Il ‘molleggiato’ e lo ‘scapigliato’ si interrogano sull’onestà. Adriano Celentano e Beppe Grillo conversano per un’ora al telefono, il cantautore milanese decide di inviare quel colloquio al Corriere della sera. Il direttore, Ferruccio de Bortoli, gli dedica un titolo in prima pagina: “Chi non ruba è un cretino”, partiti, giovani, cemento. I due discutono proprio sulla necessità di educare le nuove generazioni sul principio dell’onestà. “Come diceva Gesù, se già nel piccolo si è onesti – dice Celentano – a maggior ragione lo si è nel grande”.

Il comico e attivista genovese replica e usa una metafora biblica: “I corruttori iniziano a essere disonesti proprio quando le briciole cominciano a diventare pagnotte. Io non so se Gesù l’ha detta davvero questa cosa, ma se l’avesse detta veramente, mi permetto di pensare che forse quel giorno – osserva – doveva essere leggermente distratto da tipi poco raccomandabili” e l’ex ragazzo della via Gluck incalza: “Ci vuole un certo allenamento a praticare l’arte dell’onesto cittadino, come anche per fare il ladro – continua – però, se fin da piccoli ci alleniamo a rubare, non dobbiamo poi meravigliarci se poi da grandi si forma in noi la malsana idea che chi non ruba è un cretino“.

Ma i due trattano, inevitabilmente, anche il tema della politica e del movimento creato da Beppe Grillo. “Come stanno le ‘tue’ cinque stelle, brillano?”, chiede Celentano, “non solo brillano – risponde il comico – ma fanno scintille colorate, sono proprio contento”e spiega “è un movimento che cammina con le proprie gambe, con la forza dei giovani. Sono più di trecento quelli che entreranno nei consigli comunali e sono tutti ultracompetenti”. L’ex molleggiato osserva che sono proprio i comuni “i maggiori responsabili dello sfacelo. I grandi devastatori di ciò che era la nostra bella Italia. Basta dare un’occhiata…alla città di Milano”.

Grillo poi se la prende con l’informazione: “I giornali e le televisioni se ne guardano bene dall’informare la gente sui nostri successi. Non prendiamo soldi da nessuno… per legge avevamo diritto a un rimborso pubblico di un milione 400 mila euro, ma lo abbiamo rifiutato in segno di protesta”, l’Adriano nazionale dubita, e rileva che la penetrazione nei comuni del movimento grillino è “un progetto dai risultati lenti” e Grillo rintuzza: “Lenti ma inesorabili. Perché, tanto per restare nel tuo linguaggio, tu ne conosci forse uno più rock?”. E Celentano: “Sì, ma non lo dico. Non lo capiresti tu, figuriamoci i politici… Sei tu quello veramente rock, hai saputo accendere una scintilla lenta ma inesorabile che divamperà quando meno te lo aspetti in un incendio – afferma – purificatore, inestinguibile”.

I due tribuni su un punto sono perfettamente concordi: che in caso di elezioni anticipate Berlusconi possa di nuovo vincere. “Pensi che cadrà?” domanda il cantante. “Con i fatti dell’ultim’ora non è certo messo bene tanto bene, ma se si andasse a votare, conoscendo gli italiani, c’è il rischio che possa essere rieletto” risponde Grillo che rilancia “tu pensi invece qualcosa di diverso?”. “Il rischio effettivamente c’è”, risponde Adriano. Ma non mancano le stoccate del genovese all’opposizione: “Veltroni non si accorge che nel momento in cui rilancia la patrimoniale, automaticamente regala un milione di voti a Berlusconi. E’ così che vuole farlo cadere?”.

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