“Non ci sono rapporti tesi tra me e Grillo. Ci siamo sentiti anche ieri mattina e sinceramente non pensavo fosse scoppiata tutta questa polemica”. Federico Pizzarotti prende le distanze, più che dal leader del Movimento 5 stelle, dall’ipotesi di un suo presunto distacco da Beppe Grillo all’indomani dalla sua elezione a sindaco di Parma. “Mi ha telefonato proprio ieri mattina, ci siamo fatti le congratulazioni per il risultato raggiunto – ha continuato il nuovo sindaco di Parma – e alla fine mi ha fatto un in bocca al lupo per il lavoro che mi aspetta”.

Il caso (o presunto, come lo si voglia chiamare) era scoppiato dopo le parole pronunciate e ripetute in un’intervista, che sono state male interpretate da alcuni sostenitori del Movimento 5 stelle. “Grillo ha aperto una strada, ma a Parma hanno eletto noi” aveva dichiarato Pizzarotti dopo aver vinto le amministrative. I festeggiamenti erano già cominciati, Grillo gli aveva mandato un sms con su scritto “Ce l’abbiamo fatta”, il grido di vittoria rimbalzava da Parma a Genova.

Ma la dichiarazione del neoletto sindaco non è piaciuta a qualcuno, che tra i commenti del blog di Grillo ha fatto notare la cosa. Al punto che alcuni sostenitori nello spazio per i commenti del blog di Grillo, hanno manifestato il proprio disappunto contro Pizzarotti: “Hanno vinto i cittadini, non hai vinto tu”. “Caro Pizzarotti – scrive ancora Alessandro D. – a Parma hanno vinto i cittadini. Tu in questo momento hai la loro fiducia, ma non dimenticare mai l’importanza del lavoro di Grillo. Non è la tua vittoria, devi essere riconoscente a vita dell’opportunità che ti ha dato Grillo. Viva viva Grillo”. Ma tra i commenti in tanti se la prendono anche con i media, rei di “creare artatamente un conflitto inesistente tra Beppe e Pizzarotti”. I giornalisti, avverte Barbara, “peseranno ogni grammo e lo manipoleranno per presentare il Movimento come litigioso, autoritario, senza futuro”. “Non date retta ai pennivendoli giornalai: stanno facendo di tutto – sostiene Luciano – per sputtanare Beppe e Pizzarotti”.

Chiamato in causa sulla questione, Pizzarotti ha chiarito la sua affermazione, ribadendo che “Grillo è il fondatore del Movimento, ma adesso c’è bisogno soprattutto di lavorare per la città. E questo dobbiamo farlo noi, che siamo stati eletti dai cittadini di Parma”. Nessuna polemica o volontà di secessione dunque, ma soltanto una fedeltà alla linea che sin dall’inizio Pizzarotti e i suoi si erano dati, visto che anche già durante tutta la campagna elettorale l’allora candidato Pizzarotti aveva evitato di parlare di problemi nazionali e di rispondere a polemiche che riguardavano Beppe Grillo, mantenendo sempre fisso il suo obiettivo sulla città e sul suo programma da sindaco.

Pizzarotti nei suoi primi giorni da primo cittadino aveva anche detto che un ritorno a Parma di Grillo “sarebbe molto gradito, ma in modo informale, perché ora è soprattutto il momento di dimostrare che valiamo e che siamo in grado di governare. Quando ci saranno i primi risultati potremo organizzare un altro evento come quelli che ci sono stati in campagna elettorale e festeggiare davvero”. La città prima di tutto, per il neoeletto sindaco di Parma, e il debito da 600 milioni da risanare tra gli obiettivi principali. “C’è bisogno di lavorare sodo – continua Pizzarotti – è la cosa che ci interessa di più, il resto sono solo parole”.

Intanto, dopo i salotti post elettorali in tv e i titoli sulla stampa, Grillo dal suo blog attacca i conduttori dei più noti talk show televisivi. Nella hompage campeggia un dipinto che raffigura dei volatili con il volto di Gad Lerner, Giuliano Ferrara, Lucia Annunziata, Giovanni Floris, Corrado Formigli: “Sagome che si agitano dietro lo schermo con l’estrema vitalità che talvolta precede le ultime ore di vita – scrive Grillo – rammentano il dodo, l’uccello estinto”.
“Il loro lavoro di portavoci e anfitrioni, finora, lo hanno svolto egregiamente – prosegue – hanno trasformato personaggi come Lupi, Formigoni, Alfano, Veltroni, Alemanno, Fini i giganti della politica. Li hanno tenuti in vita. In caso di difficoltà sono puntualmente accorsi, premurosi come crocerossine, a portargli la flebo. I partiti ora muoiono,cadono come foglie d’autunno. I conduttori sono animali domestici (pappagalli?) dimenticati dal padrone dopo un trasloco. I loro studi, dove hanno manipolato per decenni l’opinione pubblica, sono spogli, tristi. I partiti vi inviano figure di secondo piano, per fare presenza. I conduttori sono costretti a intervistarsi tra di loro, a scambiarsi opinioni di cui non frega niente a nessuno. Santoro intervista Lerner. La Annunziata intervista Santoro. La Gruber intervista Mieli. Hanno inventato – conclude – l’informazione a ciclo chiuso”.

Poi Grillo propone l’idea del Movimento 5 stesle per l’informazione che offrirebbe “una via di fuga, l’opportunità di cimentarsi in una vera professione, non è mai troppo tardi”. Sulla televisionela proposta è che nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10 per cento”, e ancora “le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni”. Grillo propone poi l’abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive,
”la vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10 per cento, di due canali televisivi pubblici”, un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti e labolizione della legge Gasparri.

La conclusione è un’altra sfida che guarda il futuro: “Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento”.

 

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