Francesco Greco è il nuovo procuratore capo di Milano. Lo ha deciso a larga maggioranza il plenum del Csm riunito a Roma. Sconfitto il procuratore aggiunto Alberto Nobili, l’unico sfidante rimasto in lizza dopo il ritiro – annunciato oggi – di  Giovanni Melillo, attuale capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Greco, finora coordinatore del pool reati finanziari sempre a Milano, succede così a Edmondo Bruti Liberati, andato in pensione a novembre. Una delle procure più importanti d’Italia è stata dunque vacante per sette mesi.

Greco (nella foto), già nel pool Mani pulite, è stato titolare di tanti importanti inchieste, tra le altre quelle su Montedison, Enimont, Parmalat e sulle scalate bancarie. Originario di Napoli, 64 anni, è in magistratura dal 1977 e in procura da 37 anni. “E’ tra i massimi esperti nel settore dei reati economici”, e anche per questo “è il candidato migliore per la guida della procura di Milano, in un contesto in cui l’economia connota le attività illecite” , ha detto la relatrice Paola Balducci, esponendo le ragioni della sua proposta a favore della nomina del magistrato. Le ultime inchieste di rilievo che portano la sua firma sono quelle sul San Raffaele, sull’Ilva, sul Monte dei Paschi di Siena. Così come sono sue le verifiche fiscali nei confronti di Apple, Google e Amazon. Nel filone Mani Pulite, prese il posto di Antonio Di Pietro come rappresentante della pubblica accusa al processo Enimont, quando il magistrato molisano decise di lasciare la toga per entrare poi in politica.

La nomina di Greco è passata con una maggioranza più ampia di quella prevista alla vigilia: 17 sì, contro i 4 per Nobili e tre astenuti. Per lui hanno votato tutti i togati di Area e di Unicost, i laici di centrosinistra e di Forza Italia. I togati di Magistratura Indipendente si sono invece espressi per Nobili – procuratore aggiunto di grande esperienza, tra i pionieri delle inchieste sulla ‘ndrangheta in Lombardia nei primi anni Novanta – con Aldo Morgigni di Autonomia e Indipendenza. Si sono invece astenuti i vertici della Cassazione e il laico di Ncd Antonio Leone , che avrebbero preferito la nomina di Melillo.

La rinuncia di quest’ultimo, che ha portato un voto in più a Greco, era stata annunciata  dal vicepresidente del Csm Giovanni Legnini in apertura del plenum straordinario.

La candidatura di Melillo aveva suscitato polemiche perché il magistrato ricopre il ruolo di capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, e un passaggio diretto da via Arenula a Palazzo di giustizia aveva suscitato più di una perplessità. La relatrice che aveva proposto la sua nomina, Elisabetta Alberti Casellati, ex senatrice di Forza Italia, ha preso la parola subito dopo annunciando che avrebbe votato per Greco.

Tra i consiglieri togati che hanno votato per Greco figurano Antonio Ardituro, Piergiorgio Morosini, Fabio Napoleone e Luca Palamara.

Lo stesso plenum ha promosso Piercamillo Davigo – anche lui protagonista dell’inchiesta Mani pulite e da poco presidente dell’Anm – presidente di sezione in Cassazione, preferendolo con 18 voti al concorrente Antonio Prestipino, come lui consigliere presso la Suprema Corte, che si è fermato a quattro preferenze.

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