I padri biologici del Regno Unito hanno sempre il diritto di conoscere e frequentare il proprio figlio, anche nel caso in cui abbiano solamente donato lo sperma a una coppia che ha messo in pratica l’inseminazione in vitro. È quanto ha stabilito una recente sentenza che ha dato ragione a due padri che volevano passare del tempo con i propri figli, nati da due coppie lesbiche di amiche alle quali gli uomini avevano donato lo sperma. Un precedente che ora mette in allarme molti avvocati che stanno seguendo casi simili un po’ in tutta la Gran Bretagna e associazioni di genitori che hanno fatto ricorso a quella che nel Regno Unito viene chiamata IVF, in vitro fertilisation. Le linee guida stabilite dal giudice hanno comunque posto dei paletti: dipenderà da caso a caso, bisognerà tenere conto del benessere del bambino, della salute psicologica dei genitori, delle reali intenzioni del padre desideroso di conoscere il proprio figlio.

Eppure il caso ha destato non poco scalpore fra giuristi e anche fra le associazioni dei genitori omosessuali, principali fruitori al momento, nel Regno Unito, delle tecniche di inseminazione artificiale. I fatti in questione coinvolgono tre coppie omosessuali, due coppie di donne e una coppia di uomini. I due uomini hanno donato il proprio seme alle due coppie di lesbiche, dalle quali sono nati due bambini. I due padri biologici, così, a pochi mesi dalla nascita, hanno iniziato a pretendere di frequentarli almeno durante il fine settimana, incontrando tuttavia l’opposizione delle madri e il passo fino al tribunale è stato breve. Leggendo la sentenza, tuttavia, il giudice ha anche affermato: “Avreste dovuto sottoscrivere un contratto di natura privatistica, così come si fa nei contratti prematrimoniali”.

Ecco, allora, un’altra indicazione del giudice, per le successive sentenze: si dovrà tenere conto anche degli accordi, possibilmente scritti, fra padre biologico e genitori del bambino. In mancanza di testimonianze nero su bianco, bisognerà procurarsi dei testimoni che certifichino la reale esistenza di un accordo verbale. Un caso ingarbugliato che comunque ha stabilito una regola: il padre non smette di essere tale quando ha semplicemente donato lo sperma. Le due coppie di donne in questione contestavano sulla base di un principio: “Le richieste dei due padri distruggerebbero la stabilità delle nostre famiglie”.

Secondo la legge in materia, lo Human Fertilisation and Embryology Act, nel Regno Unito le coppie dello stesso sesso in civil partnership, e quindi in unione civile riconosciuta dallo Stato, sono legalmente genitori dei figli concepiti grazie a sperma, ovuli o embrioni donati, così come lo sono allo stesso modo le coppie eterosessuali. Kevin Skinner, l’avvocato che ha seguito una delle due coppie di donne, uscendo dall’aula dove era appena stata pronunciata la sentenza ha affermato: “Ora è molto preoccupante che gli uomini donatori di sperma possano conoscere la propria prole, ed è preoccupante sia per le coppie gay che per quelle etero. Questo va a intaccare la tranquillità famigliare e quello che posso consigliare alle coppie che stanno ricorrendo all’inseminazione artificiale è di scrivere sempre un contratto con il donatore, in modo che quest’ultimo rinunci alla pretesa di incontrare il proprio figlio”.

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