“Se stiamo andando a votare è colpa solo del governo che ha insistito nell’eliminare il termine massimo di durata delle concessioni: non esiste nel nostro ordinamento giuridico una sola autorizzazione senza un termine, perché significa consegnare in proprietà qualcosa che è pubblico”. Lasciata la direzione nazionale del Pd, il governatore della Puglia Michele Emiliano (guarda il suo intervento – video) ribadisce alla stampa le ragioni del Sì al referendum del 17 aprile sulle trivelle, e sull’emendamento della discordia, che ha travolto il Mise e costretto la sua titolare alle dimissioni per presunti favori al suo compagno e alle aziende petrolifere, Emiliano rilancia: “L’emendamento Guidi serviva solo a evitare che le aziende pagassero le compensazioni ambientali”. La replica di Matteo Renzi alle sue argomentazioni (video) non l’ha convinto: “Ho votato contro”. Ma il suo appello per il Sì è una voce isolata. Tra i dem che lasciano la direzione, la linea del segretario ha la meglio. “Mi attengo alle indicazioni del partito come ho sempre fatto”, si smarca il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Mentre Ivan Scalfarotto, viceministro allo Sviluppo economico, non ha dubbi: “Referendum inutile, mi asterrò”. Addirittura il presidente della Basilicata Marcello Pittella, che in direzione ha tuonato contro le trivellazioni, si limita a dire che andrà a votare: “Ma non dico cosa voterò, non voglio condizionare nulla”. E per la cronaca ricorda alla stampa che parla “da renziano”
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