Premessa. In un’intervista di una settimana fa al Corriere del Mezzogiorno l’eurodeputato Luigi De Magistris ha spiegato il suo recente rinvio a giudizio per omissione d’atti d’ufficio, per il quale Marco Travaglio dalle colonne de “Il Fatto Quotidiano lo ha invitato ad autosospendersi dall’Idv, affermando: “Pago le mie denunce contro le toghe sporche e il malaffare della magistratura”. Prosieguo. E’ di poche ore fa la notizia che il pm di Salerno Rocco Alfano ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex procuratore capo di Catanzaro, Mariano Lombardi, per calunnia ai danni di De Magistris. Il Gup Vincenzo Di Florio ha fissato l’udienza preliminare per il 15 dicembre, notificando l’atto alle parti offese: De Magistris, appunto, e il Ministero di Giustizia. Lombardi è il giudice già imputato davanti all’ufficio del Gup di Salerno per la sottrazione dell’inchiesta ‘Poseidone’ a De Magistris quando questi era pm a Catanzaro e indagava sugli intrecci perversi tra massoneria, magistratura, politica ed economia calabrese. Lombardi all’epoca era il capo di De Magistris, gli tolse il fascicolo nel momento in cui apprese che il pm aveva iscritto nel registro degli indagati l’avvocato e parlamentare azzurro Giancarlo Pittelli, secretando l’atto in cassaforte e senza rivelarlo a Lombardi. De Magistris aveva agito così per esigenze investigative: i due erano amici, il figlio della compagna del procuratore capo lavorava nello studio dell’avvocato-parlamentare.

Ma Lombardi era anche parte lesa di una presunta calunnia compiuta da De Magistris in due verbali del 12 e del 20 novembre 2007, nei quali l’ex pm, sentito a Salerno dal sostituto procuratore Gabriella Nuzzi, ipotizzava che il capo della Procura di Catanzaro avesse violato il segreto d’ufficio sugli accertamenti a carico di un magistrato della Direzione Nazionale Antimafia (Dna). In seguito la Procura salernitana ha chiesto il proscioglimento di De Magistris. Lombardi, come era suo diritto, si è opposto alla richiesta di archiviazione. Ma le circostanze indicate nell’atto di opposizione, spedito con plico postale pervenuto a Salerno il 17 febbraio scorso, gli si sono ritorte contro. Il vice procuratore nazionale della Dna Emilio Ledonne, sentito come persona informata dei fatti, ha infatti smentito la ricostruzione di Lombardi. Di qui il rinvio a giudizio. “Chi di calunnia ferisce…” commenta De Magistris dalla sua pagina Facebook. Aggiungendo: “La richiesta di rinvio a giudizio di Lombardi è una ‘piccola’ conferma e una ‘piccola’ prova di come alla fine, anche se tra sofferenze e travagli, il cammino per ristabilire la verità dei fatti non sia un sogno”.

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