Tam Tam Basket – Primo tempo

Ho l’immagine di Lucy stampata negli occhi. Lei, le braccia sulle gambe, seduta in panchina mentre i suoi piedi si muovono a scatti. La osservo mentre segue le sue compagne che prendono la palla, se la passano, vanno a canestro e mettono a segno punti.

Intanto lei è lì, ferma accanto al mister e al preparatore atletico. Lucy è argentina. Il suo tesserino lo trattiene la squadra con cui giocava a Buenos Aires. I cartellini costano, la squadra vecchia non cede, quella nuova non compra. Quindi niente campionato. 

La storia di Lucy è diversa da quella dei ragazzi nati in Italia da genitori nigeriani e ghanesi, che tutti insieme e sotto la stella di una passione condivisa hanno dato vita e anima alla Tam Tam Basket di Castel Volturno. Le loro vicende sono diverse, ma l’espressione sul viso di chi deve restare fuori da un campionato è la stessa. Che sia per storie di cartellini, accordi, legacci o per leggi pensate in un’epoca e applicate in un’altra, che sia per i motivi più diversi, nulla hanno comunque a che vedere con la passione di chi gioca e vorrebbe giocare.

 Si parla, in questi giorni, e si fa bene, di una realtà che già di suo è una vittoria in una terra martoriata come quella casertana. Chi a Castel Volturno c’è stato una volta ricorderà per sempre il senso di abbandono e di pericolo che si respira ovunque ma avrà sicuramente presente anche la grande, sconfinata voglia di fare che dà la carica agli stranieri, aiutati dalle tante cooperative attive sul territorio.

La Tam Tam Basket è la classica sorpresa dietro l’angolo: perché gli allenamenti sono gratuiti e, nei territori difficili e rischiosi come il casertano, rappresentano il salvagente, visto che un passo falso o una palestra che chiude possono spalancare ai ragazzini le porte della criminalità.

Tam Tam Basket però è anche fatica, e lavoro, e crederci, e non mollare. Perché tutti quei giovani tra i 10 e i 16 anni, che hanno sfidato con i fatti un paese che ha paura a fare le leggi permettono sì, di dire che oggi è un giorno nuovo, ma anche che deve essere quello della scelta definitiva, quello che getta le basi per un terzo tempo che non deve mancare.

Il primo è stato scandito da Massimo Antonelli, l’allenatore-coraggio deciso a portare fino in fondo la sua battaglia, che ha definito “passo avanti” l’incontro con il comitato regionale campano della Federazione italiana pallacanestro (Fip), dove  per la prima volta si è discusso dei suoi giocatori, perché la maggior parte di loro non può partecipare ai campionati.

Motivo? Il regolamento. Che stabilisce che nelle squadre con atleti sopra i 13 anni si possono ospitare al massimo due stranieri. E nella Tam Tam tutti sono stranieri, pur essendo nati in Italia.

Tam Tam Basket – Secondo tempo

Poi c’è stato un secondo tempo: la vicenda è approdata in Parlamento e con un’interrogazione è stato anche interpellato il comitato olimpico internazionale alla ricerca, si è scritto, “Non di cambiare le regole ma di cercare una soluzione eccezionale in un contesto eccezionale”.

E poi dovrà esserci il terzo tempo, se tutto si incanalerà nella direzione giusta, ovvero se la Tam Tam verrà ammessa al campionato. Ipotesi che adesso è una speranza concreta visto che la legge di bilancio contiene la possibilità di tesseramento annuale, e dunque l’iscrizione ai campionati sportivi, anche ai minorenni extracomunitari che non in regola con i permessi di soggiorno purché abbiano però svolto un ciclo scolastico di almeno quattro mesi. Una norma che viene introdotta nel rispetto del principio del “diritto allo sport per tutti”.

Una possibilità. Forse. O forse una soluzione eccezionale in un contesto eccezionale. Può darsi.

Ma è qui che dovrà scattare quel terzo tempo che porterà a canestro sicuro e che permetterà di mettere a segno un punto da tre indelebile: la certezza che, vada come vada, nessun risultato dovrà essere impugnato a fine campionato con il pretesto dell’irregolarità o della nullità. Perché questi sarebbero davvero una sconfitta e un imperdonabile errore.

E perché non dovrà mai più esserci nessun’altra Lucy bloccata in panchina a guardare mentre brucia dal desiderio di giocare.

Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook “Io sto con Tam Tam Basket”

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