Sarà stata anche l’ultima ad adottarli in Emilia Eomagna, ma la loro “utilità” nel far tornare i conti è ottima. In funzione dal 15 luglio scorso, i varchi d’accesso al centro di Parma – tre, viale Toscanini, viale Mariotti e via XXII Luglio – il loro bel risultato l’hanno comunque conseguito: 25mila multe nel primo mese e mezzo (considerando il mese di agosto, in cui la città si svuota per le vacanze) per arrivare ai 2,5 milioni previsti dall’assessore Gianluca Broglia in sede di presentazione del bilancio di previsione in commissione a fine anno.

Il dato è chiaro: al di là di una certa qual “cronicità” del fenomeno – la media giornaliera, sostanzialmente stabile a distanza di 8 mesi, è di quasi 600 contravvenzioni – i traballanti conti comunali poggiano anche sulla disattenzione degli utenti della strada. Con buona pace dei pochi (sempre meno) che continuano a credere nella favola che multe, telecamere, strisce blu e agenti del traffico servano unicamente a tutelare la nostra sicurezza ed applicare il Codice della strada nel solo interesse della collettività.

Prova ne sono le dichiarazioni – pubbliche – rese dallo stesso Broglia qualche tempo fa quando tra il serio e il faceto “ringraziò” gli automobilisti che contribuivano “ad assestare il bilancio del Comune” .

“Vizietto” tutto italiano ormai diffuso a macchia di leopardo per tutto lo Stivale, quello di “appoggiarsi” alle multe: ai 2,5 milioni che nel frattempo sono arrivati a superare i 3 previsti entro l’anno in corso, se ne andranno ad aggiungere altri 8 dalle altre sanzioni rilevate tramite autovelox, telelaser o linee blu, altro punto dolente che pure nel Ducato, al pari di tante altre città, stanno scatenando roventi polemiche sulla questione della legittimità.

D’altro canto, a fronte dei canonici 30 euro circa per un divieto di sosta, la più comune tra le infrazioni rilevate in termini percentuali, chi entra nella zona a traffico limitato si vede recapitare a casa 74 euro maggiorati dalle spese di spedizione dal momento che non è possibile contestare al momento la contravvenzione con il classico e antico sistema del blocchetto.

Un investimento vero e proprio: i tre vigili elettronici sono costati infatti 450mila euro in tutto, spesa già abbondantemente coperta “complice” anche una non proprio puntuale campagna informativa affidata a Infomobility, partecipata del Comune, nell’occhio del ciclone l’estate scorsa per la poca chiarezza su chi poteva accedere, sulla modalità di erogazione dei permessi temporanei per non parlare di centralini in tilt non in grado di soddisfare informazioni e chiarimenti per settimane e settimane.

A complicare il quadro, poi, il fatto che i pannelli non siano (tutt’ora) granchè visibili e che gli orari degli accessi siano diversificati. Per capirci: in viale Toscanini e Mariotti il blocco vale dalle 7.30 alle 20.30 mentre in viale XXII Luglio gli occhi elettronici sono accesi dalle 7.30 alle 11.30 e dalle 16 alle 19. Ma non è tutto: oltre a questo – lo ripetiamo, non una novità, tutt’altro, essendo già 170 le città italiane ormai dotate di varchi e Parma l’ultimo capoluogo rimasto in Emilia ad essersi accodato al gruppo – scarseggiano i parcheggi (quelli “scambiatori” e multipiano non sono proprio a due passi dal centro), i biglietti dei mezzi pubblici sono aumentati da inizio anno, car e bike sharing restano legate al palo come i numeri testimoniano d’altro canto e ad affiancare la nutrita pattuglia di vigili urbani (ne sono stati assunti una ventina a fine anno con un braccio di ferro tra assessore alla Sicurezza e resto della giunta, visto il  regime di blocco delle assunzioni) operano 24 ore al giorno gli agenti di Infomobility. “Gendarmi” – la loro divisa è simile in tutto e per tutto a quella della Polizia municipale – il cui scopo è anche quello di trovare chi parcheggia nelle strisce blu senza averne titolo e che operano spesso anche la notte.

(a.de.n.)

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