La chiamano velina ma in realtà è una clava, uno strumento di lotta congressuale. È la Velina Verde del cerchio magico che ricorda molto la Velina Rossa fondata da Pasquale Laurito (uomo vicino a Massimo D’Alema) il foglio ad uso dei giornali che a seconda delle opportunità diffonde le beghe della sinistra italiana. Per la verità il nome del periodico rievoca a sua volta quello di Vittorio Orefice, punto di riferimento dei cronisti parlamentari democristiani.

Insomma la question è sempre la stessa, quella cioè di creare un canale di informazione o controinformazione al servizio di una corrente politica. E la Lega si adegua; ecco quindi spuntare un giornale online dove si legge che verrà spezzato il patto d’acciaio dei maroniani. L’obiettivo è dichiarato: screditare la corrente di Bobo Maroni che si contrappone al cerchio magico. Un esempio è il titolo sobrio “Ali Babà e i quaranta Maroni insubri”, in cui si parla di infiltrazioni massoniche nel consiglio comunale di Varese del sindaco Attilio Fontana maroniano di ferro, presidente di Anci Lombardia ergo rivoltoso della manovra finanziaria. Nei giorni scorsi Bossi aveva diffidato i sindaci leghisti dal manifestare, domani, contro Berlusconi e Fontana ha minacciato le sue dimissioni. Volano dunque schiaffi nella Lega che si avvicina e si prepara all’autunno dei congressi delle lotte intestine al Carroccio portate avanti dai ribelli al cerchio magico quello creato dalla moglie di Bossi per tutela e proteggere il marito e che comprende oltre a Rosi Mauro e Marco Reguzzoni pure il sottosegretario Francesco Belsito tesoriere della Lega. Ma torniamo alla Velina Verde alla quale tutti negano una paternità e il cui dominio sembra essere stato registrato all’estero. Di certo c’è che ha avuto l’effetto di una piccola bomba in casa leghista. Si leggono nomi e ricostruzione di fatti interni al partito che coinvolgono Maroni e i vari sindaci che hanno difeso il loro bilancio attaccando il governo. In mezzo ci stanno i militanti sempre più incavolati con la Lega-ladrona che se ne sta a Roma a cincischiare mentre le famiglie e le aziende padane vanno a rotoli. Il quotidiano La Padania e Radio Padania Libera sono sempre più subissati di lettere e telefonate di protesta e dunque ecco il post sulla Velina Verde dove si assicura come il cerchio magico non lavori in maniera clientelare.

Difficile da dimostrare dopo l’elezione-imposizione di Renzo (Trota) Bossi in consiglio regionale della Lombardia, risultato di una vera mattanza tra candidati-militanti fatta nella circoscrizione di Brescia garantendo per l’appunto l’elezione al figlio del Capo. Ma ora che, come aveva anticipato Il Fatto Quotidiano, emerge la conferma che Umberto Bossi vuole inserire in politica anche il secondogenito Roberto Libertà le cose si complicano. Tutto ciò va però letto nell’ottica anche della nomina del nuovo segretario della Lega Lombarda ricoperto oggi da Giancarlo Giorgetti (appoggiato dalla corrente di Maroni). E si avvicinano i congressi, la stagione delle lotte feroci tra le anime del Carroccio, che nella Velina Verde rispolvera la Lega che fu: “Questi signori che spingono per entrare nei consigli di amministrazione di banche e imprese partecipate non è che tra un po’ sostituiranno la spada dell’Alberto da Giussano con la squadra e il compasso? E il verde della Padania con quello dei bigliettoni di banca?”. E con la bulimia di poltrone e incarichi di cui è affetta la Lega come la mettiamo?

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