E’ nata ed è “fimmina”, nel senso più bello del termine. E’ una donna vera che parla di lavoro, pari opportunità, cronaca e costume. Si chiama Fimmina Tv, è la prima emittente locale calabrese in rosa e debutta il primo settembre sul canale 684 del digitale terrestre. A dirigerla c’è Raffaella Rinaldis, 38 anni, giornalista, per anni cronista di nera e giudiziaria nella Locride. “Un lavoro bello, ma complesso, soprattutto nella nostra realtà – racconta a Ilfattoquotidiano.it – Per questo ho fondato anche Eurokom, un’associazione di comunicazione europea che si occupa di politiche comunitarie, bandi e incentivi per la realizzazione di nuovi progetti. Tramite questa esperienza ho visto i ragazzi che andavano all’estero tornare con nuovi stimoli e idee”. “Volevo raccontare le storie di chi ce l’aveva fatta – prosegue – far vedere come, in una terra spesso ricordata solo per la criminalità organizzata, esistano tante realtà positive e lanciare messaggi di speranza soprattutto alle donne, che qui fanno ancora molta fatica. La disoccupazione femminile tocca punte del 70 percento, mancano i servizi, le strutture. Da noi, per esempio, una nuotatrice con il talento di Federica Pellegrini farebbe fatica a emergere perché non ci sono le strutture adatte per farla allenare”.

Raffaella decide così di inventare un canale che racconti tutto quello che accade nel territorio: approfondendo i fatti, denunciando quello che non va e dando spazio alle storie che, spesso, rimangono a margine. L’impresa, soprattutto in un momento di crisi, non è facile. “Ottenere prestiti dalle banche ormai è quasi impossibile, ho messo in piedi la tv con i miei risparmi. Ora spero nella raccolta pubblicitaria delle aziende locali, vogliamo rimanere indipendenti”, aggiunge.

La squadra di Fimmina Tv è composta da 15 giornaliste dai 22 ai 40 anni, ma anche gli uomini danno una mano. Ci sono tecnici, registi, montatori e un cronista, Antonio Falcone, che si occupa soprattutto di cinema e cultura. Il piccolo studio si trova a Roccella, uno dei 42 comuni della regione della Locride.

A dare il via alla programmazione sarà una sintesi del raduno nazionale, tenutosi a giugno proprio in Calabria, del movimento “Se non ora quando?”. “Ma non parleremo solo di donne – puntualizza Raffaella – Non siamo femministe, ma giornaliste. Racconteremo la cronaca locale, ci concentreremo sui temi del lavoro e dell’ambiente. Uno dei nostri obiettivi è creare una coscienza civile. Vogliamo essere una tv di servizio, indicare la via e gli strumenti per realizzarsi. Guarderemo, ovviamente, anche a quello che accade nel mondo, abbiamo realizzato uno speciale sulle donne della primavera araba”.

Raffaella Rinaldis, direttrice di Fimmina tv

Ci sarà spazio anche per approfondimenti di cultura e stili di vita. La titolare della rubrica enogastronomica è Emanuela Alvaro, anche lei giornalista, che ha deciso di dare una mano alla collega e amica Raffaella in questa avventura. “Sono sommelier dal 2010 – spiega – Nel mio programma “Il lato oscuro” racconterò le belle, e buone, realtà locali, dai ristoranti di cucina biologica ai birrifici artigianali. Perché in Calabria non c’è solo la criminalità organizzata, ma anche realtà nuove e interessanti, come in qualunque altra parte d’Italia o del mondo”.

“Bisogna andare oltre la ‘ndrangheta – concorda Raffaella – ne parleremo, perché siamo croniste e perché denunciamo tutto quello che accade nel nostro territorio. Sosteniamo le donne che ricoprono ruoli importanti in situazioni difficili, come Maria Carmela Lanzetta, il sindaco di Monasterace (Reggio Calabria) che resiste alle minacce e alle cosche locali, ma non vogliamo parlare solo di criminalità. Se si dà troppo spazio alla mafia, si rischia di diventarne cassa di risonanza”.

Per ora la neonata tv trasmetterà nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e in alcune zone del crotonese. “Entro un anno – spiega il direttore – vorremo raggiungere tutta la regione. Abbiamo tanti progetti, organizzeremo anche degli eventi. Speriamo di riuscirci. Vorrei che la parola “fimmina” perdesse ogni connotazione dispregiativa o richiamo sessuale e che facesse pensare solo alle donne calabresi. Da sempre silenziose, ma tenaci e in grado di arrivare ovunque”.

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