Sei mesi per la comandante della Polizia municipale di Piacenza. E’ quanto chiede il pubblico ministero Antonio Colonna per Elsa Boemi, comandante del corpo municipale piacentino, accusata di peculato all’interno del processo che la vede nel ruolo di imputata davanti al collegio composto dai giudici Marina Marchetti, Monica Fagnoni e Elena Stoppini. Questa mattina, al termine della requisitoria, il pm ha chiesto una condanna per la Boemi di sei mesi per l’utilizzo della vettura dei Vigili urbani senza le insegne per raggiungere Brescia, sua città di residenza, e tornare a Piacenza, facendone un uso improprio per due mesi.

Secondo quanto sostiene l’accusa, infatti, la comandante avrebbe utilizzato una Fiat Stilo in maniera reiterata per coprire il tragitto Piacenza-Brescia (luogo di residenza della Boemi) e ritorno nei mesi finali del 2009 e quelli iniziali del 2010. Con la stessa vettura Boemi avrebbe inoltre effettuato un viaggio tra Brescia e Bergamo. Sempre secondo quanto emerge dalle indagini condotte dalla Squadra mobile della Questura di Piacenza, Boemi si sarebbe indebitamente appropriata di 500 euro, computo delle spese autostradali e carburante per aver effettuato 24 viaggi tra Piacenza e Brescia, 22 Brescia- Piacenza e una volta Brescia- Bergamo e ritorno per un totale  di 4.100 chilometri.

La comandante ha però sempre respinto le accuse, sostenendo come il sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, l’avesse autorizzata all’uso dell’auto di proprietà comunale per essere tempestivamente reperibile a Piacenza in caso di emergenza. Una versione che lo stesso primo cittadino sembra aver avvallato nel corso della sua audizione in qualità di testimone, lo scorso aprile.

“La comandante della Polizia municipale di Piacenza era autorizzata all’utilizzo dell’auto di servizio – sosteneva Reggi – per i suoi compiti di responsabile della Protezione civile, per permetterle di raggiungere tempestivamente Piacenza in caso di emergenza, e in attesa di poter trovare un alloggio adeguato in città”.

Se Reggi dichiarò che l’auto della Polizia municipale serviva alla Boemi per i tragitti da Bresci a Piacenza e ritorno, fece altrettanto capire, dando per scontato, che le spese di benzina e pedaggio fossero a carico del Comune stesso. La tesi accusatoria ritiene però che l’auto fosse utilizzata per scopi non propriamente d’ufficio ma per motivi personali. L’udienza è comunque stata rinviata al prossimo 6 dicembre, data in cui è prevista la sentenza.

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