Il nostro Governo, proseguendo sulla linea propagandistica che ne ha accompagnato la vita sin dall’inizio, ha pubblicato sul suo sito il resoconto dei primi cento giorni.

Leggendo bene viene il dubbio che il testo sia soprattutto rivolto alla nipotina Lisa (ricordate la bambina di due anni e mezzo, precocissima, che avrebbe detto che il nonno Monti fa le cose giuste per il futuro) perché le omissioni e le affermazioni trionfali che vi si trovano potrebbe non vederle solo un infante.

Ora, capisco che Frau Merkel. Mr. Sarkozy e soprattutto Olli Rehn e la grande finanza speculativa si alimentino di aspettative e che quindi la propaganda sia uno strumento di realtà virtuale che ben risponde alle rappresentazioni virtuali che appunto la finanza si fa del futuro, però a noi cittadini, che ben sappiamo cosa sta succedendo, potrebbe essere risparmiata la presa in giro e raccontate le cose così come stanno, senza inventarci una realtà che proprio non si vede.

Dunque, nell’ambito del decreto “salva Italia” (speriamo), alla voce “Pensioni” (pag. 3) si legge: “È il primo tassello di una riforma più completa che riguarderà anche il mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali. Il governo, in tempi rapidi ed in anticipo rispetto agli altri partner europei, ha avviato la riforma della previdenza: da questo anno viene esteso a tutti i lavoratori il metodo contributivo per il calcolo della pensione“. E non vi aspettate altro, perché lì solo questo si dice, ohibò.

Ma come, introduzione del contributivo e…basta? Forse a Monti difetta la memoria, ma è stata innalzata l’età di 6 anni di colpo, bloccata l’indicizzazione sopra a 1.500 €, eliminata qualsiasi forma di saggia gradualità, innalzato il minimo contributivo per l’anzianità di due anni e un mese per gli uomini e di 1 anno e un mese per le donne, innalzando contestualmente anche l’età minima anagrafica di 1 anno, sono stati messi disoccupati di varia natura, che avevano creduto a uno Stato che rispetta i patti, nell’ansia di non conoscere la propria sorte se non all’esaurimento dell’ultimo euro stanziato dalla Ministra Fornero senza che neppure si capisca il meccanismo e infatti l’INPS respinge le domande con motivazioni insensate. Su tutto questo un omissis che neppure nei report della CIA quando vengono resi pubblici.

In compenso, si trovano pagine sulle liberalizzazioni il cui capitolo è titolato: Equità: liberalizzazioni (equità di che?). Con spazio più che doppio di quello dedicato al massacro delle pensioni ci viene detto che i gestori dei distributori di benzina  “titolari dell’autorizzazione petrolifera” potranno fornirsi liberamente”; peccato che in Italia sono circa 1.500-2.000 pari al 7% del totale e che si aumenterà il numero delle farmacie di 5.000 unità; dato improbabile se è vero che il Governo vorrebbe arrivare a una farmacia ogni 3.000 abitanti quando Federfarma dice che oggi ne abbiamo una ogni 3.374 abitanti; siccome oggi le farmacie sono circa 18.000, anche l’eventuale approvazione del numero dei 3.000 abitanti (da vedere, perché le lobbies sono un po’ più agguerrite di lavoratori dipendenti e sindacati e vorrebbero anzi innalzare il numero di abitanti a 3.800) porterebbe a un incremento di circa 2.000 farmacie. Dei farmaci fascia C nelle parafarmacie si è persa traccia, così come non sembra che la lobby dei tassisti (anch’essa potente, per loro fortuna) verrà scontentata troppo.

Insomma, anche se il documento del Governo vorrebbe farci credere il contrario, finora (e, se piove di quel che tuona, con la riforma del lavoro, anche nel prossimo futuro) sono i lavoratori dipendenti che si stanno prendendo la nazione sulla schiena e, da bravi somari, si prendono anche le frustate (verbali) del padrone che li taccia di retrogradi, conservatori, privilegiati e via dicendo.

Non bastasse che gli effetti di una crisi generata dalle allegre banche si vanno a scaricare sul welfare europeo con un sapiente gioco di prestigio internazionale, dobbiamo anche sorbirci la propaganda mielosa? Oltre al danno, la beffa. Si stanno passando i limiti.

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