Al terzo giorno di crisi i netturbini di Livorno ricominciano a raccogliere rifiuti e il sindaco Filippo Nogarin si ritrova a raccogliere i cocci. Il Movimento Cinque Stelle, nella seconda città più grande che amministra, si risveglia piegato, logorato dalla questione Aamps, la municipalizzata agonizzante, dopo la seduta-fiume del consiglio comunale. I tre consiglieri dissidenti che forse resteranno in maggioranza e forse no, l’assessore rimosso dopo aver detto di essere contrario al concordato preventivo per l’azienda, i lavoratori che già annunciano un nuovo sciopero, rapporti con i partiti (compresi quelli che lo hanno sostenuto al ballottaggio) ormai persi. Il sindaco dice che gli operai sono “straordinari” ma “strumentalizzati” (dal Pd e dalla Cgil) perché l’azienda è “un gioiellino” da risanare. Intanto denuncia che la “città è sottosopra” e invoca il “garante degli scioperi, altrimenti ognuno fa come gli pare”. Di certo, nel merito, giura che non mollerà, la decisione è presa e non tornerà nemmeno in consiglio. Beppe Grillo, sul blog, lo sostiene di nuovo pubblicamente: “A Livorno si sta diffamando l’operato del sindaco M5S Filippo Nogarin perché vuol mettere mano all’ennesimo carrozzone de sinistra supportato dalla stampa de sinistra”.

Tre consiglieri dissidenti e un assessore in meno
Prima di tutto la questione politica. Ci sarà da capire se la maggioranza dei Cinque Stelle reggerà a questo passaggio, certamente un crocevia per il mandato di Filippo Nogarin. Durante la seduta di 13 ore di ieri tre consiglieri hanno confermato a più riprese di essere contro la decisione della giunta, ma confermano fedeltà al M5s e ribadiscono che il Pd “ha rovinato il Paese”. Tuttavia hanno anche chiesto al sindaco di “cancellare” la giunta, “azzerarla”, farne una nuova, ringraziando pubblicamente l’assessore “licenziato”, Giovanni Gordiani, che fin qui aveva le deleghe a Mobilità e Ambiente. I consiglieri Cinque Stelle in consiglio attualmente sono 20 (compreso il sindaco) contro 13. Senza quei tre il rischio è di andare avanti con il fiatone.

L’assessore se ne va: “L’amministrazione va avanti senza approfondire”
Gordiani aveva presentato una lettera di dimissioni meno di due settimane fa, Nogarin lo aveva convinto a rimanere. Ma in consiglio comunale la resa dei conti è diventata pubblica, in diretta streaming. Gordiani è arrivato a Palazzo Civico quando la seduta era iniziata già da 9 ore. Si è scusato del ritardo e ha cominciato a picconare: “Siamo stati un anno a traccheggiare, ora si sterza e si accelera”. Si è voltato verso il sindaco e ha pronunciato l’ultimo appello: “Frena Filippo, frena. Io mi assumo tutte le responsabilità: se la decisione va nella direzione della riflessione bene, altrimenti ti tolgo io la spina nel fianco, il rompicoglioni…”. Oggi ribadisce: “Tante volte nell’attività di questa amministrazione si è privilegiato il ‘verba volant’, senza approfondimento, e questo è accaduto anche su Aamps. Tante volte sono uscito dalle riunioni di giunta per protesta, perché sono sempre stato abituato a approfondire, e questo spesso non è stato fatto. E quando si va di corsa e non si approfondisce si fanno scelte affrettate che danneggiano la città”.

Il sindaco: “Ora stemperiamo, ma siamo coesi”
Nogarin gli ha revocato le deleghe: “Le dichiarazioni rilasciate dall’assessore hanno evidentemente precluso ogni ulteriore possibilità di portare avanti quel confronto che insieme avevamo deciso di avviare non più di due settimane fa”. Uno dei 3 cosiddetti dissidenti, Giuseppe Grillotti, su facebook, scrive un ringraziamento all’ex assessore: “Nonostante sia stato costretto a lavorare in condizioni difficili, anche a causa di un ufficio Ambiente depotenziato ormai da un anno, ha sempre svolto il suo lavoro con competenza, professionalità e grande umanità, rendendosi sempre disponibile. Trovo difficile poter trovare un sostituto alla sua altezza, anche morale”. In realtà nel consiglio di ieri molti consiglieri Cinque Stelle avevano attaccato l’assessore, per via delle assenze e la scarsa attenzione. Lo stesso ha fatto il sindaco: “Lo anche richiamato più volte all’ordine”. Ma ora Nogarin invita alla calma: “Abbiamo bisogno di far stemperare un po’ le cose – conclude il sindaco – In realtà il nostro gruppo è coeso, è un gruppo molto unito e molto determinato”.

Nogarin, ha di nuovo ricordato i 42 milioni di debiti che l’azienda si è portata dietro dagli anni scorsi, “stiamo finalmente per voltare pagina rispetto alla gestione disastrosa del Partito democratico che ha creato un buco di bilancio di 42 milioni euro” in un’azienda in cui “lo spazzamento è affidato ad una ditta esterna. In cui c’è un operaio ogni 4 lavoratori. In cui sono stati capaci di inventarsi la figura del ‘superquadrocoordinatore’. Figura che non esiste nel resto d’Italia. Insomma oggi a Livorno si supera l’era dei carrozzoni di partito”.

La frase dell’assessore: “Mi importa un cazzo di questi qui”
Lui: “Non ai lavoratori, io strumentalizzato”
Non aiuterà, nel rapporto con i lavoratori, un video ripreso dalla diretta streaming della seduta del consiglio comunale in cui si sente l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, principale sostenitore del concordato preventivo per l’Aamps, che dice: “Mi importa un cazzo di questi stronzi qui”. Una frase uscita al microfono aperto proprio mentre si stavano verificando le tensioni tra i lavoratori che protestavano dopo che lui aveva pronunciato la parola “fallimento”. Lemmetti ha poi diffuso una nota per dirsi dispiaciuto: “Non nego di aver pronunciato quelle parole – dichiara – Tuttavia voglio precisare che esse non erano rivolte nel modo più assoluto ai lavoratori, nei confronti dei quali ho sempre dimostrato profondo rispetto. In tutte le occasioni in cui sono stato interpellato dai lavoratori nel corso del lungo dibattimento, credo di aver dato prova di grande disponibilità, rispondendo alle istanze di ciascuno con attenzione e cercando di spiegare pacatamente questioni di non semplice interpretazione anche di materia giuridica. Mi rammarica profondamente l’associazione strumentale che è stata fatta, in questa circostanza, delle mie parole”.

Concordato approvato, ma rinviato: “In consiglio non ci torno”
Il risultato della battaglia consiliare è che l’atto di indirizzo, sul concordato preventivo e “i libri in tribunale”, uscito dalla giunta è stato sì approvato dal consiglio, ma trasformato. L’accelerazione è diventata un documento “con la sicura”, sostituito da un emendamento del gruppo M5s (questa volta tutto intero). Dice in parole povere: ok al concordato, ma non subito, non oggi. Prima Nogarin andrà nell’assemblea straordinaria dell’azienda – fissata per oggi stesso – ma solo per chiedere lo slittamento al primo dicembre in modo da “attuare il dialogo con l’indotto e ascoltare le parti in causa” (testuale). Se dialogo e ascolto finiranno con un nulla di fatto allora si procederà con il concordato. Ma il sindaco, all’Ansa, chiarisce: “La decisione è presa, sia in giunta che in consiglio. E quindi tanto per essere chiari non ripasseremo dal Consiglio”.

La presidente del consiglio lascia: “Mai coinvolti su Aamps”
Infine le cicatrici dello scontro politico. Il simbolo sono le dimissioni della presidente del consiglio comunale Giovanna Cepparello, eletta con la lista di sinistra Buongiorno Livorno, che a inizio legislatura era stata votata anche dai Cinque Stelle. Buongiorno Livorno al ballottaggio aveva dato un’apertura di credito ai Cinque Stelle. Ora quel rapporto si finisce. La Cepparello ha spiegato che non è solo una questione di merito: è contraria al concordato per Aamps e “votare significa “abdicare al ruolo superpartes”. Ma lascia, dice, anche perché il consiglio comunale che lei aveva il compito di tutelare è stato coinvolto nella storia sul concordato preventivo solo giovedì sera, con l’arrivo dell’atto in commissione venerdì e in consiglio tre giorni dopo. Nogarin dice che anche questo non è vero.

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