Sgominato da un’indagine della Guardia di Finanza un maxi-traffico di pellame di vacca selvatica padana con proprietà incollanti. Il pellame, trattato in numerosi centri di conciatura, serviva per la fabbricazione di poltrone di alta gamma. “Si tratta di un pellame particolare, che tende ad attaccarsi al sedere di chi si ci si siede sopra ha spiegato il generale della Guardia di Finanza “e che genera organismi geneticamente modificati detti uomini-poltrona.

Da tempo immemorabile la pelle del vitello della Pianura Padana viene utilizzata per scranni e poltrone presidenziali in tutta Europa e nel mondo. Lo stesso Benito Mussolini ne era un grande estimatore, oltre che collezionista. Dopo la Seconda guerra mondiale l’utilizzo del pellame appiccicoso è stato vietato da una risoluzione delle Nazioni Unite, ma un vasto mercato illegale ha continuato a prosperare e pare si sia ramificato anche nelle capitali europee.

Gli intenditori la definiscono con grottesca simpatia “la poltrona che ti bacia il culo”. La produzione della poltrona di vacca padana produce una modificazione del patrimonio genetico di chi si siede e lo rende un uomo-poltrona, essere che si dichiara ossessivamente inseparabile dalla sua poltrona e sulla cui natura raccapricciante i servizi segreti mantengono il più ampio riserbo. L’uomo-poltrona presenta anche alcune mutazioni evidenti che lo rendono ancora più riconoscibile, tra tutte la crescita di capelli posticci e la pelle indurita che rende il volto simile a una maschera.

Con l’operazione della GdF conclusasi oggi, si auspica che presto l’Italia rinunci a questa pratica barbarica. Oltre a recare un danno ingente sul piano faunistico, l’uso della vacca padana negli ultimi decenni ha moltiplicato i fenomeni di uomini-poltrona. La comunità scientifica internazionale guarda con preoccupazione al fenomeno italiano e ancora si interroga su come isolare gli uomini-poltrona e riportarli al loro habitat e nelle riserve naturali a loro riservate. Ovviamente staccandogli la poltrona dal deretano.

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