Jean-Marie Le Pen non si candiderà alle elezioni Regionali. Il presidente onorario e fondatore del Front National fa un passo indietro e dopo gli scontri dei giorni scorsi con la figlia e leader del partito cede alle pressioni. “Non correrò”, ha detto a una giornalista del Magazine di Le Figaro, “anche se penso che sarei il miglior candidato per la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Se devo sacrificarmi per il futuro del movimento non sarò io quello che provoca i danni”.

A bocciare la sua candidatura era stata la stessa Marine Le Pen dopo che il padre, in un’intervista al giornale di estrema destra Rivarol, aveva detto che i campi di concentramento “sono un dettaglio della storia” e difeso i collaborazionisti con la Germania durante la seconda guerra mondiale. La presidente del partito aveva minacciato provvedimenti e di prendere in considerazione l’espulsione del fondatore dal movimento. L’ennesima lite tra padre e figlia che rientra però nel processo di “normalizzazione” del partito in vista delle presidenziali del 2017. Secondo il fondatore, il suo 33 per cento alle Europee l’anno scorso, e il suo lungo mandato come presidente del gruppo Fn al Consiglio regionale avrebbero logicamente comportato una sua candidatura. Ma la crisi familiare e di partito con la figlia ha cambiato le carte in tavola. Alla domanda su chi vedrebbe bene al suo posto, la scelta dell’anziano leader cade sulla nipote prediletta, Marion Marechal-Le Pen: “Se lei accetta, penso che sarà una capolista molto efficace. Di certo, la migliore. Non dico ‘dopo di me’, ma insomma”.

La polemica sulle candidature non è l’unico problema in casa del Front National. La settimana scorsa infatti Le Monde ha pubblicato la notizia che Marine Le Pen è indagata insieme a due stretti collaboratori e dirigenti del partito per finanziamento illecito. Il riferimento è alla campagna elettorale per le presidenziali e le legislative del 2012.

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