“Israele potrebbe lanciare un attacco preventivo contro l’Iran, anche con armi nucleari, e se lo stato ebraico si sente minacciato nessuno può fermarlo, neanche il presidente Usa Barack Obama“. E’ questa l’analisi fatta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo incontro con il segretario della Difesa americano Robert Gates il 6 febbraio scorso a Roma. A riferirlo, in un cable inviato a Washington, è stata la stessa ambasciata americana a Roma, secondo quanto riporta il settimanale tedesco Der Spiegel.

Secondo quanto emerge dal documento riservato, in occasione dell’incontro il Cavaliere ha assicurato il segretario Usa che l’Italia è il “migliore amico degli Stati Uniti” e non ha nascosto i suoi sospetti secondo cui il regime iraniano starebbe lavorando in segreto alla bomba atomica. In particolare, riferisce l’ambasciata americana, Berlusconi avrebbe detto che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad “promette di annientare lo Stato israeliano” ed è preoccupato di un possibile attacco preventivo da parte del governo di Benyamin Netanyahu.

Il premier italiano, ha sottolineato l’ambasciata, “pensa che Tel Aviv potrebbe attaccare, forse perfino con armi nucleari”. E poi l’autore del documento ha citato il presidente del Consiglio: “Nessuno, incluso il presidente Obama, può fermare Israele se (il Paese) sente che la propria esistenza è minacciata”. Da parte sua, Gates ha raccontato a Berlusconi di una missione aerea israeliana, nel giugno 2008, in cui aerei militari sono arrivati fino alla Grecia, percorrendo 842 km, e ha commentato che la distanza tra le basi aeree israeliane e il reattore nucleare iraniano è di 840 km. Lo Spiegel osserva che probabilmente l’ambasciata ha fatto confusione tra km e miglia, ma nel documento non è sfuggita la reazione del premier: “Berlusconi ha capito”. (Ansa)

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