Più tutele sulla carta, ma anche meno potere contrattuale per i lavoratori. Quarant’anni di riforme hanno cambiato il lavoro in Italia più della globalizzazione stessa. Da un lato hanno allargato i diritti in tema di sicurezza, maternità, smart working. Dall’altro hanno spalancato le porte a contratti precari e deroghe peggiorative ai contratti nazionali. Dalla cancellazione della scala mobile al pacchetto Treu, dalla legge Biagi al Jobs Act, ogni passaggio ha dato alle imprese maggiore libertà di manovra aprendo la strada alla “deflazione salariale”. Cioè la tendenza a far leva sui bassi salari, più che sull’innovazione, per restare competitivi. Mentre il sindacato si indeboliva, i governi hanno scelto di incentivare l’occupazione senza curarsi troppo di difendere, in parallelo, il diritto costituzionale a retribuzioni adeguate. Risultato: stipendi immobili da oltre un trentennio, mentre negli altri grandi Paesi sviluppati salivano in maniera robusta.
(Chiara Brusini)
1984/1985
Taglio della scala mobile
Dopo un sofferto accordo fra le parti sociali (accordo di San Valentino), nel 1984 si vara il decreto che taglia tre punti percentuali della scala mobile. Il sindacato si lacera, i lavoratori organizzano scioperi autoconvocati. Nel 1985 il referendum che vuole abrogare il decreto non passa. Confindustria disdice l’accordo sulla scala mobile senza neppure attenderne l’esito.
Incentivi alle cooperative
Approvata la legge 49 (legge Marcora), che rende fra l’altro possibile il salvataggio delle aziende in crisi da parte dei dipendenti

1990
Indennizzi (bassi) per licenziamenti ingiusti
La legge 108 introduce un indennizzo economico per i licenziamenti illegittimi, stabilendo però per le piccole imprese un tetto massimo di sei mensilità.
Regole per gli scioperi
La legge 146 è la prima e unica che disciplina il diritto di sciopero in Italia. Introduce l’obbligo di preavviso e prestazioni minime garantite per i servizi pubblici essenziali.

1991
Disciplina dei licenziamenti collettivi
In attuazione di una direttiva comunitaria, la legge 223 regola i licenziamenti collettivi e prevede il coinvolgimento del sindacato.

1993
Concertazione
Il “protocollo Ciampi” fra governo e parti sociali introduce la contrattazione a due livelli: nazionale e decentrata. Nel secondo caso gli aumenti salariali sono legati alla produttività. Prevede, in via teorica, che i salari siano agganciati anche all’andamento dei prezzi. Decide la costituzione delle Rsu, rappresentanze sindacali unitarie.

1994
Sicurezza nei luoghi di lavoro
In linea con l’Europa, la legge 626 impone l’obbligo della valutazione del rischio da parte del datore di lavoro e introduce la figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nei confronti del quale il datore di lavoro è responsabile. Nasce anche il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, eletto dai lavoratori stessi.

1995
Riforma delle pensioni
La legge 335 (riforma Dini) introduce nel nostro sistema previdenziale il calcolo contributivo, meno conveniente di quello retributivo per chi va in pensione.

1996
Previdenza obbligatoria per i liberi professionisti
Con il decreto legislativo 103 la tutela previdenziale diventa obbligatoria anche per i liberi professionisti. Il decreto legislativo 645 introduce misure di sicurezza per la salute delle lavoratrici in maternità, dalla gravidanza fino a sette mesi dopo il parto.
1997
Il pacchetto Treu e la “flessibilità”
Il Pacchetto Treu (legge 266, legge 196, decreto 280, decreto 468), all’insegna della “flessibilità”, introduce fra l’altro il lavoro interinale. Viene così superata la legge del 1960 che vietava l’intermediazione nei rapporti di lavoro.
Riforma dei rapporti Stato-Regioni
La legge 59 (riforma Bassanini) ridefinisce il rapporto Stato-Regioni in nome del decentramento e del federalismo amministrativo. Prevede: privatizzazione di settori prima pubblici; autonomia degli istituti scolastici; revocabilità di incarichi dirigenziali per scelta politica; riduzione di ministeri e agenzie.

1998
Concertazione ultimo atto
Il patto per lo sviluppo e l’occupazione (detto “patto di Natale”) è l’ultimo accordo tra governo (D’Alema) e parti sociali.
1999
Collocamento dei disabili
La legge 68 scrive le norme per il diritto al lavoro dei disabili e istituisce le quote obbligatorie di assunzione per le categorie protette.
2000
Indennizzi per gli infortuni
Il decreto legislativo 38 introduce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e gli indennizzi per il danno biologico, anche derivante da malattie professionali. Disciplina anche i congedi parentali e il sostegno a genitori di disabili. Regola poi i lavori socialmente utili.

2001
Testo unico sul pubblico impiego
Il decreto legislativo 165 completa la svolta in senso privatistico del pubblico impiego.
2002
Misure contro il lavoro nero
La legge 266 mira all’emersione del lavoro nero, in particolare attraverso la certificazione della regolarità contributiva delle imprese che operano negli appalti pubblici.
2003
La legge Biagi e il lavoro atipico
La riforma studiata dal giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002, allarga il lavoro atipico e semplifica assunzioni e licenziamenti. Introduce il contratto a progetto (co.co.pro) con minori tutele e contributi. Abroga la legge 1369/1960 che vietava l’appalto di manodopera e, nelle rare eccezioni, imponeva parità di trattamento per la forza lavoro. Mantiene il divieto generale, introduce un reato specifico, ma consente la somministrazione da parte di agenzie autorizzate.
Pari opportunità nel pubblico impiego
È modificato l’articolo 51 della Costituzione, che ora recita: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza (…)”.
2004
Tutela dei minori
Il D.Lgs. 251 introduce 18 mesi di carcere per lo sfruttamento del lavoro minorile.

2007
Consultazioni in fabbrica
Il decreto legislativo 25 recepisce la direttiva Cee 2002/14 che regola l’informazione e la consultazione dei lavoratori.
Protocollo sul welfare
Con la legge 247, governo e parti sociali siglano un accordo su riforma previdenziale, ammortizzatori sociali, competitività del lavoro femminile e giovanile.
2008
Testo unico sicurezza sul lavoro
Il decreto legislativo 81 recepisce la normativa europea sugli obblighi in materia di prevenzione e protezione. Definisce obblighi non delegabili per il datore di lavoro elaborare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), e designare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).

2009
La riforma Brunetta
Il decreto legislativo 150, voluto dall’allora ministro Renato Brunetta, apporta modifiche al Testo Unico del 2001. Introduce sistemi di valutazione delle performance nella pubblica amministrazione e riduce il peso della contrattazione collettiva.
2010
Licenziamenti, più difficile fare causa
La legge delega 183, come “collegato lavoro”, Introduce rigidi termini per agire in giudizio in caso di licenziamento e limita i poteri interpretativi del giudice.

2011
Accordi di prossimità
Nata sulla base di un accordo interconfederale, la legge 148 di sostegno all’occupazione sancisce che la contrattazione di secondo livello (aziendale) può derogare al contratto nazionale anche in senso peggiorativo.
2012
Riforma Fornero: reintegri più difficili
La riforma voluta dalla ministra Elsa Fornero, sotto il governo Monti (legge 92) modifica l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori riducendo la possibilità di reintegro del lavoratore in caso di di licenziamento ingiustificato per motivi disciplinari o economici. Sancisce che il contratto a tempo indeterminato è “dominante”, regola il lavoro parasubordinato e l’abuso delle partite Iva. Introduce l’Aspi, riordinando il sussidio di disoccupazione.

2014/15
Il Jobs Act smantella i diritti
La legge 183, nota come Jobs Act, bandiera del governo Renzi, insieme ai suoi decreti attuativi smantella la riforma Fornero. Liberalizza i contratti a tempo determinato, abolisce l’articolo 18 per i nuovi assunti. Rende ancora più eccezionale il diritto al reintegro, prevedendo solo un indennizzo economico, calcolato in base all’anzianità lavorativa (le “tutele crescenti”).
2016
Caporalato in agricoltura
La legge 199 prevede disposizioni contro lavoro nero e sfruttamento in agricoltura, e il riallineamento retributivo nel settore agricolo.
2017
Arriva lo smart working
La legge 81/2017 regola il “lavoro agile” da luoghi esterni all’azienda e nuovi diritti per i lavoratori autonomi, fra cui il congedo parentale.
Riforma Madia
Il decreto legislativo 75, voluta dalla ministra Marianna Madia, punta a prevenire il precariato nella pubblica amministrazione, riforma i concorsi pubblici, rafforza le sanzioni disciplinari e spinge alla digitalizzazione

2018
Decreto dignità contro il Jobs Act
La legge 96, frutto del “decreto dignità” modifica diverse norme del Jobs Act. Incentiva i contratti a tempo indeterminato e limita i contratti a termine e il lavoro interinale
2019
Reddito di cittadinanza
La legge 26 del 2019 introduce il “reddito di cittadinanza” per disoccupati e famiglie a basso reddito, accompagnato dall’assistenza di centri per l’impiego. È esteso ai cittadini stranieri in regola.
2020
La pandemia ferma i licenziamenti
Allo scoppio della pandemia di Covid-19, il decreto legge 18 (“cura Italia) vieta i licenziamenti economici individuali e collettivi.

2021
Finisce la tutela legata al covid
Il decreto 99 su lavoro e fisco mette fine al blocco dei licenziamenti per motivi economici. Chiudono molte fabbriche e fioccano le lettere di licenziamento.

2023
Interinali prolungabili
Nel decreto 198 “milleproproghe” viene prorogata fino a giugno 2025 la possibilità di superare il termine limite di 24 mesi per i lavoratori assunti tramite agenzie interinali. L’azienda non è dunque più tenuta ad assumere direttamente il lavoratore.
2024
Inclusione invece di cittadinanza
Con il decreto legge 48 è introdotto l’assegno di inclusione, che dal 1° gennaio 2024 sostituisce il reddito di cittadinanza. Prevede percorsi di inserimento, formazione e lavoro.
Sempre più precari
La legge 203, frutto del “decreto lavoro”, amplia ancora di più la possibilità per le imprese di utilizzare il lavoro interinale e stagionale. Le assenze ingiustificate prolungate (15 giorni) diventano automaticamente dimissioni volontarie.

Questo articolo è una nostra rielaborazione del lavoro svolto da Ramon Apostoli, Alessandra Fava, Francesca Marzotto e Samuele Pellecchia per la mostra fotografica “Al Lavoro”