Il Senato potrebbe non essere il terreno di scontro solo sull’Italicum e sulla riforma di Palazzo Madama. Ma a giudicare dall’inizio dell’iter in commissione potrebbe interrompere l’idillio anche sul disegno di legge che modifica il reato di voto di scambio politico-mafioso, che alla Camera era passato a gonfie vele. Secondo quanto scrive Repubblica, infatti, il Pd in commissione Giustizia al Senato si è astenuto nella votazione degli emendamenti. E al Senato l’astensione vale come un voto contrario. “E’ un compromesso al ribasso” ha spiegato il senatore Felice Casson. Un comportamento come quello del voto di scambio commesso da un politico merita una “pena aggravata e non diminuita”. Oltre a Casson in commissione giustizia ci sono altri 7 senatori Pd.

Il provvedimento sarà all’esame dell’Aula domani (9 aprile), dalle 9,30. Obiettivo è approvarlo prima delle prossime elezioni europee del 25 maggio. Intanto però il Movimento Cinque Stelle chiede il “congelamento” del ddl. Nella questione sospensiva siglata dai Cinque Stelle si chiede chiarezza ovvero una pausa di riflessione per consentire al ministro della Giustizia di chiarire quali sono i beneficiari della decurtazione prevista per le pene. “La riduzione di pena disposta dalla Camera – si legge nel documento predisposto dai senatori M5S – ha un duplice effetto: da un lato si riduce la pena della reclusione per entrambi i soggetti del reato rispetto a quanto attualmente previsto dall’articolo 416-ter”, dall’altro si pone “una problema interpretativo in ordine alla possibile sovrapposizione con il vigente comma dell’articolo 416-bis, in virtù del quale è oggi punito con la reclusione da 7 a 12 anni chiunque, con riferito all’associazione, procura voti a se o ad altri in occasione di consultazioni elettorali”. Da qui la richiesta di sospensiva dei grillini per consentire al Guardasigilli di fare chiarezza sui beneficiari della decurtazione di pena prevista nel ddl. 

Gli emendamenti al provvedimento sono 106: di questi 105 sono del M5s che ha dichiarato di voler ripristinare in primo luogo le originarie pene previste dai 7 ai 12 anni. L’emendamento rimanente è della ex senatrice del Movimento 5 stelle, ora nel gruppo Misto, Paola De Pin. Dunque, a parte i senatori Cinque Stelle, il testo sembra soddisfare tutte le forze politiche di palazzo Madama che hanno scelto di non presentare nessuna proposta di modifica. 

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