Oltre duecento voti (208) per il candidato sindaco arrestato dieci giorni prima delle elezioni con l’accusa di appartenere a una organizzazione criminale e di essere stato incaricato dalla stessa di compiere omicidi per vendetta. E’ successo ad Apricena, piccolo centro nella provincia di Foggia.

Lui si chiama Michele Taurisano e ha 36 anni. Ha sfidato con la lista civica “Buongiorno Apricena” i suoi tre concorrenti alla corsa per aggiudicarsi il palazzo di città, senza riuscire neppure ad entrarci come consigliere comunale. Ma il gravissimo avvenimento accaduto nel pieno della campagna elettorale non gli ha impedito di incassare la fiducia del 2,5 per cento dei votanti alle comunali, dato confermato dal sito ufficiale del ministero dell’Interno.

Eppure le accuse che gli inquirenti gli muovono sono molto pesanti. Il 24 aprile scorso, la Procura di Lucera ne ha chiesto e ottenuto l’ordine di custodia cautelare. I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di omicidi e alle attività di estorsione. La vicenda era stata spiegata direttamente dalla Procura della Repubblica durante una conferenza stampa convocata a seguito dell’operazione. L’episodio è legato al conflitto tra i clan che si contendono il territorio nel foggiano. Il progetto dell’organizzazione criminale, guidata da Nicola Salvatore con l’aiuto di altri tra cui Taurisano, era in primis quello di vendicare un agguato nel quale otto anni prima aveva perso la vita il fratellastro del capoclan, Agostino Campanaro.

Scopo del gruppo, sempre secondo la Procura, sarebbe stato quello di estendere la propria egemonia nel redditizio settore della vigilanza ai campi di pannelli fotovoltaici. L’operazione, svolta dal comando provinciale dei carabinieri di Foggia è stata accelerata a seguito di alcune intercettazioni nelle quali, decifrando alcune parole in codice, l’organizzazione dell’omicidio sembrava essere a buon punto. Il tutto condito dal rischio che l’organizzazione entrasse in possesso del municipio, tramite l’eventuale elezione di uno dei membri del gruppo. Nei giorni scorsi, le misure cautelari disposte agli otto ritenuti membri della organizzazione criminale sono state confermate anche a seguito dell’interrogatorio di garanzia.

La vicenda ha scosso Apricena, cittadina che ha appena affidato la giunta comunale al nuovo sindaco Antonio Potenza, che con la lista civica Uniti per cambiare ha superato per circa duecento voti lo schieramento di centrosinistra. Pochi giorni fa, il sindaco uscente Vito Zuccarino (anche lui arrestato per alcuni giorni lo scorso anno, dopo la denuncia di un imprenditore per fatti di gravità molto inferiore e legati a questioni edilizie) si è detto preoccupato dal contesto criminale che emerge dalle indagini, le quali dimostrano la ramificazione delle organizzazioni malavitose pronte a trarre profitto dalle attività economiche del territorio.

Michele Taurisano risulta essere un autista del 118 e aveva già avuto modo di far parlare di sé, per un episodio ben meno grave: si era recato in sella ad un cavallo presso la piazza dove pochi minuti dopo ha tenuto un comizio, come testimonia anche un video presente su YouTube. L’ordine di custodia cautelare ricevuto il 24 aprile, pur costringendolo in carcere, è giunto dopo la chiusura delle liste elettorali quindi non ha invalidato la sua candidatura. Insomma, per alcune centinaia di voti non è successo ad Apricena quello che lo scorso anno è successo a Quarto, nel napoletano, dove è stato eletto in Consiglio un candidato arrestato qualche settimana prima perché ritenuto referente di uno dei clan.

Tra le cause ostative alla candidatura alla carica di sindaco, il Testo unico degli Enti Locali non prevede l’ordine di custodia cautelare. Tuttavia, se Taurisano fosse stato eletto come sindaco o anche semplicemente come consigliere, sarebbe stato sospeso di diritto dalla carica. Sospensione che sarebbe cessata solo in caso di revoca delle misure cautelari o in caso di archiviazione, proscioglimento o assoluzione.

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