Quarantasette crocifissi d’autore. Tante sono le opere presentate ieri a Palazzo Lombardia dal governatore Roberto Formigoni e destinate ad altrettanti spazi istituzionali della Regione. Perché in Lombardia ogni sala o ingresso deve avere il suo crocifisso. Lo prevede una legge, approvata lo scorso novembre e voluta nientemeno che dall’ex consigliere Renzo Bossi. “Non possiamo salvarci da soli, io per me sarei pessimista”, ha detto ieri Formigoni, “a salvarci ci pensa Cristo”.
Che in regione siano in molti ad avere qualcosa da farsi perdonare è ormai risaputo. Con i suoi 12 indagati, quello lombardo è infatti il Consiglio regionale più indagato d’Italia. E lo stesso presidente, il ‘Celeste’ Roberto Formigoni, è sotto indagine per gli scandali che hanno travolto la sanità all’ombra del Pirellone. Ecco perché i crocifissi esposti ieri in Regione e destinati ad altrettanti spazi istituzionali sembrano arrivare proprio al momento giusto. “È Cristo che ci salva. Noi uomini non possiamo farlo da soli”, ha spiegato ieri Formigoni inaugurando la mostra “Crocifissi d’autore – 47 variazioni sul tema”. Il ‘Celeste’, considerata la situazione in Regione, si è detto commosso di fronte ai quarantasette crocifissi recapitati a Palazzo Lombardia: “Con l’iniziativa lanciata a marzo”, confessa il governatore, “non pensavamo di raccoglierne più d’una ventina”. Ora tocca decidere dove metterli. Una dozzina, chissà, potrebbe prenotarla il Consiglio regionale. Purtroppo non potrà godere delle quarantasette opere il promotore della legge che ha imposto la presenza del Crocifisso negli ambienti istituzionali della Regione. Un vero peccato per l’ex consigliere regionale Renzo Bossi, che aveva presentato il provvedimento nel febbraio dello scorso anno. Nelle intenzioni del ‘Trota’, l’immagine sacra avrebbe dovuto rappresentate l’identità cristiana dei popoli d’Europa, contro gli integralismi e la globalizzazione che minacciano il mondo. Un baluardo da esporre obbligatoriamente, “pena una multa da 120 a 1200 euro”, si leggeva nella proposta del giovane Bossi. Una proposta che però non è bastata a salvarlo, né a farsi perdonare. “Non sono io che devo perdonarlo”, ha detto ieri Formigoni, “ma questa iniziativa, che nasce da quella legge, è una cosa di cui tantissimi potranno godere e commuoversi”. Insomma, quarantasette volte grazie, caro Trota di Franz Baraggino

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