Tutta colpa di Jovanotti. Se non ci fosse stato lui in copertina, magari non avrei comprato Vanity Fair, edizione italiana. Ma in un giorno di pioggia, ancora convalescente da una brutta influenza, è lecito avere momenti di debolezza e volersi sentire “sotto casa” di qualcuno di famiglia, all’edicola a comprare il giornale. E Lorenzo mi sta simpatico.

Fiaccata dalla malattia non ho realizzato, però, che una rivista italiana dovesse, per forza di cose, parlare di Berlusconi che, già si regge poco al sole in spiaggia ma con la pioggia che cade trasformando le strade in piste di pattinaggio su ghiaccio, è assolutamente insostenibile.

Intanto, ormai, la frittata era fatta e così a pagina 26 mi ritrovo addirittura lei, Nicole Minetti, la più famosa igienista dentale al mondo e ne scopro il fantastico mondo che ad Alice (quella del paese delle meraviglie) fa un baffo. Nel raccontare la sua versione dei fatti ormai stranoti, Nicole mi ha affascinato perché delle due l’una: o lei racconta le cose pensando che tutti gli italiani siano degli imbecilli o è uscita dalla fabbrica della Mattel ed è programmata per dire cose insensate. Ad onore del vero (e che mi risulti), però, la Mattel le sue Barbie le ha fatte sempre piene di vestiti e scarpe ma molto, molto silenti.

In un crescendo di frasi che nemmeno uno sceneggiatore da Oscar riuscirebbe a mettere su, Nicole dice un paio di cose che mi affascinano tanto da rileggerle ripetutamente nel tentativo di impararle a memoria e “farle mie” alla prima occasione.

Nella prima, la signora Minetti, alla domanda di Giovanni Audiffredi sul perché Berlusconi, la famosa notte in cui si doveva salvare la nipotina di Mubarak, cioè Ruby, cioè una ragazza marocchina minorenne, abbia chiamato proprio lei (con tanti pezzi da 90 pronti a mettersi sull’attenti), risponde “Sono una persona di fiducia. E, forse, dato che io Ruby la conoscevo, e in più sono una donna giovane, avrà pensato che avrei trovato più facilmente il modo di rassicurare quella che credeva una mia coetanea. E poi, sa, non è che ti chiama il presidente, il leader del tuo partito, l’uomo più carismatico d’Italia, e ti metti a fare tante domande. Né a lui né a te stessa”. Soprattutto a te stessa, direi.

La seconda “perla” la Minetti la regala quando il giornalista le chiede del regalo di duemila euro che “l’uomo più carismatico d’Italia” fece ad una sua amica a conclusione di una cena. “Le ho detto, spiega Nicole, ‘colpita’ dallo stupore dell’amica, che doveva considerarlo un gesto di generosità da parte di un uomo che ha un’importane disponibilità economica e che ama aiutare le persone. Come una piccola borsa di studio, non capisco cosa ci sia di deplorevole”. Niente, per carità, d’altronde lo faceva anche Richard Gere in “Pretty Woman”.

Laddove, però, ho sentito forte l’impulso di suggerire il nome di Nicole alla Cnn per la loro consueta scelta dell’eroe dell’anno, è quando la Minetti, a proposito degli appartamenti dell’Olgettina dice: “Ho solo cercato di aiutare ragazze meno fortunate di me e in cambio non ho mai chiesto nulla, ma ho avuto tanta gratitudine”. Novemila euro di gratitudine al mese, tanto per cominciare.

E mi chiedo, “ma la Minetti ci è o ci fa?”

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