“L’ho fatto perché sono esasperato”, ha dichiarato al telefono a ilfattoquotidiano.it Claudio, classe ’76, papà di un bimbo di 22 mesi affidato alla madre e che non vede da mesi. Per questo due giorni fa a Torino è salito su una gru di 40 metri, dove è rimasto per 5 ore, minacciando di uccidersi, finché non è stato convinto a scendere dalla pm Laura Longo. “L’ho fatto perché nessuno, dagli assistenti sociali al giudice, mi ha ascoltato” dice. Da mesi, senza successo, avrebbe tentato di vedere il figlio, che abita con la madre, con la quale Claudio ha rotto più di un anno fa e che, a  sentir lui, avrebbe fatto uso di stupefacenti durante l’allattamento. Per questo Claudio chiede l’esame del capello della donna. “L’ho fatto anche per gli altri padri. Ci sarà anche qualcuno che sbaglia, non tutti i papà hanno ragione, però dovrebbero cambiare un po’ di leggi e soprattutto i giudici dovrebbero valutare bene le situazioni, caso per caso“.

Caso per caso. Se da una parte sono tanti, troppi, i padri assenti, dall’altra ce ne sono molti che vorrebbero assolvere al loro ruolo ma non hanno la possibilità, perché, ad esempio, dopo la separazione non hanno più una casa dove incontrare i figli. Lo racconta Ivano De Matteo nel suo “Gli equilibristi”, successo di critica all’ultimo festival di Venezia. Giulio (Valerio Mastrandrea) dopo un tradimento è cacciato di casa dalla moglie (Barbara Bobulova). E’ un impiegato statale, guadagna 1.200 euro al mese. “Troppo ricco per avere aiuti e troppo povero per andare avanti”, spiega il regista. E così il protagonista si trova a dormire prima dalla madre di un amico, poi in una pensione a una stella, quindi alla Caritas e infine in auto. Per fortuna non sempre va così, ma di fiction non si tratta.

Secondo gli ultimi dati Istat sulle condizioni economiche dei separati, del resto, nel 2009 più di una mamma su due ha dichiarato che nei due anni successivi alla separazione i figli non hanno mai dormito dal padre. La spiegazione, forse, sta anche nel fatto che il papà un posto adatto a ospitare i figli non ce l’ha. Infatti la casa, anche quando è in proprietà congiunta, è assegnata più spesso alla donna. Persino quando l’abitazione è dell’uomo, questo ha il 69,4 per cento di possibilità di tenerla, contro l’86,5 per cento di possibilità della donna, nel caso sia lei la proprietaria.

Tra spese legali e nuovi affitti la fine di un matrimonio scaraventa sempre più genitori in uno stato di improvvisa povertà. Ecco perché, dall’assistenza psicologica agli alloggi provvisori, è importante conoscere alcuni servizi gratuiti o convenzionati per affrontare al meglio l’emergenza. A partire da quella abitativa, di cui sempre più amministrazioni locali iniziano lentamente a farsi carico.

A Fidenza c’è tempo fino al 2 ottobre per richiedere l’assegnazione temporanea di uno dei 2 monolocali per genitori neo-separati in difficoltà. Sono invece 8 i posti messi a disposizione dal Comune di Udine per il progetto “Casa dei genitori separati – Sidecar”: le domande possono essere presentate fino all’11 ottobre. Il Veneto ha recentemente approvato una legge per lo stanziamento di 500mila euro per i divorziati, divisi in un fondo di 200.000 euro per il microcredito a tasso zero e 300.000 euro per gli affitti. E, nelle graduatorie per le case popolari, i separati o divorziati in difficoltà avranno due punti in più. A Roma la Casa dei papà accoglie fino a 30 uomini per un massimo di 12 mesi ciascuno: oltre a miniappartamenti, fornisce convenzioni per assistenza sanitaria, legale, psicologica e orientamento lavorativo.

Presto – tra fine settembre e inizio ottobre – dovrebbe partire il progetto della Caritas di Torino “àncòra papà”: un appartamento in cui i papà separati, anche fuorisede, potranno trascorrere, prenotando, qualche ora con i figli, in mancanza di una sistemazione adatta a farlo. Sempre nel capoluogo piemontese, la Casa di zia Jessy ospita, tra gli altri, donne separate. Bolzano ha messo a disposizione 4 appartamenti per papà separati o divorziati. Aiges (Associazione italiana genitori separati) ha ideato un numero di “pronto intervento”: basta chiamare il 3273894259 per avere chiarificazioni gratuite su affidamento dei figli, separazione e divorzio. A tariffe convenzionate, poi, fornisce assistenza legale e psicologica su quasi tutto il territorio nazionale. Il Gruppo separati Milano organizza frequentemente incontri gratuiti di auto sostegno emotivo per gruppi di 10 persone alla volta, e offre, non a pagamento, anche servizi individuali, persino a distanza, via Skype. Importante poi il lavoro di associazioni come Papà separati, che, da Novara a Varese, da Napoli a Milano, hanno predisposto dei numeri di emergenza per la separazione e, tra i tanti servizi, offrono persino sostegno psicologico telefonico.

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