Era da un po’ che non assistevamo ad una delle solite performance di Gasparri.

Tolta la museruola dopo il voto di fiducia al governo e venuto meno l’effetto dei sedativi per non irritare le quaglie di Fli, il capogruppo dei senatori del Pdl è ritornato a manifestare il peggio di sé. L’ultima sparata è stata quella degli arresti preventivi per i manifestanti riottosi al suo regime. Qualcuno lo ha liquidato con l’epiteto di fascista, ma forse è troppo poco e probabilmente è quello che lui voleva sentirsi dire.

Se ci fate caso, nell’escalation delle esternazioni di Gasparri, l’invocazione di arresti, di manette, del carcere e della corte marziale rappresenta la punta più alta delle sue stupidaggini.

Chi scrive lo ha imparato bene ed a sue spese. Era il 22 gennaio del 2009. Da qualche giorno, riferendosi a me, Berlusconi aveva annunciato ad Olbia che stava per scoppiare “il più grande scandalo della storia della Repubblica”. Gasparri gli ha subito fatto eco invocando “la corte marziale”. Dopo che gli avevo risposto per le rime, il 26 gennaio 2009 ha dichiarato all’Ansa: “Il signor Gioacchino Genchi invece di dare consigli alle persone perbene si rechi volontariamente in Procura, o meglio ancora in un carcere a sua scelta”.

Quando gli ho ribadito che diceva solo delle sciocchezze e che il mio operato era cristallino, il 30 gennaio 2009 Gasparri ha dichiarato all’Ansa: “Se Genchi è cristallino sarà pure vero che gli asini volano. La smetta di dire sciocchezze e si metta da solo le manette. I Ros hanno provato che siamo di fronte a fatti senza precedenti. Le sanzioni dovranno essere anch’esse senza precedenti”.

Dopo che il Tribunale del Riesame di Roma, con due distinte ordinanze, ha annullato i sequestri e le perquisizioni del ROS, che dovevano rappresentare il fiore all’occhiello per il Procuratore aggiunto Achille Toro, la sera del 10 aprile 2009 Gasparri ha dichiarato alle agenzie “Altro che dissequestri. Servirebbero manette. Anche per il protettore di Stato di chi ha commesso abusi indicibili. Ci sarà tempo e verità per tutto e per tutti”. Il riferimento e la minaccia era rivolta al capo della Polizia, che non ha tardato a prendere provvedimenti.

Quando, poi, in un’intervista avevo considerato che in fondo a Gasparri non avevo mai sentito dire nulla di intelligente, nemmeno al telefono, il 7 maggio 2009 ha ribadito alle agenzie che io dovrei “stare in carcere e non a piede libero”.

L’ultima performance Gasparri l’ha poi fatta il 22 marzo 2010, definendo il questore della Capitale “in preda a stress o crisi etilica”, solo perché, con molta benevolenza, aveva stimato in 150mila le persone alla manifestazione del Pdl a Piazza San Giovanni. Verdini aveva affermato senza esitazione che erano più di un milione e quindi non lo si poteva contraddire. Nemmeno il calcolo dei metri quadri di Piazza San Giovanni lo ha convinto.

D’altronde Verdini di milioni se ne intende. Probabilmente in quell’occasione ha confuso i militanti del Pdl con uno dei 60 milioni di euro degli affidamenti sospetti della sua banca, rilevati dagli ispettori della Banca d’Italia.

E visto che nessuno di loro va in galera, né si fa processare, è giusto, quindi, che ad essere arrestati siano gli studenti, i servitori dello Stato onesti e coloro che ancora in Italia hanno il coraggio di mantenere la schiena dritta e non piegarsi a questo regime.

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