Il caso Minzolini e i voti (e le assenze) del Partito Democratico, risultati decisive per il voto che ha salvato il senatore di Forza Italia dalla decadenza, dopo la condanna in terzo grado per peculato, tengono ancora banco all’interno del dibattito tra i dem. Marco Meloni, deputato da sempre vicino all’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta, dopo aver commentato su Twitter il voto pro Minzolini come “un grande regalo al M5S per il quale provo sinceramente vergogna”, al congresso di ‘Futurdem‘ afferma: “Se il Parlamento decide di poter non applicare una legge per un suo componete, poi la politica e le istituzioni fanno fatica a spiegare ai cittadini che devono rispettare le leggi”. Meloni si sofferma poi sulle scene da stadio al momento del voto che ha salvato il senatore Minzolini dalla decadenza: “Credo che moltissimi italiani e moltissimi ‘democratici’ abbiano percepito uno sconcerto assoluto. Non c’era nulla da esultare”. Per la segreteria del partito, Meloni sostiene il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che intervenendo a Roma all’Assemblea Nazionale di ‘Campo Democratico‘ guidato da Gofffedo Bettini e Sandro Gozi, alla proposta che emerge dall’interno del suo partito di modificare la legge Severino risponde: “Per ragioni istituzionali non commento questa vicenda”. Ma è stato un errore quel voto su Minzolini? Stessa risposta, ripetuta per tre volte

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