La Corte d’appello di Ancona, presieduta da Bruno Castagnoli, ha condannato a 20 anni Luca Varani, 38 anni, l’ex fidanzato di Lucia Annibali e a 12 anni Rubin Ago Talaban e Altistin Precetaj per l’aggressione con l’acido ai danni dell’avvocatessa di Urbino, 38 anni, avvenuta il 16 aprile 2013 a Pesaro. “Sono molto contenta, ora vado a tutta birra…” queste le poche parole della Annibali che ha accolto il verdetto con un sorriso.

Anche in primo grado Varani, considerato il mandante, era stato condannato a 20 anni di carcere. In Appello è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse: tentato omicidio, lesioni gravissime e stalking. Mentre ai due presunti sicari erano stati inflitti 14 anni di reclusione, con rito abbreviato. La pubblica accusa, rappresentata da Monica Garulli, aveva chiesto la conferma della pena per Varani e l’aggravio della condanna da 14 a 18 anni per gli albanesi, a cui invece è stata diminuita di due anni la pena. Secondo i giudici Varani avrebbe assoldato i due per vendicarsi dell’avvocatessa, che lo aveva lasciato dopo aver appreso che l’uomo aspettava un figlio dalla sua compagna storica. La sentenza è stata emessa dopo 4 ore di camera di consiglio.

Oltre all’aggressione in cui venne sfigurata Lucia Annibali, Varani doveva rispondere di atti persecutori ai danni della ex fidanzata e di aver manomesso le valvole del gas a casa di lei per farla saltare in aria, il 20 febbraio 2013. I difensori Francesco Maisano e Roberto Brunelli hanno tentato di smontare le accuse. Maisano aveva sostenuto l’estraneità di Varani al sabotaggio e chiesto di disporre una perizia per accertare se la manomissione fosse idonea a provocare un’esplosione e dunque a mettere a rischio la vita di Annibali. L’avvocato Brunelli aveva sollecitato l’assoluzione di Varani dalle accuse di tentato omicidio e stalking, invocando invece la concessione dell’attenuante per il reato di lesioni: per la difesa, Varani avrebbe fornito l’acido agli albanesi con il fine di danneggiare l’auto di Annibali, ma poi gli esecutori avrebbero gettato il liquido in faccia a Lucia, commettendo un reato radicalmente diverso da ciò che Luca aveva previsto.

“Sono stato coinvolto in una vicenda in cui non sono l’esecutore materiale dell’agguato. Non conoscevo Luca Varani” ha detto Rubin Ago Talaban in aula e per lui, il suo legale, Gianluca Sposito, aveva chiesto l’assoluzione. Talaban ha ammesso di conoscere l’altro presunto complice nell’imboscata, Alstistin Precetaj: “Ero con lui quella sera. Mi fidavo di lui ma non so cosa possa avere fatto”. Anche Umberto Levi, difensore di Precetaj, aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito.

I fatti parlano, la mia faccia parla, le carte parlano…” aveva detto Lucia Annibali  dopo l’ingresso dei giudici in camera di consiglio. “Comunque io vado avanti con me stessa, per la mia strada come sempre. Gli altri si faranno più o meno anni fuori o dentro, e faranno i conti convivranno con loro stessi, questo è un dato di fatto”. L’avvocatessa ha voluto ringraziare “la procura, i carabinieri e il mio avvocato per l’attenzione che mi hanno dedicato”. Un saluto speciale lo ha riservato alla sua città, a quella di Parma, ai suoi amici e al suo chirurgo e ha ringraziato “tutti per l’affetto, che è la cosa più importante”. Dagli imputati non sono arrivate scuse né segni di pentimento, gli fanno notare: “Non è un mio problema ma un problema di altri. Non cambia molto per me”.

Delusione espressa, invece, dal legale di Varani, Roberto Brunelli: “Sono molto deluso perché mi sembrava di aver dimostrato che non si configurasse il tentato omicidio – ha dichiarato subito dopo la decisione del giudice- Ora attendiamo le motivazioni della sentenza”.

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