L’occhio dei popoli. Uno e trino

L’occhio dei popoli. Uno e trino

di Fabrizio d’Esposito foto di Umberto Pizzi

Per un’accurata antropologia del salvinismo comiziante giova segnalare che quando il leader leghista urla “fuori dalle palle” ai migranti lo fa soprattutto in senso ratzingeriano. Sembra una barzelletta, ma è tragicamente vero. La matrice teologica dell’ossessione di Matteo Salvini principia dalla sua venerazione per papa Benedetto XVI (a destra) ostentata negli ultimi due lustri in opposizione alla misericordia di Francesco. Nell’edizione del 2016 del raduno di Pontida, l’attuale vicepremier indossò una maglietta blu eloquente: “Il mio papa è Benedetto”. A Salvini è stato sufficiente imparare a memoria come delle formulette alcune frasi ratzingeriane sui migranti. Tipo: viva il diritto a non emigrare. Oppure: chi emigra deve rispettare le tradizioni del Paese che lo ospita. “Parole sante di un papa santo”. Ecco quindi l’ultima sintesi politico-clericale del capo del Carroccio, in un comizio a Napoli per la campagna delle Regionali: “Se arrivi a Napoli e dopo un po’ inizi a dire però non mi piace come vivete qua, non mi piace come si vestono le vostre donne e non mi piace San Gennaro, e basta col calcio e non mi piace il presepe e non mi piace Gesù Bambino e non mi piacciono le vostre chiese, se arrivi qua e non rispetti le nostre leggi, la nostra cultura e le nostre tradizioni fuori dalle palle amico mio, torna a casa tua non ci mancherai”. A proposito dell’uso politico di Benedetto XVI da parte della destra: c’è da citare il famoso discorso di Ratisbona sulla violenza dell’Islam (seguito però da un invito al dialogo), vecchio pilastro teocon per propugnare lo scontro di civiltà. Inutile tornarci su. Oggi al posto dei teocon, c’è Mat-teocon Salvini, cattolico anticristiano, come già si definì orgogliosamente il Duce.

A passo duomo. Il pontificato misericordioso di Francesco (2013-2025) ha ribaltato l’immagine di una Chiesa arroccata in posizioni neo-crociate, belliciste e anti-migranti per difendere i fatidici valori occidentali, sovente non negoziabili. Alfiere della Chiesa difensiva è stato soprattutto il cardinale Camillo Ruini, presidente dei vescovi italiani dal 1991 al 2007: è il primo della fila dormiente sopra

The silence of the lambs. Idi Amin Dada (1925-2003) è stato il feroce dittatore dell’Uganda dal 1971 al 1979. Fu accusato di essere persino cannibale. Lui, ridendo, rispose che “la carne umana era troppo salata”. Amin Dada era musulmano: nelle due foto sopra il tiranno è in una moschea al Cairo durante una visita in Egitto. A sinistra, un banco all’aperto di macelleria halal alla Grande Moschea di Roma



Muro contro Muro. Gerusalemme è anche la città del Muro del Pianto, ossia i resti del Secondo Tempio che risalgono al sesto secolo avanti Cristo. A Berlino, invece, un altro Muro ha simboleggiato il confine tra l’Occidente e l’Impero dell’Unione Sovietica: il comunismo reale iniziò a vacillare già nel 1978 quando venne eletto Papa il polacco Karol Wojtyla (1920-2005) e che prese il nome di Giovanni Paolo II, poi diventato santo nel 2014

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