Boateng è una mammoletta strapagata”. Questa l’opinione di Marco Reguzzoni sulla vicenda dei cori razzisti urlati contro alcuni giocatori del Milan durante l’amichevole con la Pro Patria, la squadra della sua città, Busto Arsizio. Così, mentre l’Italia intera plaude al gesto di Massimiliano Allegri, che ha ritirato la squadra per dire “no” al razzismo negli stadi, a Busto i politici locali sembrano fare a gara a chi la spara più grossa. Prima era stato il sindaco Pdl, Gigi Farioli, a liquidare la reazione di Kevin Prince Boateng come “impropria”, difendendo a spada tratta la sua città: “Busto non è razzista”. Qualche ora più tardi ad offrire una spalla al primo cittadino bustocco ci ha pensato Reguzzoni, ex capogruppo leghista alla Camera ed esponente di primo piano del “Cerchio magico” (l’entourage più stretto del vecchio Capo, Bossi), contrapposto all’ala maroniana del partito.

Forse in cerca di un po’ di visibilità, forse per tenere viva quella divisione tra bossiani e maroniani, Reguzzoni ha twittato la propria opinione sulla vicenda: “Boateng – si legge sui suoi profili social – lancia a 200 all’ora la palla su un tifoso perché infastidito da “buuu” e cori sulla fidanzata. Tutta l’informazione contro il razzismo di Busto??!! Ma quale razzismo, è il gesto di una ‘mammoletta’ che guadagna milioni l’anno e non sa fare il professionista. Busto non è razzista, e chi aveva pagato aveva il diritto di vedersi la partita. Basta con il “political correct” ad ogni costo!”. Poco prima il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni, sempre tramite twitter, aveva invece rivolto un plauso ad Allegri e alla sua scelta di ritirare la squadra: “Cori razzisti contro i giocatori di colore del Milan: una vergogna. Bravo Allegri, giusto ritirare la squadra”. La volontà di Farioli e Reguzzoni era forse quella di sottolineare come la loro città non sia in realtà quel covo di esagitati come si potrebbe credere. E per farlo comprendere bene a tutt’Italia non hanno trovato miglior modo che insultare il giocatore bersagliato dai cori razzisti.

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