- 20:13 - Governo: diffamò premier Giorgia Meloni con fake news, Corona a processo (2)
(Adnkronos) - Tra i sedici testimoni indicati dalla procura nel decreto di citazione diretta a giudizio vengono indicate anche le due parti lese, la premier Giorgia Meloni e l'esponente politico Manlio Messina. Ed è alla presidente del Consiglio che Fabrizio Corona, via Instagram, si rivolge per mostrarle la sua stima, ma anche per dire che "solitamente non sono abituato alle mezze verità e così farò al processo nel quale apprendo che farai da testimone. In Tribunale ho visto passare personaggi di ogni genere dai quali mi sono sempre difeso, aggiungo, degnamente" scrive.
"Sono certo che intimamente non è tua intenzione andare contro di me ma lo sappiamo, la giustizia farà il suo corso, come sempre. Spero rimanga spazio per stringerti la mano e suggerirti di occuparti di cose un pochino più rilevanti, ne avremmo parecchio bisogno" conclude Corona.
- 20:12 - **Consulta: scontro tra poli, monta ipotesi rinvio a dicembre, Fi pronta a entrare in partita**
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - "Noi andiamo avanti pensando al bene dell'Italia, con la consapevolezza che per le quote che spettano alla maggioranza non ci facciamo dire chi dobbiamo scegliere...''. Il giorno dopo l'ennesima fumata nera, l'ottava, del Parlamento in seduta comune per l'elezione del giudice della Corte Costituzionale, Fratelli d'Italia non ci sta a fare la parte dell'irresponsabile, anche di fronte al Colle. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito di via della Scrofa, che sponsorizzava alla Consulta l'attuale consigliere giuridico di Palazzo Chigi, Francesco Saverio Marini, respinge al mittente le critiche delle opposizioni, e attacca: ''La follia del chi nominate voi deve pensarla come noi, no''. Per tutta risposta, il Pd, per bocca della sua segretaria, Elly Schlein, torna all'attacco parlando con i cronisti in aula alla Camera a margine delle dichiarazioni di voto sul ddl Lavoro: ''Anche ieri avete mostrato la vostra concezione proprietaria delle istituzioni, il vostro fastidio per quelle garanzie costituzionali che sono lì a tutela dei cittadini, ma vi abbiamo fermato e vi fermeremo ancora...''.
Il clima tra i due Poli, insomma, resta incandescente e questo non fa ben sperare per un possibile accordo sul nome da mandare alla Consulta né la prossima settimana, né a novembre. Tant'è che in Transatlantico, a Montecitorio, in tanti si chiedono se non sia meglio rinviare tutto a dicembre, così da eleggere insieme quattro giudici e chiudere un 'pacchetto' di nomine, visto che a fine anno altri tre componenti della Corte costituzionale concluderanno il loro mandato: il presidente Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno. Prendendo tempo, raccontano, si lascerebbe decantare la situazione e la carta Marini avrebbe un'altra possibilità di essere giocata (grazie alla scheda bianca il giurista non è stato formalmente bruciato), anche se ormai pochi scommettono sulla sua ricandidatura, anche all'interno della stessa maggioranza.
Intanto, raccontano, nel centrodestra si starebbe già pensando ad altre candidature (la discriminante sono i 'titoli' per correre alla poltrona della Consulta) e Forza Italia (che nello stesso tempo gioca un'altra partita apertissima, quella sulla Rai puntando su Simona Agnes) potrebbe mettere in campo un suo nome forte: tra i papabili ci sarebbero il senatore Pierantonio Zanettin, avvocato vicentino ed ex componente Csm e il deputato Paolo Sisto, attuale viceministro alla Giustizia, ma c'è chi dice che potrebbe spuntare pure l'ex magistrato, l'eurodeputata Caterina Chinnici (figlia di Rocco, che diede vita al pool Antimafia e fu ucciso da Cosa nostra nell’83).
- 20:05 - **Governo: no rimpasti in vista, mossa Santanché allunga tempi 'squadra'**
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - Tutto resta com'è, ogni tassello al suo posto. Si allontanano le ombre di un possibile rimpasto o di cambi in arrivo nella squadra di governo. Raffaele Fitto, se tutto filerà liscio, a fine novembre dovrebbe fare definitivamente le valigie per Bruxelles, poi ci sono gli interrogativi che aleggiano sulla responsabile del turismo Daniela Santanché e Matteo Salvini, alle prese con i loro guai giudiziari. A tremare non è tanto la posizione del vicepremier leghista, "semmai arrivasse una condanna per il processo Open Arms, per il governo sarebbe una medaglia...", si dicono convinti nelle file dell'esecutivo, quanto quella dell'imprenditrice e ministra in quota Fdi, indagata per truffa ai danni dell'Inps. Ma la 'mossa' giocata oggi dalla difesa di Santanché, ammesso vada a dama, potrebbe allungare, e di tanto, la permanenza della responsabile del Turismo nella squadra di governo, allontanando ogni ombra legata al caso Visibilia.
Al gup di Milano è stato infatti chiesto il trasferimento del procedimento a Roma, e se dovesse arrivare il disco verde alla richiesta -la deadline è fissata al 23 ottobre- i tempi si allungherebbero e di parecchio, "di certo Daniela vedrà la fine della legislatura...", l'ottimismo che si respira in queste ore. Ottimismo, spiegano fonti qualificate all'Adnkronos, che non è tamto legato allo 'scudo' a cui si è appellato nei giorni scorsi il Guardasigilli Carlo Nordio -ovvero l'articolo 27 della Costituzione sulla presunzione di innocenza- quanto ai tempi potenzialmente 'diluiti' del processo.
L'ipotesi di un rimpasto di governo resterebbe dunque da 'escludere a priori', almeno al momento. Con l'idea della premier di non assegnare l'unica casella a breve vacante - il superdicastero di Fitto - ad altri, bensì “ripartire” il pacchetto di deleghe che fino ad oggi il ministro salentino ha gestito in solitaria. Innanzitutto puntando su Palazzo Chigi, dove Meloni può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di “regista”. E giocando più avanti la carta di un sottosegretario ad hoc - due i posti venuti meno nel sottogoverno, con le dimissioni di Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli - creandone uno agli Affari europei. Ammesso che da Milano non arrivi una doccia fredda sul caso Santanché. "Qui ogni giorno parte un treno, speriamo che nessuno esca fuori dai binari e deragli...", scherza un fedelissimo della presidente del Consiglio facendo i dovuti scongiuri.
- 19:34 - Manovra: Ascani, 'Meloni fa video ma mette mani in tasche italiani'
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - "Si fa ma non si dice. Anzi, si nega. Ma se scrivi che vuoi alzare le accise sul diesel poi puoi fare tutti i video che vuoi, la realtà non cambia. Stai mettendo le mani nelle tasche degli italiani". Così Anna Ascani del Pd sui social.
- 19:34 - Calcio: Inzaghi, 'parlai con dirigenza per biglietti Champions, sognavo tifo numeroso'
Milano, 9 ott. (Adnkronos) - "Ho parlato con la dirigenza, ma non ricordo con chi. Rappresentai alla società la richiesta di Ferdico, cioè che detto c'era bisogno di qualche biglietto in più" per la finale di Champions League. "Il mio desiderio era che ci fossero più tifosi allo stadio per poter incitare la squadra". Simone Inzaghi, allenatore dell'Inter, ha risposto per circa un'ora, nella veste di testimone, alle domande della squadra Mobile che indaga sulle presunte infiltrazioni mafiose nella curva Nord.
Inzaghi, non indagato, ammette di conoscere Marco Ferdico, il capo ultrà tra i 19 arrestati dell'inchiesta coordinata dai pm della Dda di Milano Sara Ombra e Paolo Storari, e ribadisce quanto emerso negli atti dell'indagine. Ferdico ha sollecitato l'allenatore a intervenire sui vertici del club per avere più biglietti per la finale di Istanbul del 2023. Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza che ha portato agli arresti, la richiesta di Ferdico al mister era stata di "intervenire con la società" per avere più biglietti e da Inzaghi sarebbe arrivata "la promessa" di intercedere per accontentare la curva Nord e avere più tifosi al proprio fianco nella delicata trasferta, dopo lo 'sciopero' del tifo fatto dalla Nord nella sfida contro la Fiorentina. Inzaghi, da quanto risulta, mette a verbale di aver ricevuto un messaggio vocale e poi di aver intrattenuto una conversazione con Ferdico in un clima "tranquillissimo" e di non aver mai percepito alcuna pressione o minaccia. La richiesta di più biglietti viene quindi fatta presente alla società, a quel punto l'allenatore nerazzurro avrebbe inviato un messaggio al capo della Nord per dirgli "ho fatto quello che dovevo", ossia aveva fatto presente la richiesta di un numero maggiore di biglietti per seguire la squadra in un appuntamento clou della stagione.
Quanto ai rapporti con altri esponenti della curva, Inzaghi ha risposto "non conosco" Antonio Bellocco, rampollo del clan di Rosarno e tra gli esponenti della tifosera ucciso dal compagno di curva a Cernusco sul Naviglio lo scorso 4 settembre ("Ho saputo chi e dopo averlo letto sui giornali") e "so chi e Andrea Beretta (tra gli arrestati, ndr) ma non ci ho mai avuto rapporti".
- 19:29 - Manovra: Bersani a Meloni, 'se non fai pagare evasori, tocca mettere tasse a chi già paga'
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - "Meloni dice noi non chiederemo sacrifici. Le rispondo guarda che ci sono milioni di persone che non si curano, giovani sottopagati, povertà abbandonata: tanti li stanno già facendo i sacrifici. Cara Meloni, io ti dico questo: se non fai pagare le tasse a chi non le paga, prima o poi finisci per metterle a chi le paga". Così Pier Luigi Bersani alla presentazione del libro di Roberto Seghetti a Bologna.
- 19:27 - Manovra: Renzi, 'Meloni su tasse mente sapendo di mentire'
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni sulle tasse mente. Ha aumentato le accise, l’Iva sui pannolini e sui prodotti per l’infanzia, il costo dell’energia con provvedimenti sbagliati su rinnovabili e eolico offshore. Noi abbiamo fatto gli 80€, la cancellazione dell’Imu, l’eliminazione dell’Irap costo del lavoro, industria 4.0. Lei ha fatto un sacco di video su Instagram e di post su Twitter. Noi facciamo politica, lei è un’influecer. E sulle tasse mente sapendo di mentire". Così Matteo Renzi sui social.