L’obiettivo dichiarato era quello di fissare i passaggi con i quali, secondo la procura di Milano, la figlia di Eugenio Costantino, presunto boss della ‘ndrangheta, nel 2012 ottenne un’assunzione e un alloggio pubblico grazie alle pressioni dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti. In realtà, l’udienza del 14 gennaio scorso davanti ai giudici dell’Ottava sezione penale si è trasformata in un vero atto d’accusa contro l’Aler, l’azienda pubblica che gestisce le case popolari in Lombardia.

Nessun controllo di legalità durante le procedure amministrative

Nel mirino diverse violazioni amministrative e drammatiche lacune di controllo da parte degli alti dirigenti della società pubblica. Agli atti del processo sono state depositate due relazioni con cui la dottoressa Rosaria Ciafrone, tecnico della Corte dei conti e membro dell’Organismo di vigilanza interno all’Aler, denuncia “le irregolarità” nelle procedure per l’affidamento di circa 400 alloggi (settore fuori Erp) che Aler, in convenzione con il Comune, affitta a quei lavoratori che hanno un contratto a tempo determinato e che risiedono oltre i confini della provincia di Milano. Tra i destinatari di questi piccoli appartamenti c’è anche Teresa Costantino, il cui padre è imputato per fatti di mafia. Irregolarità, ha sostenuto la dottoressa Ciafrone, sono state riscontrate anche nel procedimento di assunzione a tempo determinato avvenute dal 2010 al 2012 “dove – si legge nelle relazioni – non è stato effettuato nessun controllo della procedura eseguita”. Tra queste assunzioni compare quella della Costantino, entrata nella sede Aler di via Saponaro e poi spostata in quella centrale di viale Romagna dopo le ennesime pressioni dell’allora assessore alla Casa Zambetti, accusato di aver pagato i voti della ‘ndrangheta per le elezioni regionali del 2010.

Lacune di imparzialità e del buon andamento della cosa pubblica

Nell’ottobre 2012 i carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova eseguono decine di arresti. Al centro gli interessi istituzionali della ‘ndrangheta. In carcere finisce anche l’allora assessore alla Casa Domenico Zambetti. Emerge che il politico Pdl, oltre a pagare i voti mafiosi, fece pressioni per fa assumere in Aler la figlia di Eugenio Costantino. Le carte dell’inchiesta finiscono sul tavolo dell’Organismo di vigilanza interno all’Aler presieduto da Beniamino Lo Presti presidente del collegio sindacale di Aler, professionista in quota ex An e molto vicino all’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa. I documenti interni dell’Aler, si legge nelle relazioni, mettono in evidenza lacune di “legalità, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione”. Non solo. “Il Collegio sindacale, a tutt’oggi, non ha mai svolto un controllo di legalità in merito alle procedure amministrative dell’Aler”. Quei fogli, pur vistati, “non furono mai controfirmati da Lo Presti”. Il motivo? “I mie colleghi – ha spiegato in aula la Ciafrone – mi dissero che non volevano mettersi contro l’allora direttore generale Domenico Ippolito”.

Dalle carte interne dell’azienda pubblica affidate all’Organismo di controllo emerge che l’intero procedimento degli affitti è stato assegnato ad Asset srl, società partecipata al 100% da Aler, ma totalmente privata. Nella relazione finale del 3 dicembre 2012, firmata dalla dottoressa Ciafrone si legge: “A seguito di un atto organizzativo della Direzione generale di Aler il settore fuori Erp è stato considerato un mero fenomeno locativo da codice civile, mentre deve essere considerato una attività amministrativa autoritativa dell’Aler”. Per questo “mai si sarebbero potute trasferire funzioni amministrative ad un soggetto privato qual è Asset”.

Il tecnico della Corte dei conti rileva, poi, come “l’unico momento di evidenza pubblica è il bando, mentre difettano tutte le fasi del procedimento amministrativo: l’istruttoria, la valutazione delle domande, la verifica dei requisiti, l’attribuzione dei punteggi”. Sulla graduatoria finale, poi, manca “la verifica della legittimità da parte del direttore generale” che “doveva accertare l’operato del Responsabile unico del procedimento”. Da qui le conclusioni per cui “il comportamento di Aler va valutato per l’illegittimità che caratterizza la procedura di assegnazione degli alloggi fuori Erp”. La questione viene posta dalla dottoressa Ciafrone già il 12 novembre 2012 durante una seduta interna dell’Organismo di vigilanza. A questa risponderà il direttore generale Domenico Ippolito il 21 novembre. “Nessuna attività amministrativa – sostiene Ippolito – è stata delegata ad Asset”. Secondo l’allora dg tutte le prestazioni sono state svolte “a favore e per conto di Aler”. Le due relazioni per ora restano depositate agli atti del processo Zambetti. Al termine dell’istruttoria, però, potrebbero essere mandate in Procura per aprire un nuovo fascicolo d’indagine.

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