- 14:12 - **Palermo: stupro gruppo, gup 'no audizone ragazza, rischio vittimizzazione secondaria'**
Palermo, 29 apr. (Adnkronos) - La presunta vittima dello stupro di gruppo del Foro Italico di Palermo non sarà risentita in aula, come chiesto dalla difesa degli imputati nella richiesta di rito abbreviato condizionato, perché in passato "era già stata sentita numerose volte" e una nuova audizione avrebbe "determinato una vittimizzazione secondaria". Lo ha scritto la gup di Palermo Cristina Lo Bue nell'ordinanza con cui ha rigettato la richiesta di abbreviato condizionato presentata dalla difesa dei sei giovani, tutti ancora in carcere, per violenza sessuale di gruppo. A farlo presente in aula, questa mattina, dopo la richiesta della difesa, erano state le parti civili che sono state ammesse al processo. Sono sette le associazioni che hanno chiesto di costituirsi parte civile e che sono state ammesse: Associazione Millecolori onlus, rappresentata dall'avvocata Federica Prestidonato, associazione nazionale Donne in rete contro la violenza, rappresentata dall'avvocata Elvira Rotigliano, Associazione 'Le Onde', rappresentata dall'avvocata Maddalena Gairdina, 'Biblioteca delle Donne centro di consulenza', sempre con avvocata Maddalena Giardina. E ancora: 'Associazione Insieme a Marianna Aps' con l'avvocata Alessandra Inguaggiato, l'Associazione contro tutte le violenze, rappresentata dall'avvocata Cinzia Manzella e l'Associazione femminile 'La Casa di Venere' con l'avvocata Roberta Anselmi. Escluse, invece, l'Associazione 'Emily' e 'Mezzocielo', rappresentate dall'avvocata Claudia Lombardo, e Associazione Mete Aps, rappresentata dall'avvocato Alì Listi Maman e Giuseppe Centineo. Ammesso come parte civile anche il Comune di Palermo rappresentato dall'avvocata Roberta Saetta.
- 14:10 - Ucraina: Kiev, 'oltre 18.000 soldati russi del distretto sud hanno disertato'
Kiev, 29 apr. (Adnkronos) - I soldati del distretto militare meridionale della Russia dispiegate in Ucraina stanno abbandonando i loro posti in numero crescente. Lo ha riferito l'intelligence militare ucraina (Hur), precisando che sono oltre 18.000 i militari dell'unità di Mosca che hanno disertato. Il motivo sarebbe da ricercare nel morale basso nelle truppe, problema ricorrente per le forze armate russe che combattono in Ucraina.
Di questi, circa 10.000 sono coscritti mobilitati e 2.000 sono invece soldati a contratto, ha aggiunto l'agenzia di intelligence militare. Il ministero della Difesa britannico ha dichiarato all’inizio di aprile che le truppe russe in Ucraina sono composte principalmente da soldati a contratto e riservisti mobilitati alla fine del 2022, ma i coscritti sono spesso costretti a firmare contratti.
Nella 58esima armata russa di armi combinate, il tasso di diserzione è di circa 2.500 soldati, secondo la dichiarazione dell'agenzia. Kiev ha incoraggiato attivamente le truppe dell’esercito d’invasione russo a disertare o addirittura a passare dalla parte ucraina. Il servizio di intelligence militare ucraino ha lanciato una hotline nel settembre 2022 per aiutare i soldati russi disposti ad arrendersi.
- 14:08 - Depardieu in stato di fermo, denunce di violenza sessuale
Parigi, 29 apr. (Adnkronos) - L'attore Gérard Depardieu è stato convocato questa mattina presso un commissariato di polizia di Parigi dove verrà messo in stato di fermo in seguito alle denunce di aggressione sessuale da parte di due donne. Lo riferisce l'emittente Bfmtv citando proprie fonti.
Le aggressioni sessuali di cui è accusato sarebbero avvenute su due set, nel 2014 durante le riprese del cortometraggio 'Magicien et les Siamois' di Jean-Pierre Mocky e nel 2021 sul set di 'Volets vertes' di Jean Becker. L'attore, 75 anni, verrà interrogato e dovrà rispondere delle accuse.
- 13:58 - **Rai: Codacons, 'esposto a Vigilanza e Anac dopo dichiarazioni di Presta su Amadeus'**
Roma, 29 apr. (Adnkronos) - "Non entriamo nel merito dei rapporti tra Lucio Presta e Amadeus, e non ci interessano le questioni personali ed economiche tra il conduttore e il suo ex agente, ma le dichiarazioni di Presta circa possibili violazioni delle disposizioni Rai meritano di essere approfondite per capire, nell’interesse degli utenti, se ci siano state irregolarità, così come avrebbe dichiarato il manager”. Lo spiega ad Adnkronos il presidente Codacons, Carlo Rienzi. Il riferimento è alle affermazioni di Presta rilasciate in una recente intervista, secondo le quali in relazione ad ‘Arena Suzuki’, programma prodotto da Arcobaleno Tre (la società di cui Presta ha ceduto le quote ma rimane manager), Amadeus avrebbe chiesto "che gli venisse pagata dalla società la direzione artistica e che gli fossero riconosciuti il 100 per cento dei diritti della titolarità del format" e il figlio di Presta avrebbe in parte ceduto alle richieste del conduttore riconoscendogli 90mila euro.
Denaro che – sempre secondo Presta - Amadeus avrebbe fatturato regolarmente con la dicitura 'direzione artistica', "contravvenendo", sostiene il manager, ad una circolare della Commissione di Vigilanza Rai. Rienzi spiega: “Effettivamente una circolare della Vigilanza Rai stabilisce che è ‘preciso interesse della società concessionaria evitare che artisti e conduttori possano beneficiare di ingiustificate posizioni di vantaggio, prive di qualsiasi riscontro di mercato’ e che ‘non è accettabile far diventare ogni conduttore, magari anche chi è cresciuto professionalmente in Rai, un format a sé stante, con il rischio che questa procedura sia in realtà surrettiziamente utilizzata per incassare maggiori compensi’ - scandisce il presidente dell’associazione dei consumatori- Circolare che impegna a dotare la Rai di strumenti idonei a verificare che i format esterni non si configurino come un mezzo surrettizio per incrementare ulteriormente i compensi di artisti, conduttori e giornalisti’”.
"Alla luce di tali disposizioni e delle affermazioni di Lucio Presta, abbiamo deciso di presentare un esposto alla stessa Commissione di Vigilanza Rai e all’Autorità Anticorruzione, affinché verifichino la veridicità delle dichiarazioni del manager e accertino, nell’esclusivo interesse degli utenti Rai, eventuali violazioni delle disposizioni in essere, adottando i provvedimenti del caso", conclude Rienzi.
- 13:56 - Indagine Altroconsumo, 'liste d’attesa Ssn incubo per 9 italiani su 10'
Roma, 29 apr. (Adnkronos Salute) - Attese lunghissime, strutture ospedaliere lontane, difficoltà con i Cup e, troppo spesso, agende di prenotazione bloccate. Per 9 italiani su 10 le liste d’attesa del Ssn sono un incubo. A certificarlo, se ce ne fosse ancora bisogno, è un’indagine di Altroconsumo secondo la quale su 1.100 cittadini intervistati oltre 950 hanno avuto difficoltà nel prenotare una visita o un esame con il Ssn nel corso dell’ultimo anno. L'indagine condotta su un campione aderente ad ACmakers, la community che collabora alle ricerche dell’Organizzazione, e focalizzata sulla problematica delle liste d’attesa, conferma un quadro sconfortante e fortemente critico, che non sembra registrare segnali di miglioramento. Gli italiani, quando va bene, sono costretti a rivolgersi al privato e a pagare di tasca propria ma in troppi rinunciano a curarsi.
Gran parte dei problemi - secondo Altroconsumo - si sono registrati con le visite specialistiche (per 2/3 delle segnalazioni ricevute): in particolare, le visite più citate sono quella oculistica (circa 180 segnalazioni) e dermatologica (circa 100, per lo più riguardanti il controllo dei nei). Tra gli esami più segnalati: ecografie dell'addome, tiroide, mammella e della spalla (circa 150), risonanze magnetiche, Tac (circa 100) e gastroscopia (circa 25). In realtà questo elenco non sorprende: visite oculistiche e dermatologiche, gastroscopie ed ecografie dell’addome sono da sempre le prestazioni che i cittadini pagano di più di tasca propria, prenotando nel privato, come confermano anche gli ultimi dati di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) sull’attività intramoenia, cioè l’attività privata degli ospedali pubblici.
Ma quali sono più nello specifico i problemi riscontrati? Innanzitutto, per 2/3 degli intervistati, le attese oltre le urgenze indicate sulla ricetta, ma anche strutture ospedaliere troppo lontane, appuntamenti non disponibili a causa delle prenotazione chiuse (fenomeno peraltro illegale). Ma non solo: Cup difficili da contattare, ricette che scadono, controlli che saltano.
Il problema delle attese eccessive – si legge nel report - riguarda la grande maggioranza degli intervistati; è impossibile per tanti fare visite ed esami nei tempi suggeriti dal medico, anche quando c’è un’urgenza indicata sulla ricetta (117). Ma colpisce che circa 1/4 di queste segnalazioni (263) riguardi l’impossibilità di prenotare una visita o un esame per via delle agende chiuse. Non è tutto: circa un quarto dei cittadini che hanno avuto problemi per avere l'appuntamento nei tempi prescritti dal medico, avrebbero dovuto recarsi in una struttura scomoda, talvolta lontana anche 100 km o più da casa, perché nella loro provincia il primo posto sarebbe stato disponibile solo dopo molti mesi. Questo accade perché i cosiddetti “ambiti territoriali di garanzia”, in cui i Cup possono prenotare le prestazioni, possono essere vasti. Seppur lecito, per molti è un disagio molto forte, se non un ostacolo alle cure, e questa pratica disattende il rispetto di quel “principio di prossimità e raggiungibilità” che viene citato dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa.
Anche le difficoltà a contattare il Cup (Centro unico di prenotazione regionale) sono denunciate frequentemente, visto che più di 1/5 degli intervistati dice di averle avute, tra attese molto lunghe, numeri sempre occupati e linea che cade dopo aver atteso inutilmente. Ma purtroppo, sulle attese al telefono con il Cup, non sono previste particolari tutele.
La situazione non migliora sul fronte ricoveri. Dei 1.100 intervistati – riporta il sondaggio - in circa 300 hanno detto di essere stati inseriti in lista d’attesa per un ricovero negli ultimi due anni. Poco più della metà dei cittadini è stata ricoverata nei tempi previsti; circa 100 persone invece non sono state così fortunate e circa 50 sono ancora in attesa di sapere quando verranno chiamate. Fra i motivi dei ritardi riscontrati: la mancanza di medici, di letti, l’assenza dell’agenda dei prossimi mesi. In tutte le testimonianze traspare comunque l’impotenza dell’attesa senza informazioni, metà degli intervistati che ha segnalato problemi ha deciso alla fine di rivolgersi ai privati.
“La crisi in cui versa il Ssn è sotto gli occhi di tutti da tempo poiché è stato, nel corso degli anni, gravemente sotto-finanziato da tutte le forze politiche e cause più recenti ne hanno accelerato il collasso, in primis la pandemia di Covid 19 - dichiara Federico Cavallo, responsabile Relazioni esterne Altroconsumo - Ciò che resta purtroppo costante è l’inadeguatezza delle risposte che la politica ha messo di volta in volta in campo. Un dato valga per tutti: secondo l’ultimo rapporto Bes dell’Istat, nel 2023 circa 4,5 milioni di cittadini hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, di liste di attesa o difficoltà di accesso. Si tratta del 7,6% della popolazione: in aumento rispetto al 7% del 2022 e al 6,3% del 2019".
E ciò "che è ancora più preoccupante è il fatto che il trend di spesa per la sanità - in percentuale sul Pil - è previsto calare nei prossimi anni, un segnale evidente di come la situazione non potrà certo migliorare, ma semmai peggiorare ulteriormente. Noi, come Altroconsumo - aggiunge Cavallo - continueremo a fare la nostra parte monitorando attentamente la situazione, agendo in sinergia con altre realtà impegnate a promuovere i principi di un Servizio sanitario pubblico, equo e universalistico, come la Fondazione Gimbe, e mettendo a disposizione dei cittadini informazioni e strumenti utili a far valere i propri diritti, così come previsti dalla Costituzione e dalle leggi italiane”.
Il "grave stato di salute del Ssn impone una profonda riflessione – sottolinea Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe - l’impatto dell’indebolimento della sanità pubblica sulla salute individuale e collettiva deve considerare anche il livello socio-economico della popolazione. L’aumento del numero di famiglie che vivono sotto la soglia della povertà assoluta, se da un lato “argina” la spesa out-of-pocket – quella che si paga di tasca propria – dall’altro aumenterà la rinuncia alle cure, peggiorando la salute e sino a ridurre l’aspettativa di vita proprio di quegli “indigenti” che l’art. 32 indica come persone a cui fornire cure” gratuite. “Indubbiamente, i tempi di attesa costituiscono una delle principali criticità del Ssn – conclude Cartabellotta - con cui cittadini e pazienti si scontrano quotidianamente subendo gravi disagi, come la necessità di ricorrere alle strutture private o la migrazione sanitaria, sino alla rinuncia alle cure. Un problema che da sempre affligge il nostro Ssn, ma che negli ultimi anni si è aggravato per l’enorme quantità di prestazioni non erogate durante la pandemia Covid-19. Tuttavia, le misure per l’abbattimento delle liste di attesa previste nell’ultima Manovra sono state guidate da una logica ‘prestazionistica’, senza alcun provvedimento mirato a monitorare e ridurre l’inappropriatezza delle prestazioni. Inoltre, il potenziamento dell’offerta è stato 'scaricato' di fatto sul tempo, sempre più esiguo, dei professionisti sanitari. Infine, l’aggiornamento del nuovo Piano nazionale governo liste di attesa, scaduto nel 2021, è ancora in progress”.
- 13:47 - **Palermo: stupro di gruppo, difesa sceglie rito ordinario, prima udienza il 15 maggio**
Palermo, 29 apr. (Adnkronos) - La difesa dei sei imputati accusati per lo stupro di gruppo di Palermo del luglio 2023, dopo il no alla nuova audizione della presunta vittima, hanno scelto il rito ordinario. La prima udienza del processo si terrà il prossimo 15 maggio davanti alla seconda sezione del Tribunale di Palermo. Sono sei gli imputati: Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao, tutti in carcere. In due oggi hanno rinunciato all'udienza.
- 13:32 - G7, Pareglio: "Rinnovare cooperazione per consentire a imprese di fare scelte in condizioni di pari competitività"
Roma, 28 apr. (Adnkronos) - “Le imprese possono operare secondo due, quello di modificare il proprio modello di business per rispondere alle esigenze dei clienti e dei mercati e quella di sviluppare all'interno dell'azienda una cultura più responsabile, più attenta all'uso delle risorse naturali, delle risorse sociali e di quelle energetiche. A dirlo, il presidente di Deloitte Climate & Sustainability, Stefano Pareglio a margine del B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l’unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia e ha un ruolo chiave nell’identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale, guidando i Paesi G7 nelle grandi sfide di oggi. (VIDEO)
“Nel nostro B7 Flash – ha rimarcato Pareglio - abbiamo anche portato l'attenzione sul fatto che è necessario che questa cosa avvenga attraverso una rinnovata cooperazione a livello internazionale che consente alle imprese di fare delle scelte in condizioni di pari competitività”.