postcomunisti tedeschi di Die Linke, la sinistra, hanno superato l’ultimo scoglio per poter assumere, per la prima volta, la guida di un governo regionale formando un esecutivo con Spd e Verdi (rispet­ti­va­mente 28%, 12% e 6% alle elezioni regio­nali). La proposta di avviare un negoziato su un’alleanza per un governo di coalizione presieduto dall’ex sindacalista Bodo Ramelow (Die Linke) è stata accettata da una maggioranza del 69,93% degli aderenti alla Spd nel Land. L’alleanza rosso-rosso-verde metterà la parola fine a 24 anni di governo della Cdu, partito di cui è espressione la cancelliera Angela Merkel.

Un evento fortemente simbolico la probabile nomina di Ramelow a mini­ster­prä­si­dent, capo del governo di un Land: finisce in questo modo quel decennale ostracismo che ha rele­gato il par­tito più a sini­stra dello schieramento poli­tico tede­sco ai mar­gini della scena per molti anni. Non a caso l’ipotesi di un governo regionale presieduto per la prima volta da un esponente del partito considerato successore della Sed, il partito comunista della DDR, ha alimentato un forte dibattito nelle ultime settimane in Germania, proprio in coincidenza del 25° anniversario della caduta del Muro e la fine della divisione delle due Germanie. Un dibattito nel quale si è inserito con forza Joachim Gauck. Lunedì il presidente federale ha espresso dubbi su Die Linke. “Persone che hanno la mia età, e sono vissute nella DDR, devono sforzarsi molto per accettare questo”, ha detto il presidente federale, parlando alla emittente pubblica Ard. L’esito del voto va rispettato, ha aggiunto, ma la domanda è, ha continuato, “il partito, che ora esprimerà il ministro presidente, è effettivamente così lontano dalle idee che la Sed un tempo aveva sull’oppressione della gente, al punto che noi possiamo averne completa fiducia?”, si è chiesto Gauck, a sua volta originario della Germania orientale.

Nonostante le origini comuniste, tuttavia, un governo guidato da Bodo Ramelow non sarebbe un ritorno al passato. Nonostante resti più forte e meglio organizzato nell’est del Paese, Die Linke ha parzialmente tagliato i ponti con il passato e si è trasformato in una forza politica moderna e diffusa su tutto il territorio nazionale, con idee che spaziano dalla sinistra radicale a quella moderata. Qual è la sua proposta politica? No all’invio di militari all’estero per le missioni internazionali, sì alla dissoluzione della Nato, no alle sanzioni imposte alla Russia in seguito alla crisi in Ucraina, no al salvataggio dei paesi afflitti dalla crisi del debito della zona euro, sostenuto invece dalla Spd. C’è poi da considerare il dato politico: secondo diversi commentatori, la Linke che guida una coalizione di sinistra fa intravedere scenari diversi anche a livello di governo federale, con la possibilità di una maggioranza alternativa alla Grosse Koalition.

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