“Vedremo chi voterà l’ineleggibilità per Silvio Berlusconi”. Dopo la condanna in Appello a quattro anni per il caso dei diritti tv Mediaset, Beppe Grillo torna a spingere sull’esclusione del Cavaliere dalla vita politica italiana. E lo fa con un post sul suo blog, dove l’ex premier, in un paragone con il criminale statunitense Al Capone, viene definito l’ “Al Tappone” del Parlamento. E per questo motivo, il M5s chiederà l‘ineleggibilità per il Cavaliere. La richiesta sarà basata sull’ “applicazione della legge del 1957 per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti e per la condanna di ieri in merito all’interdizione a pubblici uffici”. Poi la sfida: “Vedremo chi voterà l’ineleggibilità”.

Il riferimento è soprattutto al Partito democratico: “Mi mangio un cappello se sarà votata dal pdmenoelle. Boccia il marito pdmenoellino di sua moglie pdellina, entrambi accasati in Parlamento, ha dichiarato che l’ineleggibilità di Berlusconi “non è una priorità per il paese ma un modo per continuare a fare propaganda”. Quello che è inaccettabile, per Grillo, è che “in un qualsiasi Paese democratico un personaggio come Berlusconi sarebbe in carcere o allontanato da ogni carica pubblica, da noi è l’ago della bilancia del governo, punto di riferimento di Napolitano nel suo doppio settennato, protetto dall’opposizione del pdmenoelle formata a sua immagine e somiglianza, tutelato dai servi che ha nominato in Parlamento, difeso dalle menzogne delle televisioni e dei giornali”. 

L’ex comico usa toni duri e derisori per descrivere quello che nel nostro Paese, nonostante una condanna confermata in appello a quattro anni per frode fiscale per i diritti tv per le reti Mediaset, corredata da cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e tre anni dagli uffici direttivi,  “passa da statista. Fa dichiarazioni. Si propone come Padre della Patria“. Il tutto con il beneplacito del governo di larghe intese. “E’ il tempo della Conciliazione di Capitan Findus – afferma infatti il post di Grillo – delle Larghe Intese alla luce del sole tra vecchi compari che si frequentano da vent’anni. Berlusconi è il garante dell’osceno connubio tra illegalità e democrazia. Un parassita che se estratto dallo stomaco della nazione, come Alien, la farebbe morire.”

E ancora: ” Questo è ciò che pensano coloro che lo mantengono in vita adoperandosi con cure amorose e con nomine ad hoc come Palma alla Commissione Giustizia concordata con il pdmenoelle. In una vecchia battuta da avanspettacolo l’attore sul palco, infastidito dai fischi, diceva “Non ce l’ho con te che disturbi, ma con il tuo vicino che non ti prende a schiaffi“. Io non ce l’ho in particolare con Berlusconi, ma con chi lo ha reso e lo rende possibile, con chi gli garantisce l’impunità morale, la legittimazione politica, l’uso privatistico delle frequenze televisive, con chi non chiede seduta stante le sue dimissioni dal Parlamento e dichiara come D’Alema “Non commento vicende giudiziarie”, prosegue l’attacco di Grillo.

Poi la conclusione. “Nel frattempo corre voce che Berlusconi potrebbe essere eletto senatore a vita. La soluzione di ogni suo problema. Un cerino in un pagliaio”. 

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