Napoli si sveglia a piedi. Bus fermi nel capoluogo per mancanza di gasolio: la quasi totalità degli autobus dell’Anm, l’Azienda napoletana mobilità, è rimasta nei depositi perché la società non è più in grado di garantire l’acquisto di carburante. 

L’annuncio del blocco era stato postato il 29 gennaio dalla stessa azienda sulla sua pagina facebook: “Il 30 gennaio/01/2013, per mancanza gasolio il servizio non sarà garantito #anm #napoli“. Un messaggio che ha trovato piena applicazione il giorno seguente anche se i disagi per alcuni mezzi fermi o in pesante ritardo erano già cominciati nel pomeriggio. 

Alcuni autobus – si apprende dalla stessa società – sono usciti per effettuare alcune corse, ma stanno rientrando nei depositi per esaurimento del gasolio nei serbatoi. Il blocco praticamente totale dei servizi è spiegato dalla società che precisa come “dei 600 autobus che circolavano fino a pochi anni fa (2009) oggi ne circolano meno di 350 perché – sottolinea – tra tagli governativi e regionali, i contributi che Anm riceve per pagare stipendi, contributi, fare manutenzione di mezzi ed impianti, pagare le assicurazioni, comprare il gasolio etc, si sono ridotti del 40 per cento”.

Nel pomeriggio fonti dell’azienda hanno fatto sapere che tutti i depositi dell’Azienda napoletana mobilità sono stati riforniti di gasolio. Le operazioni di approvvigionamento si stanno ultimando al deposito di Cavalleggeri e quasi tutti i mezzi – sui 270 previsti – sono in strada per il normale turno di servizio. Con questi tagli – scrive Anm sul proprio sito – è “ovvio che non è più possibile fare le cose che si facevano prima” per cui l’Azienda non è nella condizione di “assicurare più mezzi, manutenerli etc”. Non è questione di volontà o capacità – sottolinea – è questione di possibilità”. 

Nel frattempo Anna Donati, assessore alla Mobilità del comune di Napoli, ha avvertito: “Sapevamo che gennaio sarebbe stato un mese difficile, non essendo ancora in campo la soluzione dell’anticipo del fondo previsto dalla legge 174 con il piano di rientro del debito”. “Non dimentichiamo – ha spiegato – che tra Governo e Regione si è proceduti con un taglio del 40% del fondo per il trasporto pubblico locale. E’ un modo di uccidere le aziende e la mia speranza è che il futuro Governo del paese sia più sensibile ai temi delle città e del trasporto pubblico. Non solo tagli, ma strategia industriale. Dal 2010 si è soltanto tagliato, pensando che questo lasciasse indifferenti aziende e utenza”.

Il Pd se la prende però anche con il Comune. “A queste inefficienze – ha affermato Del Basso De Caro – si è aggiunto il totale disinteresse dell’amministrazione comunale di Napoli, guidata dal sindaco Luigi De Magistris, proprietaria dell’azienda”. E ha aggiunto: “Dall’altro lato la Regione, peraltro con scarsi risultati, cerca di salvare solo le aziende del Gruppo Eav, dimenticando che il coordinamento del trasporto pubblico locale è pienamente di propria competenza”.

Per Verdi Ecologisti e Federconsumati “siamo tornati al dopoguerra” e occorre “riattivare filobus e potenziare i tram fermi nei depositi”, perché “abusivi hanno già invaso la città al costo di 1,50 euro a corsa”. Un imprenditore napoletano, annunciano, Roberto Fogliame, sarebbe disposto a pagare il pieno per una settimana all’autobus che attraversa Ponticelli, San Giovanni a Teduccio e Barra.

Cgil e Pd sono arrivati a chiedere le dimissioni dell’assessore regionale al settore Sergio Vetrella. “Ancora una volta la scellerata politica regionale penalizza i cittadini – ha sottolineato Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania – a pagarne le conseguenze sono stati i lavoratori, i pendolari, gli studenti, i pensionati, insomma tutte quelle persone che già da tempo subiscono i disagi legati alla mancanza di una politica in grado di razionalizzare ed affrontare il nodo trasporto pubblico in Campania. Dopo questo ennesimo disagio, chiediamo le dimissioni dell’assessore Vetrella”.

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