A poche ore dalla scadenza dei termini, si completano gli ultimi tasselli del mosaico delle elezioni regionali in Sardegna. La grande incognita era il candidato del centrosinistra, dopo il passo indietro di Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie ma indagata nell’ambito dell’inchiesta sui fondi al Consiglio regionale. Il Pd ha deciso di puntare su Francesco Pigliaru, professore sassarese di 59 anni. E se i democratici sembrano avere ritrovato l’unità, è caos nel Movimento 5 Stelle, che ha ufficializzato la scelta di non partecipare alle elezioni.

Alle prossime consultazioni nell’isola, che si terranno il 16 febbraio, sarà il Pd a esprimere il principale sfidante di Ugo Cappellacci, attuale governatore del centrodestra ricandidato da Forza Italia. Il nome di Francesco Pigliaru, prorettore dell’Università di Cagliari ed editorialista del quotidiano La Nuova Sardegna, già assessore del Bilancio nella Giunta Soru, è stato votato all’unanimità dalla direzione regionale del Pd a Oristano. Dopo aver abbracciato il segretario regionale Silvio Lai e la vincitrice delle primarie Francesca Barracciu, il candidato del centrosinistra ha preso brevemente la parola per ringraziare tutti promettendo che non farà il professore. “Da solo – ha detto – non vado lontano, assieme possiamo fare moltissimo per il futuro della Sardegna”.

A sfidare Pigliaru nella corsa alla guida della Regione, oltre al governatore Cappellacci, ci saranno la scrittrice Michela Murgia, con la coalizione Sardegna Possibile, il deputato ed ex presidente della Regione, Mauro Pili (ex Pdl, ora leader di Unidos), gli indipendentisti di Meris e Fronte Unidu Indipendentista, rispettivamente Cristina Puddu e Pier Franco Devias, e Gigi Sanna del Movimento Zona Franca. Il grande assente di questa tornata elltorale sarà, invece, il Movimento 5 Stelle. A ufficializzare la notizia, un post della deputata Emanuela Corda su Facebook. “Il nostro tempo è scaduto e bisogna farsene una ragione”, ha scritto la parlamentare. “Noi non presenteremo alcuna lista, perché non siamo ancora pronti per farlo”.

Il Movimento Cinque Stelle, alle ultime elezioni politiche, era risultato il primo partito in Sardegna, ora invece, dopo la spaccatura interna e le polemiche per la presentazione delle liste e la scelta del candidato governatore, non si presenterà alle regionali. “Quando avremo un metodo definito e regole certe condivise, arriverà il nostro momento”, ha spiegato la deputata Corda. A nulla è valso il tentativo in extremis di comporre una lista da far certificare allo staff di Beppe Grillo, chiamato in causa anche con uno sciopero della fame per convincerlo a concedere il simbolo per partecipare alla competizione elettorale.

Secondo Corda, in Sardegna, ci sono “ancora troppo livore, troppa incoscienza, troppo protagonismo nell’esternare ai quattro venti, un malessere che è figlio primariamente delle nostre stesse debolezze e delle nostre fragilità”. Un malessere “che meriterebbe un approfondimento e un’elaborazione – ha affermato – prima d’essere consegnato in pasto ai lupi con sconsiderata leggerezza, come tanti hanno fatto in questi mesi sugli spazi pubblici dei social. Temo che alcuni abbiano scambiato il Movimento per uno sfogatoio“.

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