La fase politica è complicata. Molto. Si sfascia il Pdl e qualcuno dice che la stessa cosa accadrà, tra qualche mese, anche al Pd.
Non ci credo, né voglio crederci, ma consiglio molta opposizione e molta cautela. Se il governo cadrà, il Pd dovrà essere pronto in ogni caso.
Preparato alla sfida elettorale, con la possibilità per i propri elettori di scegliere i candidati al Parlamento attraverso primarie che renderebbero meno porcelloso il Porcellum e aprirebbero finalmente a liste scelte dalla popolazione. Con una bella sfida alla premiership dei tanti che si sono candidati in queste ore o hanno fatto capire di essere interessati.
Preparato ad ascoltare Napolitano e a valutare l’ipotesi di un governo tecnico, a responsabilità e a tempo molto limitati.
Perché nessuno può pensare che un pasticcio possa essere auspicabile. Nessuno può davvero pensare che noi si faccia un governo con il ministro più importante dell’attuale governo, autore della più classista e brutale delle manovre. Perché nessuno può pensare che l’alternativa di Bersani finisca in un governo di personaggi così compromessi. Se la scelta sarà alta e se ci saranno le condizioni per una riforma elettorale condivisa (che deve esserlo, nelle linee essenziali, prima della costituzione del governo), il Pd dovrà prendere in considerazione questa ipotesi. Per il bene del Paese e per portarlo alle urne nelle condizioni migliori. Presto, insomma, e bene.
Il dibattito che si è aperto in queste ore è quasi surreale. Il governo non è ancora caduto, Fini non è nemmeno uscito dalla maggioranza, ed è tutta una girandola di nomi e di soluzioni nello stesso tempo troppo politiciste e troppo spregiudicate. La verità è che il governo tecnico non è come un cannolo, ma piuttosto assomiglia al Mont Blanc o alla Sacher Torte, come diceva qualcuno. Si basa e si fonda su un equilibrio delicato. Altrimenti, appunto, si configura come pasticcio e come perdita di identità e di profilo politico.
Per questo il Pd dell’alternativa dovrebbe preoccuparsi, in queste ore e nei prossimi mesi, di fare opposizione, dura, precisa, senza paura a un governo che si sta squagliando e che ne ha già combinate a sufficienza, in questi sedici anni. A partire dall’operato del suo ministro dell’economia, che tanto ha fatto, con lo scudo, con Pomigliano e con altre fantastiche iniziative, per rendere questo Paese meno giusto e civile.
Siamo l’alternativa? Dimostriamolo.

Giuseppe Civati, consigliere regionale lombardo del Pd

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