Renzi rivendica il lavoro del suo governo, Emiliano molto critico sui molti errori e Orlando attento a non dimenticare il suo ruolo nel governo ma più spostato a sinistra soprattutto sui temi della povertà. Nei 60 minuti di confronto tv, su Sky, i tre candidati alla segreteria del Pd sono apparsi lontani e, pur con fair play, hanno marcato le differenze su temi come la patrimoniale, Alitalia, gli 80 euro ma anche sui diritti, come quello all’aborto. Sotto il profilo della comunicazione il più sorprendente è stato proprio il ministro della Giustizia, apparso più sciolto del solito.

Il dibattito è serrato, con risposte con conto alla rovescia da un minuto e mezzo, pochi sorrisi tra gli sfidanti e il solo Emiliano che alleggerisce con qualche battuta. Fin dall’inizio si è capito che i tre aspiranti leader sono lontani: sull’affluenza ai gazebo di domenica per Renzi “tutto ciò che è davanti 1 milione va bene”, per il guardasigilli “servono 2 milioni di votanti per un partito forte”. Emiliano gioca subito a smarcarsi: “Abbiamo fatto un congresso con rito abbreviato, per me, che mi sono candidato per salvare il Pd ed evitare che ci fosse un confronto tra loro due, va bene qualunque cosa”.

L’urgenza Alitalia interroga i tre candidati. Renzi parla di “saga degli errori”, esclude soldi pubblici e annuncia una proposta del Pd entro il 15 maggio. Orlando non vuole la liquidazione e Emiliano, polemizzando con il governo Renzi, attacca: “Si sono trovati i soldi per non far fallire le banche, si troverà anche il modo di salvare Alitalia”.

L’economia divide profondamente i tre candidati: Renzi e Orlando difendono gli 80 euro, Emiliano è critico e vede negli introiti di una web tax la possibilità di sgravi fiscali. E il governatore, con Orlando, si dice favorevole anche ad una patrimoniale. “In questo momento non è una soluzione”, taglia corto l’ex premier convinto che solo “con un accordo diverso in Ue” si possa fare di più negli sgravi fiscali.

Biotestamento, no tasse alla Chiesa quando si adopera per il bene della Comunità e no all’uscita dall’euro vede d’accordo i tre sfidanti in un confronto nel quale si ha talvolta l’impressione che Renzi e Orlando si punzecchino tra loro mentre Emiliano più volte mette all’indice gli “errori” dell’ex capo del governo. E sembra minaccioso sulla richiesta di lealtà dopo le primarie, avanzata da Renzi: “No, se perdo farò opposizione costruttiva”.

Il ruolo di Orlando, ministro del governo e ora sfidante, viene più volte alluso da Renzi. “A volte ho la sensazione che tu sia stato su Marte in questi anni, sei in Parlamento dal 2006 e hai votato il fiscal compact votando il pareggio di bilancio in Costituzione”, si scalda l’ex sindaco di Firenze quando l’ex diessino rivendica il suo europeismo e chiede, rivolto all’ex presidente del consiglio, di non dare “la colpa alla tecnocrazia perché scende in campo quando la politica fallisce”. In questo caso si arriva quasi allo scontro frontale

Ecco come hanno risposto i candidati alle varie domande

Partecipazione alle primarie
Matteo Renzi: “Tutto ciò che sta sopra il milione va bene. Mi aspetto, spero 50 più uno, perché questo vuol dire vincere al primo turno”.

Andrea Orlando ha risposto ricordando che Renzi aveva nel 2013 aveva risposto due milioni ed è quello l’obiettivo della partecipazione. “Avrei voluto un altro congresso preceduto da una discussione sul merito che rispondesse alle domande poste dal referendum. Non è stato possibile. Ora seguiamo le regole: più gente verrà e più sarà forte il Pd”.

Michele Emiliano: “Abbiamo deciso di fare un congresso con il rito abbreviato. Di corsa. Non siamo stati in grado di far sapere a tutti che queste primarie possono cambiare il Paese e il Pd. Per me, che mi sono candidato per salvare il Pd ed evitare che ci fosse un confronto tra loro due, va bene qualunque cosa”.

Web-tax
Renzi: “No, perché ci fregano e vanno da altre parti. Ci vuole l’unione fiscale europea: la partita è a Bruxelles, o si fa a livello europeo o saremo penalizzati”.

Orlando: “Sono favorevole alla web tax? In parte sì, è fondamentale però che non sia una scelta isolata. Per questo serve una unione fiscale europea”.

Emiliano: “Con le entrate finanziarie a regime derivanti dalla web tax si possono finanziare sgravi fiscali permanenti e mettere più soldi in busta paga”.

Larghe intese
Renzi: “Il governo con Berlusconi? L’hanno già fatto”. In futuro “lo deciderà il parlamento. Ma io voglio che tutti insieme facciamo una legge col maggioritario. No al proporzionale. Parlare di legge elettorale e riforma costituzionale con me è evocare una ferita: ho perso il mio incarico perché volevo un sistema molto più semplice dell’attuale, con il ballottaggio, con meno politici e poltrone. Abbiamo perduto ma avevamo detto che ci sarebbe stato la palude”. Per votare, ha aggiunto, “c’è tempo fino a maggio 2018, secondo la Costituzione”.

Orlando: “Io dico legge elettorale come priorità assoluta, non perdiamo ancora tempo, ne abbiamo perso fin troppo. Un minuto dopo si può andare a votare”. Orlando si è anche detto contrario alle larghe intese con il centrodestra.

Emiliano: “Non ci starei a fare un governo con Berlusconi”.

Jobs Act e lavoro
Renzi: “Avendo proposto io il Jobs act è ovvio che non voglio cambiarlo. Dico solo che ora ci sono 711mila posti di lavoro in più, non sono soddisfatto vorrei e fare di più non mi basta. Il lavoro non si difende con cortei e convegni”.

Orlando: “Anch’io pensavo che il jobs act avrebbe dato risultati più seri. Diciamo la verità la corsa ad assumere la gente perché non c’è più limite al licenziamento non c’è stata. Sull’articolo 18, senza tornare indietro, bisogna ritornare e così sui licenziamenti collettivi”.

Emiliano: “Bisogna ripristinare il diritto del lavoratore perché il lavoro è la dimensione della persona. Se qualcuno pensa di cavarsela buttandogli in faccia dei soldi sbaglia. Il Jobs act ha dato un contributo molto relativo. Ha funzionato finché c’erano gli sgravi poi, finiti gli sgravi ha esaurito il suo compito”. Sull’articolo 18: “Bisogna ripristinate il diritto del lavoratore a essere integrato, non c’ è solo un valore economico ma anche della persona, lo Stato non può consentire che ci sia solo un valore economico oppure agevola gli imprenditori scorretti. Il Jobs act ha dato effetti solo in fase di sgravi fiscali”.

Botta e risposta sugli 80 euro
Primo botta e risposta su Sky tra i candidati alla segreteria Pd sul bonus per gli 80 euro. Emiliano ha chiesto una replica per definire i bonus “una fissazione di Matteo che è sempre lui testardissimo nella riproposizione dei suoi errori”. “Mi spiace replicare – ha ribattuto Renzi – non capisco che c’entri quanto io sia cambiato, parlare di mancanza di diritti sugli 80 euro vuol dire non conoscere la busta paga di un metalmeccanico”. Orlando ha definito gli 80 euro “una scelta giusta, forse isolata” criticando invece che il bonus cultura sia stato dato a tutti anche ai figli dei ricchi.

Fisco e patrimoniale
Renzi: Gli 80 euro sono “la più grande opera di redistribuzione mai fatta in Italia negli ultimi 30 anni. Non basta perché c’è ancora un gap troppo alto: si può intervenire a condizione di un altro accordo in Europa diverso sulla fiscalità ma anche sul deficit pubblico. Gli unici che hanno fatto qualcosa sono state le persone che hanno scelto, non solo sottoscritto ma anche Orlando che era in Cdm, gli 80 euro. Non come quelli che fanno il reddito cittadinanza e non si rendono conto dei numeri, che sono argomenti testardi”.

Orlando: “Sono favorevole a una tassa patrimoniale. La lotta alla povertà è una priorità assoluta. Ci sono 4-5 milioni di persone sotto la soglia di povertà, 100mila bambini sotto la soglia di nutrizione minima. E’ una vergogna. Quella fascia di persone, l’1% degli italiani, che ha una ricchezza pari all’insieme del debito pubblico del nostro Paese, può dare qualcosa in più di quello che sta dando oggi. Per questo serve un’unione fiscale a livello europeo e poi lavorare sulla spesa pubblica. Va rivista – ha spiegato -, non ridotta ma renderla più produttiva. E poi dovremmo rivolgerci a quell’1% della popolazione che detiene il 25% della ricchezza del paese. Se faranno questo sacrificio stapperanno qualche bottiglia di champagne in meno…”.

Emiliano si è detto d’accordo con una patrimoniale spiegando che bisognerebbe metterci mano “se non riusciamo a fare scendere la spesa pubblica. Se riusciamo a selezionare i tagli, non in modo lineare, e decidere cosa tagliare, bene. Sennò bisogna chiedere a chi ha di più”.

Il Papa conteso
A una domanda sul biotestamento e le eventuali pressioni del Vaticano sulla politica italiana i tre candidati si “contendono” Papa Francesco.

Orlando: “A me una volta il papa mi ha chiamato. Non mi ha chiesto niente di questo, mi ha chiesto di occuparmi dei detenuti”.

Renzi rivendica il suo essere cattolico ‘adulto’, “che fa politica da laico” e si dice d’accordo con la legge che viene discussa in Parlamento. “Anche a me il papa non ha chiesto questo”.

Emiliano sfrutta il tempo di replica: “Quando mi è capitato di incontrare il papa, l’unica cosa che mi ha chiesto è di occuparmi della salute dei bambini di Taranto”.

Biotestamento
Emiliano e Orlando auspicano di “poter disporre da lucido su che cosa fare” della propria vita. Renzi, pur dicendosi cattolico, dice di far politica da laico: tutti e tre sono d’accordo sul testamento biologico approvato alla Camera.

Aborto
Orlando: “Bene ha fatto Zingaretti” a garantire l’aborto negli ospedali del Lazio: “Chi fa quel lavoro deve garantire un servizio pubblico, frutto di battaglie del passato, per porre fine all’aborto clandestino”.

Renzi: “Il diritto all’obiezione di coscienza va garantito e allo stesso tempo l’aborto previsto da una legge dello Stato. In più serve educazione sessuale nelle scuole e un investimento nella cultura e nella consapevolezza delle nuove generazioni. L’aborto, secondo la legge, deve essere evitato il più possibile”.

Emiliano: “E’ un dramma soprattutto per le donne e si fa fatica a comprendere questo tema soprattutto nelle aule parlamentari: si discute spesso di queste questioni solo per marketing politico e soffro moltissimo quando non si riesce a garantire una scelta drammatica”.

Migranti (tutti contro Di Maio)
Renzi
: “Il vice presidente della Camera ha attaccato le Ong, ma il problema sono gli scafisti non le Ong. Ma diciamo che qualcosa non funziona, l’ha capito per primo il ministro dell’Interno Minniti che lavora con straordinaria determinazione e tenacia”.

Orlando: “L’Italia nel corso di questi anni, senza alcun aiuto dall’Europa, ha salvato migliaia di vite umane e se fossi il vicepresidente della Camera” Luigi Di Maio che ha “strumentalizzato vicenda Ong, mi vergognerei profondamente”.

Emiliano: “Interi settori economici sopravvivono grazie ai migranti, serve una politica che gestisca i flussi, non tutti devono arrivare insieme ma serve un meccanismo legale di entrate, bisogna accogliere chi vuole lavorare. Negli ultimi anni c’è stato un sistema che ha favorito distorsioni e spreco di denaro pubblico”.

Legittima difesa
Renzi: “Sulla legittima difesa un primo passo è stato fatto” ma non basta e questo “non è cedere a una cultura securitaria ma mettersi in sintonia con cittadini. Se c’è una legge sulla legittima difesa va fatta molto più seria di come è fatta adesso”.

Orlando: “I Paesi dove ci sono più armi in giro non sono più sicuri, ce lo dimostrano gli Stati uniti. Un conto è permettere ai cittadini di difendersi un altro è dare il messaggio che ognuno ci deve pensare da sé. Se non ci pensa lo stato siamo tutti più in pericolo. Attualmente la gran parte di quelli che vengono indagati ai sensi della legge sulla legittima difesa vengono assolti o i casi archiviati. Prima di rivedere la legge forse bisognerebbe leggerla meglio”. In mano a me una pistola sarebbe un pericolo per tutti”.

Emiliano: “Io ho dovuto girare armato, per motivi di sicurezza. Ma sconsiglio l’uso della pistola, è fonte di ulteriori dolori”.

Europa, lite tra Renzi e Orlando
Matteo Renzi: “Europa sì ma non così: va bene essere contro le follie dei Salvini e dei Grillo ma l’Europa così non risponde alle domande dei cittadini. Ci vuole più rispetto per la necessità di cambiare una politica economica che non ha funzionato. Ho tolto una volta la bandiera europea da Palazzo Chigi perché era il giorno del terremoto e in quel momento mi hanno chiesto lo 0,2% di correzione mentre scavavamo le macerie. Un’Ue che si affida alla burocrazia è morta”.

Andrea Orlando dissente: “La nostra prospettiva è l’Europa. L’Europa è il luogo dove si può realizzare la battaglia per la giustizia sociale perché i grandi colossi possiamo prenderli solo se non si torna nella dimensione nazionale perché scapperanno sempre. Nelle iniziative avrò sempre dietro la bandiera Ue e farò sempre le battaglie per l’Ue, senza dare colpa alla burocrazia, sennò le parole sono molto simili a quelle dei populisti. Quando c’è stato Prodi la politica non andava in questa direzione. Non diamo la colpa alla tecnocrazia perché scende in campo quando la politica fallisce”.

Renzi ribatte: “A volte ho la sensazione che tu sia stato su Marte in questi anni, sei in Parlamento dal 2006 e hai votato il fiscal compact votando il pareggio di bilancio in Costituzione. Possiamo andare d’accordo sull’elezione diretta del presidente della Commissione, ripartiamo da questo”.

Orlando riprende la parola:”Io non ho firmato il fiscal compact. E poi tu facevi già politica all’epoca. E sul pareggio di bilancio, anche tu eri a favore con Monti”.

Renzi controreplica: “Al governo votato con la fiducia di Berlusconi io non ci sono mai andato, tu sì. Facevi il ministro dell’ambiente con la fiducia di Berlusconi. Quanto ai fatti, tu eri in parlamento quando si è votata la modifica dell’articolo 81, non te ne devi vergognare. Si fanno anche cose sbagliate”. E Orlando: “Eh sì, si fanno”.

Tempi di attesa per una radiografia: solo Orlando dice giusto
I tempi di attesa di una radiografia nelle rispettive regioni? Tra i tre candidati alle primarie del Pd solo Andrea Orlando risponde in modo esatto. Per Renzi in Toscana occorrono 90 giorni, mentre sono 30. Michele Emiliano ammette di non possedere il dato: “Quindi non lo sparo”. In Puglia bisogna attendere tra i 30 e i 60 giorni. Andrea Orlando spiega che in Liguria bisogna aspettare tra 30 e 60 giorni. Ed è giusto. “Ma molti liguri vanno in Toscana, perché c’è da aspettare meno”.

Il poster da attaccare in camera
Candidati alle primarie Pd divisi sul tema del poster in cameretta.

Michele Emiliano: “A 15 anni avevo in camera Gigi Riva che calciava in porta il terzo gol con la Germania. Oggi metterei il poster di Yuri Chechi: si è rotto un tendine come me, io ho saltato solo campagna elettorale, lui le Olimpiadi”.

Orlando ha spiegato: “Io avevo Berlinguer e anche una foto di Allende. Oggi aggiungerei Mandela”.

Renzi ha chiuso: “Dipende se erano 15 o 16 anni, perchè proprio allora Baggio veniva venduto dalla Fiorentina. Poi avevo i Duran Duran e Bob Kennedy. Oggi direi Barack Obama”.

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