“Dacci il codice del bancomat o ti massacriamo“. Mentre proseguono senza sosta le ricerche di Igor Vaclavic, detto il Russo, il sospettato numero uno per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, Alessandro Colombani racconta la sua esperienza vissuta con il latitante. Nella notte del 23 luglio 2015 fu aggredito al rientro nella sua casa di Villanova di Denore nel Ferrarese da tre persone che lo massacrarono di botte. Per quella rapina, che fruttò un bottino di poco più di 300 euro, è stato chiesto il rinvio a giudizio per Ivan Pajdek, Patrik Ruszo e, appunto, Ivan Vaclavic, il ricercato dai tanti alias. Pajdek e Ruszo sono già stati condannati in primo grado anche per la morte di Pierluigi Tartari, il 71enne morto a seguito di una rapina avvenuta poche settimane dopo quella ai danni di Colombani. Alla rapina Tartari Igor il Russo non partecipò, ma oggi è l’uomo più ricercato d’Italia per i due assassinii di Budrio e Portomaggiore. “Pensavo che con un mandato di cattura europeo che pendeva su di lui fosse andato chissà dove – racconta Colombani – E invece in questi due anni ha continuato a girare qui vicino. Ho avuto le sue mani addosso, ma sono ancora qui. Altri invece non ci sono più. Sono fortunato”

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