Israele: “Piena adesione della Palestina all’Onu? Immorale anche solo considerarla”. Usa a Tel Aviv: “Preoccupati per azione a Rafah”

In attesa di capire quale sarà la reazione di Israele all'ultimo attacco di Teheran, la diplomazia silenziosa continua a lavorare per evitare un allargamento del conflitto. L'Iran minaccia attacchi ai siti nucleari israeliani

Aggiornato: 23:04

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    23:04

    La tensione tra Iran e Israele, le minacce e il voto all’Onu | La giornata

    Sempre più tesa l’aria in Medio Oriente. Mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea annunciano sanzioni contro l’Iran, Teheran minaccia di colpire i siti nucleari israeliani in caso di risposta di Tel Aviv: “La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi”: è l’avvertimento lanciato dal generale Ahmad Haqtalab, comandante dell’unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran, assieme alla minaccia di “riconsiderare” la politica nucleare di Teheran se “Israele minaccerà gli impianti nucleari iraniani”. Più tardi, al Consiglio di Sicurezza Onu, il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian è andato dritto al punto: “In caso di ulteriori attacchi da parte del regime israeliano, l’Iran non esiterebbe neanche un attimo ad una risposta che gli faccia rimpiangere le sue azioni”. L’Iran si prepara così all’annunciato contrattacco israeliano che, secondo fonti americane, non dovrebbe avvenire prima della fine della Pasqua ebraica, che inizia il 22 aprile e termina il 29. Intanto la diplomazia silenziosa continua a lavorare per evitare un allargamento del conflitto.

    Dopo le indiscrezioni secondo le quali la Casa Bianca avrebbe dato al premier israeliano Benyamin Netanyahu il via libera a un’operazione a Rafah in cambio della rinuncia a colpire l’Iran come rappresaglia dell’attacco dello scorso fine settimana, fonti Usa smentiscono questa ricostruzione. Tutto questo nel giorno in cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha anticipato il voto sulla risoluzione proposta dall’Algeria a nome dei Paesi arabi per l’ammissione piena della Palestina. Una conta importante tra i membri dell’organo più importante dell’Onu ma che si è scontrata con il veto subito annunciato degli Stati Uniti. Dal palazzo di Vetro, ancora una volta, il segretario generale Antonio Guterres ha avvertito sul rischio di un conflitto regionale e ha ribadito che l’offensiva israeliana a Gaza ha creato un “paesaggio infernale” nel quale, ha comunicato Hamas, sono state uccise finora 33.970 persone.

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    Sempre più tesa l’aria in Medio Oriente. Mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea annunciano sanzioni contro l’Iran, Teheran minaccia di colpire i siti nucleari israeliani in caso di risposta di Tel Aviv: “La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi”: è l’avvertimento lanciato dal generale Ahmad Haqtalab, comandante dell’unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran, assieme alla minaccia di “riconsiderare” la politica nucleare di Teheran se “Israele minaccerà gli impianti nucleari iraniani”. Più tardi, al Consiglio di Sicurezza Onu, il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian è andato dritto al punto: “In caso di ulteriori attacchi da parte del regime israeliano, l’Iran non esiterebbe neanche un attimo ad una risposta che gli faccia rimpiangere le sue azioni”. L’Iran si prepara così all’annunciato contrattacco israeliano che, secondo fonti americane, non dovrebbe avvenire prima della fine della Pasqua ebraica, che inizia il 22 aprile e termina il 29. Intanto la diplomazia silenziosa continua a lavorare per evitare un allargamento del conflitto.

    Dopo le indiscrezioni secondo le quali la Casa Bianca avrebbe dato al premier israeliano Benyamin Netanyahu il via libera a un’operazione a Rafah in cambio della rinuncia a colpire l’Iran come rappresaglia dell’attacco dello scorso fine settimana, fonti Usa smentiscono questa ricostruzione. Tutto questo nel giorno in cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha anticipato il voto sulla risoluzione proposta dall’Algeria a nome dei Paesi arabi per l’ammissione piena della Palestina. Una conta importante tra i membri dell’organo più importante dell’Onu ma che si è scontrata con il veto subito annunciato degli Stati Uniti. Dal palazzo di Vetro, ancora una volta, il segretario generale Antonio Guterres ha avvertito sul rischio di un conflitto regionale e ha ribadito che l’offensiva israeliana a Gaza ha creato un “paesaggio infernale” nel quale, ha comunicato Hamas, sono state uccise finora 33.970 persone.

  • 22:26

    Usa a Israele: “Preoccupati per operazione a Rafah”

    Gli Stati Uniti hanno “espresso preoccupazione sulle varie linee d’azione a Rafah” nella riunione del gruppo strategico Usa-Israele convocato dal consigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. La parte israeliana, guidata dal ministro per gli affari strategici Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, ha assicurato Washington che “terrà conto di queste preoccupazioni”. Nella riunione Sullivan ha inoltre “informato la parte israeliana delle nuove sanzioni imposte oggi contro l’Iran, in coordinamento con il Congresso e gli alleati del del G7”.

  • 20:15

    Gli Usa voteranno contro l’adesione a pieno titolo della Palestina

    Gli Stati Uniti voteranno no alla proposta di risoluzione del Consiglio di sicurezza per l’ammissione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite: lo ha annunciato il vice portavoce del dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, secondo quanto riferisce la Cnn. Con il veto degli Usa – uno dei cinque membri permanenti del Consiglio – il testo verrà bocciato.

  • 19:43

    Iran all’Onu: “Se Israele ci attacca lo rimpiangerà”

    “In caso di ulteriori attacchi da parte del regime israeliano, l’Iran non esiterebbe neanche un attimo ad una risposta che gli faccia rimpiangere le sue azioni”. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian in Consiglio di Sicurezza Onu. “Nessuno Stato membro sarebbe rimasto zitto dopo l’attacco ad una sua ambasciata, simbolo della propria sovranità – ha aggiunto – L’attacco di sabato notte dell’Iran è stato necessario, non avevamo altra opzione, ed è stato in risposta all’attacco israeliano”.

  • 19:42

    Israele: “Immorale considerare adesione della Palestina”

    Anche solo prendere in considerazione la richiesta di concedere l’adesione a pieno titolo dell’Autorità nazionale palestinese all’Onu è “immorale”. È quanto sostenuto dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, mentre è atteso in serata il voto al Consiglio di sicurezza. “L’adesione alle Nazioni Unite è aperta a tutti gli Stati che amano la pace. Amanti della pace, che barzelletta”, ha dichiarato Erdan, secondo cui la concessione della membership “premierebbe i sostenitori e gli autori” del massacro del 7 ottobre. “Gli assassini di bambini e gli stupratori di Hamas stanno guardando questa riunione e stanno sorridendo”, ha denunciato ancora l’ambasciatore, ricordando: “Quante volte questo Consiglio si è riunito per discutere di come far avanzare il rilascio dei nostri ostaggi detenuti a Gaza? Quante volte? Nemmeno una volta. Quante condanne ha emesso questo Consiglio contro Hamas per l’efferato massacro del 7 ottobre? Zero”.

  • 18:31

    Turchia: “Hamas deporrà le armi con riconoscimento Palestina”

    Secondo la Turchia, Hamas deporrà le armi nel caso venga riconosciuta la Palestina. “Nei negoziati politici che abbiamo tenuto per anni con Hamas, mi hanno detto che accettavano la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 e che, una volta fondato lo Stato palestinese, Hamas non avrebbe più avuto bisogno di un braccio armato e che avrebbe continuato come partito politico”, ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Doha, come riporta Ntv, dopo avere incontrato il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, atteso sabato in Turchia per un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan.

  • 18:20

    Media: “Usa negano l’ok all’operazione a Rafah”

    L’amministrazione Biden è ancora preoccupata che un’invasione israeliana di Rafah, nel sud di Gaza, possa portare ad un grande numero di vittime civili: lo riferisce Axios, citando dirigenti Usa che hanno negato categoricamente le indiscrezioni secondo cui la Casa Bianca avrebbe dato il via libera a un’operazione a Rafah se Israele rinunciasse a colpire l’Iran come rappresaglia per l’attacco dello scorso fine settimana.

  • 18:18

    Israele: “Ammissione Palestina non cambierebbe nulla”

    “Quanto distaccato dalla realtà può essere il Consiglio di Sicurezza anche solo a considerare una risoluzione che propone l’ammissione piena della Palestina all’Onu quando questo avrebbe un impatto positivo pari a zero per qualsiasi parte”. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan. “Se questa risoluzione passasse questo Consiglio non dovrebbe più essere conosciuto come Consiglio di sicurezza ma come Consiglio del terrore – ha aggiunto -. Pensate davvero che questa risoluzione cambi la situazione sul terreno o renderebbe la pace più vicina?”.

  • 18:17

    Palestina: “Ammissione sarebbe importate pilatro per la pace”

    “L’ammissione a pieno titolo della Palestina all’Onu sarebbe un importante pilastro per raggiungere la pace nella nostra regione. È il momento per il Consiglio di Sicurezza di dare giustizia al popolo palestinese”. Lo ha detto il rappresentante speciale del presidente palestinese, Ziad Abu Amr. “Quelli che ostruiscono tale risultato non aiutano il processo di pace tra israeliani e palestinesi e in generale in Medio Oriente”, ha aggiunto, rivolgendosi “a Paesi come gli Usa che vogliono impedire la nostra ammissione a pieno titolo quando hanno sostenuto quella di Israele”.