Sembrava la terza via. Quella capace di mettere d’accordo tutti, chi non vuole alleanze e chi cerca gli indipendentisti dell’Ukip. Poi è arrivato il blog di Beppe Grillo ed è tutto da rifare. Se i Verdi aprono uno spiraglio per il dialogo e per la formazione di un gruppo insieme nel parlamento Ue, il leader del Movimento 5 stelle chiude la porta e va avanti con il sostegno a Nigel Farage. Solo ventiquattro ore prima la verde Monica Frassoni aveva detto al Fatto.it: “Siamo pronti ad incontrarli“. Un’apertura che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a tanti, tra eletti e attivisti. Ci ha pensato il leader a spegnere gli entusiasmi: poco dopo sul blog compaiono due articoli, uno per sostenere Farage (“Nel 2011 difese la sovranità dell’Italia”) e uno per attaccare la copresidente dei Verdi (“In campagna elettorale ci ha criticato”). E il dialogo diventa ancora più complesso: “Stando così le cose”, commenta a ilfattoquotidiano.it il copresidente dell’European Green party e deputato tedesco in Ue Reinhard Butikofer, “io non vedo come sia possibile cooperare. Aspettiamo. Ma prima i grillini devono chiarirsi le idee: vogliono sedersi con un partito democratico, anti-autoritario e pro Europa, oppure fare un’alleanza con gli autoritari, anti-europei e conservatori? Questa è la domanda a cui Grillo e i suoi devono rispondere”. E aggiunge: “Se sfiduciano il leader e le idee anti-europeiste, forse potremo dialogare”. Parole molto dure, pronunciate non appena pubblicato l’articolo sul sito 5 Stelle: “In Europa”, commenta il portavoce dei Verdi italiani Angelo Bonelli, “conta molto la forma. L’attacco di Grillo è incomprensibile. Noi siamo sempre qui ad aspettare un loro passo, ma leggendo l’articolo contro Monica non sembrano esserci grandi spiragli. Grillo conosce molto bene i Verdi: anzi diciamo che i 5 Stelle sono nostri amici. E’ venuto più volte nei nostri uffici a Bruxelles, perché non è passato a trovarci? Vederlo andare a pranzo con Farage è stato un duro colpo”.

Tutto da rifare quindi. I Verdi assicurano che non è cambiato nulla, anche se l’attacco personale sul blog rende ora tutto più difficile. “Il leader dell’Ukip è un avversario politico. Rappresenta un universo culturale opposto al nostro. Ci siamo più volte scontrati su temi a cui noi temiamo molto: prima fra tutti la moratoria sul nucleare. I Verdi in Europa portano avanti una dura lotta contro l’austerità, la Merkel e il fiscal compact. ma l’obiettivo è migliorare l’Unione europea, non distruggerla. Noi non abbiamo niente in comune con chi nega i cambiamenti climatici,vuole centrali nucleari e a carbone, vuole la privatizzazione di beni comuni e dello stato sociale, sostiene aumento delle spese militari e ha posizioni intolleranti nei confronti di immigrati e delle persone omosessuali”. Due gli articoli pubblicati dai 5 stelle per giustificare le posizioni di Farage e assicurare gli elettori che si tratta “di una persona non razzista e contro le discriminazioni”. “La casa dei Verdi”, conclude Bonelli, “è aperta a chiunque condivida i contenuti e alcuni principi. Per esempio tra di noi abbiamo anche gli indipendentisti catalani o scozzesi: ma tutti sono pro Europa. E’ una condizione imprescindibile. Grillo ha detto che farà un’alleanza strategica e non programmatica per avere le cariche e i finanziamenti? Noi non ragioniamo così”. 

Se in Italia sono abituati ai toni del leader 5 stelle, più difficile da digerire la posizione oltre confine. Il tedesco Butikofer fino a poche ore fa concordava nell’idea di aspettare un contatto, ma l’attacco alla collega ha gelato il dialogo. Nessuno tra i “grillini”, come li chiama il deputato, ha cercato il gruppo: “Noi stiamo aspettando. Non sono i Verdi che devono fare il primo passo. E’ Beppe Grillo che deve muoversi. Se sono interessati si facciano sentire”. Non tutti gli eletti del Movimento 5 stelle concordano con la decisione di andare con Farage e sarà, stando alle regole interne, la rete con un referendum online a decidere dove si siederanno gli eurodeputati: “Grillo vuole l’Europa come comunità? Deve smetterla di prendere in giro le persone. Io non so cosa pensano i ‘grillini’ perché il loro leader non permette agli altri di esprimere posizioni diverse. Se non sono d’accordo con Grillo, lo sfiducino e poi potremo parlare”. A preoccupare è stata la scelta di avvicinare l’Ukip: “Non spetta a me”, continua Butikofer, “dire che tipo di politico è Farage. Gli italiani si informino e si facciano una loro idea. Per me è un populista, autocrate, anti-europeo e reazionario. I Verdi non possono fidarsi di Beppe Grillo, non dopo che è andato a cercare l’Ukip”. Butikofer dice che non si muoveranno per cercare i 5 stelle, ma staranno ad aspettare ancora: “Noi siamo qui”.

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