Non è nuovo a interventi nell’agone politico: qualche anno fa lanciò il suo monito contro i politici regionali, rei di aver osato equiparare le coppie di fatto a quelle sposate nell’erogazione dei servizi pubblici: ”Dio vi giudicherà, anche chi non crede alla sua esistenza, se date a Cesare ciò che è di Dio stesso”. Ora, a pochi giorni dal voto, l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra fa nuovamente sentire la sua voce e pubblica una specie di ‘vademecum del buon elettore’. E a leggere tra le righe, in linea con la maggioranza delle gerarchie ecclesiastiche sembra proprio che la scelta migliore consigliata dal porporato cada sull’alleanza che sostiene Mario Monti.

Il cardinale, capo dei vescovi dell’Emilia Romagna, ha infatti elencato in una lunga lettera ai fedeli le priorità che una buona lista dovrebbe avere per essere votata da un elettore cattolico. In prima fila c’è il no all’aborto e alla procreazione assistita: ”La vita di ogni persona umana, dal concepimento alla sua morte naturale, è un bene intangibile di cui nessuno può disporre”. Poi Caffarra liquida in poche parole il dibattito su unioni civili e matrimoni gay: ”Nessuna civiltà, nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio e alla famiglia la loro incomparabile dignità, necessità e funzione (…) Equipararle a realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso”.

A seguire i temi economici in cui la parola d’ordine è mercato sì, ma dal volto umano. Al centro, per il prelato che spesso si è pronunciato anche contro l’evasione fiscale, c’è il lavoro: ”Il sistema economico deve avere come priorità il lavoro: l’accesso al e il mantenimento del medesimo. Esso non può essere considerato una semplice variabile del sistema”.

Infine il porporato ricorda uno dei punti storici della sua ”agenda elettorale”: le scuole private. ”Tutto quanto detto sopra è irrealizzabile senza libertà di educazione, che esige un vero pluralismo dell’offerta scolastica pubblica, statale e non statale, pluralismo che consenta alle famiglie una reale possibilità di scelta”. Un tema non da poco in una città come Bologna dove nei prossimi mesi si terrà un referendum contro il finanziamento  comunale alle scuole private, quasi tutte cattoliche.

Dopo avere elencato le ”priorità” di un buon elettore cattolico l’arcivescovo spiega anche come riconoscere una buona lista: ”Se con giudizio maturo riteniamo che nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi, considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia”. Come dire: Santi non ce ne sono, votare il meno peggio. E a vedere le priorità, sembra proprio che l’unto stavolta sia il premier uscente.

Caffarra, originario di Busseto, Parma, a Bologna dal 2003, il mese prossimo parteciperà per la prima volta al Conclave, dopo essere stato nominato cardinale da papa Ratzinger nel 2006. In occasione della proposta da parte della giunta di Vasco Errani nel 2009 di un’equiparazione delle coppie di fatto a quelle sposate nell’erogazione dei servizi pubblici, il prelato ipotizzò, in caso di approvazione della legge, anche un possibile non rispetto della norma: ”Onorevoli Signori, come cittadino, cristiano e vescovo, rispetto la vostra autorità; so che siamo liberi in forza della sottomissione alle leggi; so che il vivere nella democrazia è stato anche nella nostra Regione frutto del sacrificio della vita di tante persone, sacerdoti compresi, la cui memoria deve essere custodita. Ma colla stessa forza e convinzione vi dico che vi possono essere leggi gravemente ingiuste, come sarebbe questo comma se venisse approvato, che non meritano di essere rispettate”

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