicende di persone comuni, non balzate agli onori della cronaca, come partigiani sconosciuti, esuli istriani e vittime della repressione omofoba nel ventennio fascista.

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