Sale la tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud. L’artiglieria nordcoreana ha colpito un’isola della Corea del Sud, situata ad ovest della penisola, nel Mar Giallo e una settantina di case sono andate in fiamme.  L’agenzia Yonhap riporta la notizia secondo cui due militari sud-coreani sarebbero morti nell’attacco nord-coreano, mentre quattordici sono rimasti feriti, tre dei quali in modo gravissimo. I residenti sono stati evacuati nei bunker. L’esercito sudcoreano ha subito risposto al fuoco. Seul ha decretato il massimo livello di allerta in tempo di pace e ha riunito il gabinetto di sicurezza inviando i suoi caccia a sorvolare l’isola. Dalle immagini delle televisioni locali si vedono almeno quattro colonne di fumo levarsi da vari punti dell’isola. Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha invitato il suo vicino a evitare ulteriori provocazioni, ma ha anche avvertito che la risposta sarà “più forte”, nel caso in cui le violenze non si fermino immediatamente. Il ministro degli Esteri sta valutando se portare il caso all’attenzione delle Nazioni Unite.

La sovranità sulle isole del confine ovest è da oltre 50 anni motivo di contrasto tra i due Paesi. La Corea del Nord infatti non ha mai riconosciuto ufficialmente i confini tracciati al termine della guerra conclusasi nel 1953. Nel corso degli ultimi anni ci sono stati almeno tre scontri tra le marine dei due Paesi, l’ultimo dei quali nel 2009. Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha detto oggi, al termine di un incontro d’urgenza del governo, che sta cercando di impedire che lo scambio di colpi di artiglieria con il Nord scateni un conflitto sempre più aspro, ma che “se le provocazioni continueranno” la risposta di Seul sarà “più forte”.

L’ambasciatore italiano Andrea Leggeri, parlando a Sky Tg24, ha riferito che al momento la situazione a Seul sarebbe tranquilla: “Non c’è nessuna ragione per allarmare, il Paese ha reagito con calma al bombardamento”, ha detto. L’ambasciata italiana sta monitorando l’evolversi della situazione

Immediata la reazione dei principali partner economici della Corea del Nord, Cina e Russia. Il gigante asiatico si è detto “preoccupato” per la situazione venutasi a creare tra le due Coree. Pechino, secondo le parole di un portavoce del ministero degli Esteri cinese, sta “verificando se le notizie di uno scambio di colpi di artiglieria tra le due Coree corrisponda al vero” ed esprime la propria “preoccupazione” per la situazione che si è venuta a creare. Il governo cinese si è già detto molto preoccupato e ha invitato le parti a tornare alla ragionevolezza, invocando allo stesso tempo una rapida ripresa dei colloqui a sei (Corea del Nord, Corea del Sud, Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti), partiti nel 2003 per fermare la corsa all’atomica di Pyongyang. Anche  il ministero degli Esteri russo attraverso l’agenzia Interfax ha messo in guardia Pyongyang contro una escalation militare nella Penisola coreana. Gli Stati Uniti condannano con forza l’azione belligerante da parte di Pyongyang, chiedendo che cessi immediatamente.

Anche il Giappone è intervenuto nello scontro tra le due Coree. Il premier giapponese Naoto Kanha ha ordinato ai suoi ministri di prepararsi “a ogni evenienza”. “Ho ordinato ai ministri di mettere in atto preparativi al fine di permetterci di reagire fermamente a ogni evenienza”, ha detto al termine di una riunione di emergenza. “Ho ordinato loro di fare tutto il possibile per raccogliere informazioni”, ha aggiunto.

L’attacco avviene pochi giorni dopo la scoperta dell’esistenza di un sofisticato impianto per l’arricchimento dell’uranio in Corea del Nord, un sito dove i tecnici nordcoreani potrebbero fabbricare armi nucleari. La scoperta, fatta grazie alla visita di uno scienziato statunitense nel Paese, ha scatenato l’allarme internazionale. Washington ha parlato di aperta sfida, Seul si è detto “molto preoccupata” e Tokyo ha definito la situazione “totalmente inaccettabile”.

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