Stavolta a restare senza lavoro non è un professore ma una preside: Maria Giovanna Forlani, 50 anni, unica dirigente in Italia non vedente è stata licenziata. A firmare il provvedimento, arrivato a casa della professoressa tramite ufficiale giudiziario, è stato il dirigente dell’ufficio scolastico regionale Stefano Versari. Una decisione arrivata senza alcun preavviso ma a seguito di un’ispezione che è durata otto mesi. Una vittoria per i genitori e per gli insegnanti che da anni si lamentavano della dirigenza della Forlani mal gradita sia al liceo “Romagnosi” di Parma, sia a Cremona che al terzo circolo didattico di Piacenza dove era in servizio fino all’11 aprile scorso, quando si è assentata per malattia.

Ora è la dirigente, a parlare, ad ammettere che qualche problema c’era, a spiegare passo per passo l’iter della vicenda e a puntare il dito contro i vertici del ministero dell’Istruzione: “Alla scuola di Piacenza, i docenti e i genitori, hanno raccolto firme nei bar: secondo loro provoco disagio, volevano mandarmi via ma è uno strazio, una vergogna; siamo di fronte all’abbandono di una disabile da parte delle autorità scolastiche. Nel settembre scorso ho ricevuto l’avvertimento di un’indagine ispettiva che si è poi svolta ma ancora oggi ho visto solo una parte degli atti, non so chi sono i mandanti: 30 pagine di omissis che non possiedo. A seguito di quell’ispezione mi è arrivato un trasferimento d’ufficio senza indicata la data e la destinazione. Dall’11 aprile sono in malattia: attendevo la nuova sede. Ho sollecitato l’accesso agli atti ma nel frattempo è arrivato l’ufficiale giudiziario con il decreto di licenziamento firmato da Versari. Le motivazioni sono in quattro righe. Altre quattro pagine sono negli addebiti: assenze ingiustificate, uso improprio di mezzi. Tutte falsità. Non è stata considerata la Legge 68 che obbliga il datore di lavoro a mettere il dipendente nelle condizioni di poter svolgere la propria mansione. Nel mio caso stiamo parlando di un sussidio, di una persona che poteva darmi una mano: mi serviva qualcuno che leggesse i documenti, il computer con la sintesi vocale non basta. Ho sette plessi mi serviva un accompagnatore”.

La professoressa Forlani non nasconde i problemi avuti anche in passato: al liceo “Romagnosi” a Parma così come all’istituto comprensivo di Podenzano ha sempre avuto contestazioni da parte di mamme e papà. Anche in quest’ultima scuola aveva avuto un’ispezione.
La dirigente vanta un curriculum di tutto rispetto: ha vinto il concorso nel 2010; si è laureata a 23 anni, ha insegnato per 20 anni storia e filosofia; ha preso una seconda laurea; ha scritto una quarantina di libri.

“Le motivazioni delle continue ispezioni – spiega la dirigente – sono state sempre le stesse: mancanza di dialogo, di comunicazione, difficoltà relazionale. Non ho alcun complesso, non mi sono mai neanche voluta far valere con una sorta di rivalsa a causa della mia sofferenza. Il mio handicap l’ho sempre ignorato, non l’ho mai usato”.

Ora è pronta a fare ricorso al giudice del lavoro ma non risparmia accuse: “Siamo di fronte a un’iniziativa di natura ideologica, c’è un abuso di potere e c’è il silenzio delle autorità scolastiche: bastava che il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Piacenza, Giovanni Vesco mi convocasse e la situazione si sarebbe risolta. Non mi ha ricevuta. Il 25 novembre 2015 mi ha detto che stavano provvedendo ma non l’ho mai più visto. Nessuno mi ha mai detto nulla. A Podenzano per tre anni mi hanno pedinata: questa non è persecuzione? Ho anche scritto al ministro Stefania Giannini, il 2 dicembre dello scorso anno ma non ho mai avuto risposta. Mi rivolgerò ancora al ministero perché io non ho rubato, non ho fatto ammanchi, non ho falsificato documenti, è solo una questione personale”.

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