“La corruzione è un sistema gelatinoso in cui si fa fatica a distinguere corrotto e corruttore, mina la fiducia nelle istituzione, limita la concorrenza e ostacola le piccole imprese. Per contrastarla serve la collaborazione trasversale di tanti soggetti, da soli non possiamo farcela”. A un anno dalla costituzione dell’Anac (l’autorità nazionale anticorruzione), il suo presidente Raffaele Cantone presenta al Parlamento la relazione riassuntiva di tutte le attività di prevenzione e contrasto realizzate nel 2014. Cantone si sofferma a parlare anche della legge 190/2012 (la legge Severino, ndr): “A tre anni dalla sua applicazione si riscontrano problematiche e dubbi applicativi, tanto che servono interventi legislativi per consentire una sua reale efficacia ed utilità. Ma la legge Severino – ci tiene a precisare Cantone – va modificata, ma non per il caso De Luca. Cantone ha anche sottolineato l’importanza della riforma del codice degli appalti: “Ci aspettano sfide da far tremare i polsi, si darà all’autorità maggiori poteri non più solo consultivi”. Il riferimento è chiaro: l’Anac si era pronunciata negativamente sull’appalto affidato al Cara di Mineo, il centro di accoglienza siciliano, prima dello scoppio dello scandalo Mafia Capitale, ma il giudizio dell’autorità ad oggi non è vincolante  di Irene Buscemi

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