Solita Atalanta, con il solito obiettivo: una salvezza tranquilla, da raggiungere magari con un po’ meno apprensione rispetto al quart’ultimo posto dello scorso anno. Per farlo la società ha confermato in panchina Edy Reja, l’allenatore più anziano del campionato, che la stagione passata era riuscito a raddrizzare la rotta dopo l’esonero di Colantuono. Sul campo, però, il mercato è stato meno conservativo che in passato: sono partiti Zappacosta e Baselli, i due talenti migliori in rosa che però a Bergamo non si erano affermati fino in fondo (specie il secondo). Le casse ringraziano, anche se forse si sarebbe potuto monetizzare di più il valore dei due giovani. In compenso sono arrivati innesti preziosi: Toloi e Paletta in difesa formano una coppia di sicuro affidamento, Kurtic e l’olandese De Roon (una delle possibili rivelazioni) portano verve e capacità di inserimento a centrocampo. Aver trattenuto in attacco i vari Pinilla, Denis, Gomez e Moralez rappresenta il vero colpo dell’estate. Con la loro qualità (in un 4-3-3 blindato dietro e letale in contropiede), la società si augura che la permanenza in Serie A non sia un grosso problema. L’Atalanta ha sempre fatto del suo stadio un ancora di salvezza, conquistando in casa i punti per mantenere la categoria: quest’anno, dopo il rifacimento dell’impianto – investimento da quasi 5 milioni di euro a metà con il Comune –, espugnare l’Atleti Azzurri d’Italia potrebbe essere ancora più difficile. E chissà che non sia proprio questa l’arma in più dei nerazzurri per un campionato positivo. A Reja il compito di osare, e non difendere soltanto. (di L.V.)