Dall’avvocato di Francesca Mambro riceviamo e pubblichiamo:

“Scrivo in nome e per conto di Francesca Mambro in merito all’articolo apparso ieri su Il Fatto. Comprendo la lusinghiera presentazione che del proprio cortometraggio dia l’Autore.

Comprendo assai meno che il detto Autore – per ricordare Alessandro Caravillani – dica che la Mambro “è tornata indietro e gli ha sparato alla testa”. Non so se il signor De Camillis attinga a fonti privilegiate. Di sicuro avrebbe potuto attingere a quelle giudiziarie.

Caravillani muore purtroppo in quel conflitto a fuoco perché un proiettile di rimbalzo ne provoca la morte immediata. Un proiettile di un fucile d’assalto che la Mambro non aveva, non essendo neppure entrata in banca per compiere materialmente la rapina.

I fatti sono ricostruiti nella sentenza che condannerà definitivamente la Mambro: “se poi il Caravillani fu colpito – scrivono i giudici – fu perché il giovane, messosi a correre, si trovò improvvisamente sulla traiettoria dei colpi esplosi nei confronti degli agenti”. Tanto che Mambro e gli altri concorrenti sono condannati per un attentato che ha cagionato offesa a persone diverse da quelle nei cui confronti l’offesa era diretta. Sia per Caravillani che per gli altri passanti feriti.

Purtroppo anche i trailers del corto danno evidenza di una Mambro che, a cavalcioni di un ragazzo steso a terra, spara il colpo di grazia con una pistola estratta in quel momento. Lascio al Sig. De Camillis la convinzione che la nostra querela sia ‘gratuita’.

Sono certa che, in nome di quella necessità di preservare la memoria degli anni di piombo, sia Lei – ed il quotidiano sul quale scrive – a dare conto di questa rettifica.

Avvocato Ambra Giovene, Roma

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